Qualsiasi sorgente di radioonde situata al di fuori della Terra. La scoperta di
queste sorgenti localizzate avvenne ad opera di radioastronomi inglesi nel 1946,
i quali, non essendo riusciti in un primo tempo a individuare alcun particolare
oggetto celeste che potesse essere ritenuto fonte di tali radiazioni,
ipotizzarono l'esistenza di stelle generiche, aventi la proprietà di
irradiare intensamente sulle radiofrequenze con un'emissione nella regione
visuale e fotografica tanto debole da non poter essere percepita con i telescopi
ottici: da ciò il nome di
radio stelle dato a queste ignote fonti
di irraggiamento. Oggi si preferisce chiamarle genericamente
r.
localizzate. La difficoltà principale nell'identificazione delle
r. è dovuta allo scarso potere risolutivo dei radiotelescopi.
Convenzionalmente l'Unione Astronomica Internazionale stabilì di indicare
le
r. con un simbolo costituito da due cifre per l'ora di ascensione
retta, seguite da Nord o Sud a seconda che la sorgente si trovi nell'emisfero
boreale o australe, poi una cifra indicante la decina dei gradi di declinazione
ed infine una lettera per l'ordine di scoperta. Nel 1951 fu accertata
l'emissione di radioonde dalla galassia di Andromeda che fa pervenire a noi,
sull'onda di 1,89 m, un flusso di 10
-12 watt/m. In seguito fu
possibile verificare che altre galassie coincidevano con
r. già
note. Oggi l'identificazione con oggetti osservabili otticamente è stata
effettuata per alcune decine di casi e le
r. possono essere distinte in
galassie normali e
anomale, aventi caratteristiche particolari,
come la NGC 4.486 (sorgente 12 NIA) caratterizzata da un'appendice più
blu del corpo della galassia e avente uno spettro continuo. Nelle
galassie in
collisione, così dette per l'urto delle loro particelle di materiale
interstellare, l'enorme quantità di energia cinetica dissipata solo
parzialmente in calore, causa onde d'urto e oscillazioni di plasma che darebbero
ragione dell'irraggiamento su radiofrequenze. Intorno al 1962 vennero scoperti i
quasar,
r. quasi stellari, caratterizzate da intensa
radioemissione, e soprattutto fortissimo spostamento delle righe spettrali verso
il rosso. Le
pulsar, a loro volta, sono
r. pulsanti,
caratterizzate da emissione di onde composte da impulsi della durata di qualche
centesimo di secondo che si ripetono a intervalli esattamente costanti. Sulla
natura delle quasar e delle pulsar non è stata finora formulata alcuna
teoria che possa essere definitivamente accettata.