L'atto di rappresentare, cioè di riprodurre mediante figure o segni, di
vario tipo, un oggetto o un aspetto della realtà; anche la cosa stessa
rappresentata. In senso generico, il termine è utilizzato soprattutto con
riferimento a opere d'arte (dipinti, sculture, opere letterarie, teatrali,
cinematografiche, ecc.), discorsi o raffigurazioni simboliche. ║ Il
rappresentare, il riprodurre graficamente un oggetto, una regione geografica,
ecc., su una superficie piana, secondo le leggi della proiezione. ║
R.
simbolica: indicazione grafica, ottenuta tramite un segno simbolico o
convenzionale, di un'entità, astratta o concreta, e il segno stesso.
║ L'insieme di attività mediante le quali viene realizzato uno
spettacolo teatrale, e lo spettacolo stesso. • Dir. -
Contratto di
r.: contratto con il quale un autore concede la facoltà di
rappresentare in pubblico la sua opera, sia essa drammatica,
drammatico-musicale, coreografica, o comunque destinata a essere rappresentata.
Spetta all'autore consegnare il testo dell'opera, se ancora inedita, per le
stampe, e garantire il godimento dei diritti ceduti per tutta la durata del
contratto. Il concessionario, a sua volta, è tenuto a rappresentare
l'opera senza apportarvi aggiunte, tagli o variazioni non consentite
dall'autore, e previo annuncio al pubblico del titolo dell'opera, del nome
dell'autore e del nome dell'eventuale traduttore o riduttore. Egli deve inoltre
consentire all'autore di vigilare la
r. e non mutare, senza gravi motivi,
i principali interpreti dell'opera e i direttori dell'orchestra e dei cori, nel
caso siano stati designati dall'autore. Il contratto prevede, generalmente, un
termine, non superiore a due anni, entro cui la
r. deve avere luogo. Nel
caso che tale termine non sia specificato, la
r. deve comunque avere
luogo entro cinque anni. Se il concessionario del diritto di
r. trascura,
nonostante la richiesta dell'autore, di rappresentare l'opera dopo una prima
r., o un primo ciclo di
r., l'autore ha diritto di chiedere la
risoluzione del contratto. ║
Successione per r.: successione in cui
i discendenti legittimi subentrano nel luogo e nel grado del loro ascendente che
non possa o non voglia accettare l'eredità o il legato. Nella successione
testamentaria si può avere
r. qualora il testatore non abbia dato
particolari istruzioni nel caso di mancata accettazione dell'eredità o
del legato, a patto che non si tratti di legato di usufrutto o di altro diritto
di carattere personale. La successione per
r. può avvenire anche
nel caso che i discendenti abbiano rifiutato l'eredità della persona cui
succedono, o siano incapaci o indegni di succedere rispetto a questa. Fondamento
della successione per
r. è la concezione istituzionale della
famiglia; essa è generalmente considerata come una vocazione indiretta
della legge. Dal punto di vista storico, il diritto di
r. ottenne
riconoscimento formale fin dal codice giustinianeo, mentre era sconosciuto
nell'originario diritto germanico. Esso fu tuttavia ben presto accolto anche
nella legislazione germanica, come testimonia l'editto del 668 del re longobardo
Grimoaldo, in cui veniva stabilito che i figli legittimi di un figlio premorto
gli succedessero nell'eredità, nell'esatta proporzione che sarebbe
spettata al loro padre. • Filos. - Termine utilizzato per indicare l'atto
per mezzo del quale la coscienza riproduce un oggetto esterno o un oggetto
interno (un'immagine di fantasia o uno stato d'animo). Per quanto il termine sia
stato introdotto solo nel linguaggio filosofico moderno e debba la propria
diffusione soprattutto a Leibniz, il concetto di
r. era già
presente nel pensiero greco classico. Platone nella
Repubblica
denominò
eikasia il riflesso degli oggetti sensibili nell'anima.
La concezione aristotelica della
r. (
phantasia), considerata come
funzione intermedia fra la sensazione e il concetto, derivante dal procedere
astrattivo del conoscere, ebbe ampia diffusione nella scuola tomistica
medioevale, contrastata solo dalla teoria dei nominalisti, che considerarono la
r. come semplice segno della cosa reale. Nella filosofia moderna, a
partire da Cartesio, il termine
r. divenne sinonimo di
idea,
dotata di una sua realtà nello spirito e riferentesi alla realtà
in sé della cosa rappresentata. Da questa impostazione sorse il problema
di stabilire se vi sia o meno corrispondenza fra la
r., intesa come fatto
psichico interno, e la realtà, intesa come mondo esterno. Tale questione,
che caratterizzò tutta la filosofia moderna, trovò numerose
soluzioni: da quella di Hume, secondo cui la
r. non è altro che
una copia sbiadita delle impressioni primitive, da lui chiamate «idee
semplici», a quella di Leibniz che, nella
Monadologia,
stabilì una classificazione degli oggetti di coscienza che andava dalle
sensazioni (
r. oscure e confuse), alle immagini (
r. chiare e
confuse), fino ai concetti (
r. chiare e distinte). L'accezione
leibniziana della
r. (
Vorstellung) si trasmise alla scuola
filosofica tedesca del Settecento, venendo a indicare, da Kant fino a
Schopenhauer e Herbart, la natura rappresentativa della coscienza in generale.
L'Idealismo tedesco sottolineò invece il carattere intermedio della
r., che si colloca a un livello più generale della sensazione e
dell'intuizione, ma che risulta più particolare del concetto, e ne
fondò la possibilità non tanto sulla riproduzione passiva della
sensazione, ma sulla spontaneità dello spirito. All'inizio del Novecento
Hamelin e Croce ribadirono il carattere creativo della
r., ma fu
soprattutto la Fenomenologia che, in polemica con la psicologia
associazionistica e sperimentale (Bain, Wundt, Ribot), individuò nella
r. un atto autonomo, capace di organizzare e dare senso ai dati
sensoriali originari. Riprendendo il concetto medioevale di
intenzionalità, Husserl rifiutò l'idea della coscienza come mera
facoltà riproduttiva. Nel rappresentare un oggetto, la coscienza
«intende» direttamente l'oggetto: esso, quindi, non si pone come una
cosa a sé stante di cui la
r. fornisce una copia più o meno
precisa, ma costituisce il senso unitario della
r. La concezione
husserliana influì non solo sull'analisi strutturale della
r.
condotta dalla Psicologia della forma, ma anche sulla riflessione di J.-P.
Sartre. Egli, infatti, individuò nella
r. la testimonianza della
libertà immaginativa e creativa dello spirito umano: rappresentare non
significa infatti riprodurre dentro la coscienza ciò che sta fuori di
essa, ma il volgersi intenzionale della coscienza all'oggetto reale, ponendolo
al tempo stesso come non esistente, come «nulla». • Psicol. -
Componente mnesica dell'ideazione. Talvolta il termine è utilizzato come
sinonimo di
immagine (V.), anche se in
maniera non del tutto corretta, in quanto la
r.,
essendo
meno legata alla percezione rispetto all'immagine, ha un minor contenuto
sensoriale e richiede una personale elaborazione. Freud utilizzò il
termine per indicare un'attività psichica cui viene contrapposto
l'affetto. ║ In psicopatologia, elemento strutturale semplice, specie in
locuzioni del tipo
r. delirante,
ossessiva, ecc. • Fis. - In
meccanica quantistica, ogni realizzazione concreta di enti matematici astratti
che caratterizzano un sistema quantistico; è una
r., ad esempio,
la scelta di una base ortonormale nello spazio dei vettori di stato e la
definizione di come agiscono gli operatori caratteristici della teoria in esame.
Ogni base ortonormale, a sua volta, può essere pensata come costituita
dagli autovettori di un opportuno sistema di operatori hermitiani che commutano
tra di loro: pertanto, si distinguono le
r. in base agli osservabili
compatibili che risultano diagonali in esse. Tra le più note, ricordiamo
la
r. di Schroedinger o
delle coordinate, in cui la base è
costituita da autostati delle coordinate
Qr, la
r. dei
momenti o
degli impulsi, in cui la base è costituita da
autostati dei momenti
Pr, e la
r. di Heisenberg o
dell'energia, in cui la base è costituita da autostati
dell'energia e da altre osservabili costanti nel moto; ogni passaggio da una
r. all'altra non è altro che un cambiamento di base ortonormale,
realizzato, quindi, tramite una trasformazione unitaria. Ricordiamo poi la
r.
di Fock o
dei numeri di occupazione, utilizzata per descrivere
sistemi con un numero variabile di particelle identiche non interagenti tra
loro; poiché, per il principio di indeterminazione, è impossibile
conoscere la traiettoria di ogni singola particella, la descrizione di tale
sistema viene effettuata fornendo la distribuzione delle particelle nei
possibili stati di singola particella. Detti
φ1,
φ2, ... i vettori di una base dello spazio di Hilbert di
singola particella, una base dello spazio di Fock, ovvero dello spazio degli
stati per un sistema con un numero variabile di particelle, è data da un
sistema di vettori Ψ (
n1,
n2,
...) che descrivono
n1 particelle nello stato
φ1,
n2 particelle nello stato
φ2, ecc.; i numeri
n1,
n2, ... prendono il nome di
numeri di occupazione.
• Mat. - Nella teoria generale degli insiemi, per
r. o
applicazione di un insieme A in un insieme
A' si intende una legge
particolare che a ogni elemento
a di
A fa corrispondere un
elemento
a' di
A', detto
immagine di
a. Se ogni
elemento di
A' proviene da qualche elemento di
A, la legge
anzidetta si dice
r. di
A su
A'; in caso contrario, invece,
si parla di
r. di
A in
A': la proiezione ortogonale di una
retta
A sopra un piano
A' è una
r. in
A',
poiché ad ogni punto di
A fa corrispondere la sua proiezione
ortogonale
a' su
A', ma esistono punti di
A' che non sono
proiezione ortogonale di alcun punto di
A. A ogni
r. di
A
in un insieme
A' è associata una suddivisione di
A in
classi di equivalenza, quando si definiscano equivalenti gli elementi di
A che hanno la stessa immagine; se i due insiemi
A e
A',
inoltre, sono dotati di strutture algebriche, si pone il problema di determinare
le
r. che conservano tali strutture, ovvero, che siano dei
morfismi. ║
R. analitica di una curva, di una
superficie:
equazione o sistema di equazioni che esprimono i legami
tra le coordinate di un punto generico appartenente alla curva, alla superficie,
ecc. ║
R. conforme: corrispondenza tra due superfici che conserva
gli angoli, ovvero tale che a due linee passanti per un punto e formanti un
certo angolo associa due linee passanti per il punto corrispondente e formanti
un angolo uguale al primo. ║
R. equivalente: corrispondenza tra due
superfici che conserva le aree, cioè tale che ad ogni figura associa una
figura avente la stessa area della prima. ║
R. geometrica dei numeri
complessi: corrispondenza biunivoca che si pone tra i numeri complessi e i
punti di un piano, detto
piano della variabile complessa, facendo
corrispondere al numero complesso
z = x +
iy il punto che, in un
prefissato riferimento cartesiano ortogonale monometrico, ha coordinate
x,
y. Ai numeri reali corrispondono i punti dell'asse
x, detto
perciò asse reale; ai numeri immaginari puri corrispondono i punti
dell'asse
y, o asse immaginario; al valore
z = ∞
corrisponde un unico punto all'infinito del piano, a differenza di quanto accade
nel piano cartesiano reale, dotato di infiniti punti impropri. Il piano
completato con il suo punto all'infinito, detto anche
piano di
Argand-Gauss, può essere posto in corrispondenza biunivoca con i
punti di una sfera; tale corrispondenza prende il nome di
proiezione
stereografica. ║
R. geometrica dei punti reali: corrispondenza
biunivoca tra i punti di una retta e i numeri reali, che ad ogni punto associa
la sua ascissa in un riferimento cartesiano fissato. ║
R. di un
gruppo: dato un gruppo
G, si dice
r. di
G un morfismo
tra
G e un gruppo di matrici quadrate, oppure tra
G e un gruppo di
operatori lineari in uno spazio vettoriale
V, ad esempio un gruppo di
permutazioni. Uno dei principali problemi, in algebra, è quello di
determinare le
r. di un sistema algebrico assegnato: in particolare,
è noto che ogni gruppo finito è isomorfo ad un gruppo di
permutazioni (teorema di Cayley), e che ogni algebra di Boole è isomorfa
all'algebra di Boole costituita dall'insieme delle parti di un insieme
E,
dotato delle operazioni di unione, intersezione e complementazione (teorema di
M.H. Stone, equivalente al teorema di Lindenbaum-Tarski). ║
R.
parametrica di una curva o di una superficie:
r. analitica che
assegna le coordinate di un generico punto appartenente alla curva o alla
superficie in funzione di uno o due parametri. ║
R. piana di una
superficie razionale: in geometria algebrica, corrispondenza birazionale tra
una superficie razionale e un piano proiettivo.