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Ranzoni, Daniele.

Pittore italiano. Iscrittosi a Milano all'accademia di Brera, completò la propria formazione artistica all'accademia Albertina di Torino per poi ritornare a Brera nel 1863. A Milano incontrò T. Cremona ed entrò in contatto con altri artisti della Scapigliatura lombarda. Da essa tuttavia si allontanò per il disinteresse nei confronti dei soggetti romantici e per l'indifferenza da un certo languido sentimentalismo tipico dell'ambiente scapigliato. L'attenzione di R. si rivolse invece alla scomposizione luministica della realtà, a un linguaggio pittorico morbido, dai colori delicati, per lo più chiari e freddi, vibranti in una luce tenue e morbidamente infusa sulla tela che risente del contatto con il Piccio. Il suo profondo intimismo si risolse nella scelta figurativa del ritratto, in cui superò gli aridi schemi di una perfezione accademica ed espresse un'ideale e fragile bellezza. Di lui si ricordano inoltre alcune vedute del Lago Maggiore, in cui riuscì a infondere una morbidezza di toni e di luce inconsueti (Veduta del Lago Maggiore dalla Villa Troubetzkoy, 1871-72). A Intra fu ospite dei principi Troubetzkoy, strenui sostenitori dell'arte; nel 1877, su invito dell'ambasciatore inglese in Italia R.H. Paget, R. si recò a Londra, dove tuttavia non ottenne alcun riconoscimento per i ritratti presentati, che vennero infatti respinti dalla Royal Academy. Amareggiato, nel 1879 fece ritorno in Italia, vivendo dolorosamente gli ultimi anni della sua esistenza, tormentato da una malattia nervosa. A questo ultimo periodo italiano risalgono i ritratti più rappresentativi di R.: La contessa Arrivabene (1880), La signora Luvoni (1880), La principessa di Saint-Léger (1886), Giovinetta vestita di bianco (1886) (Intra, Verbania 1843-1889).