Voce inglese, abbreviazione di
rap music, der. di
rap:
chiacchierata esplicita e
music: musica. Genere musicale contemporaneo.
║ Usato come aggettivo, relativo alla musica
r. • Mus. - Nato
nella seconda metà degli anni Settanta dalla manipolazione della musica
da ballo neroamericana ad opera dei disc-jockey, il
r. si
contraddistingue per un ritmo fortemente sincopato e ripetitivo, sul quale viene
scandita una cantilena di parole. Le sue origini risalgono all'attività
dei disc-jockey del Bronx che intervenivano sui pezzi strumentali con
improvvisati discorsi in rima, orecchiabili come filastrocche, veri e propri
nonsense per contenuto. I cosiddetti
rapper inventarono anche lo
scratching (o
scratch), per aumentare i suoni a disposizione,
agendo direttamente con la mano sul disco, in entrambi i sensi di rotazione e
alterando così il normale movimento del piatto del giradischi. L'effetto
ottenuto era quello di sibili e sequenze ritmiche vagamente somiglianti alla
sonorità dei tamburi a sfregamento. Sempre più apprezzato come
repertorio musicale di strada, il
r. si arricchì proprio grazie
alle bande giovanili statunitensi, venendo spesso associato anche a danze
acrobatiche come la
break dance ed equiparato per forza espressiva allo
sfogo dei
graffiti. Il
r., che resta espressione di una cultura
underground, la cosiddetta
hip hop dominatrice degli anni Ottanta,
riscoprì la forza della parola per veicolare sulla musica strumentale
messaggi ispirati alla voglia di vivere e talora a ideali di solidarietà,
di aggregazione, di libertà. Dietro l'enfasi declamatoria che ha radici
lontane nella cultura afroamericana (basti pensare ai sermoni nelle chiese
evangeliche nere, sempre accompagnati da musica e ritmicamente scanditi), si
cela un linguaggio fortemente espressivo che non risparmia invettive scherzose e
doppi sensi a vantaggio di una creatività fonetica e gergale, degna erede
dell'era dello
swing. I primi
r., che circolarono su cassette
audio autoprodotte, consistevano in pezzi registrati dal vivo in discoteche e
locali alternativi. Anche le successive incisioni su disco mantennero la
tendenza al riciclaggio musicale, utilizzando come base per la
performance vocale brani strumentali altrui, combinati creativamente dal
rapper. Quando il
sampling, o campionamento digitale, fornì
il supporto tecnologico alla commistione delle più disparate fonti
sonore, il genere esplose in una lunga serie di mix musicali. I primi dischi,
che risalgono al 1979 e avevano come protagonisti disc-jockey (Kurtis Blow,
Afrika Bambaataa, Grandmaster Flash) o piccoli gruppi (Sugarhill Band, Fatback
Band), avevano alle spalle etichette discografiche minori; le multinazionali
discografiche si sarebbero interessate infatti al fenomeno solo in un secondo
momento. Il
r. divenne così fenomeno internazionale e si tinse di
sfumature contraddittorie, dal
gangsta r. degli Ice T che inneggiava alla
violenza, alla disobbedienza civile dei Public Enemy, all'aggressività
degli inglesi Beastie Boys, alla pura evasione edonistica. In seguito il
r. subì una trasformazione, con la nascita delle cosiddette
posse, aggregati di artisti
r.
e hip hop accomunati da uno
stesso desiderio di sperimentazione musicale.