Parte della pianta che si inserisce nel terreno e da esso assorbe il nutrimento.
║ Per estens. - Parte più bassa di una montagna, base delle
pendici. ║ Per estens. - Progenitore, capostipite, origine familiare.
║ Fig. -
Mettere r.: di usi e costumi, penetrare, diffondersi; di
persone, stabilirsi in modo definitivo in un luogo. ║ Fig. -
Estirpare
dalle r.: distruggere, eliminare, sopprimere in modo definitivo, soprattutto
un vizio, un male, un pregiudizio. • Bot. - Nelle piante superiori
(Pteridofite e Fanerogame) la
r. rappresenta la parte inferiore,
solitamente sotterranea, del corpo (
cormo) della pianta. Nell'embrione
essa è la prima parte che esce dal seme germinante e che si dirige verso
il basso: è rappresentata da un abbozzo di forma cilindrico-conica, detto
radichetta, dal quale si sviluppa la cosiddetta
r. primaria,
avente la forma di un cono molto lungo e sottile. Ai suoi lati la
r.
primaria sviluppa delle
r. secondarie, disposte in serie
longitudinali e dal numero costante a seconda delle singole famiglie o specie di
piante. Dalle
r. secondarie partono poi le
r.
di
terz'ordine,
dalle quali traggono origine quelle
di
quart'ordine, e così via, fino alla costituzione del cosiddetto
apparato radicale. L'estremità delle
r. è formata da
un
apice vegetativo, costituito da meristemi, e protetto da un
rivestimento detto
caliptra, o
pileoriza, o
cuffia
radicale. Questa è molto breve, così come l'apice. Ad esso
segue una parte lunga circa 1 cm, detta
regione di accrescimento, nella
quale le cellule formatesi nell'apice aumentano di dimensione. Dopo la regione
di accrescimento si trova la
regione pilifera, o
assorbente, le
cui cellule superficiali si estroflettono in buona parte, formando un piccolo
budello (
pelo radicale) che permette alla
r. di succhiare l'acqua
e le sostanze in essa disciolte. ║ A seconda dell'aspetto esterno le
r. si dividono in
r. a fittone e
r. fascicolate. Le
r.
a fittone hanno la
r. principale molto lunga in confronto ai suoi
rami; le
r. fascicolate hanno rami uguali, o superiori, in sviluppo
rispetto alla
r. principale, oppure hanno molte
r. caulogene poste
l'una di fianco all'altra. • Anat. - Parte d'impianto di un organo in
continuo accrescimento (
r. del pelo); elemento che fissa un organo (
r.
del dente); elemento che costituisce il tratto iniziale di un organo (
r.
dei nervi); organo considerato origine di un altro (
r. della vena
porta, rappresentata dalle vene che conducono alla stessa). • Filos. -
Nella filosofia antica, la causa materiale o il principio di tutte le cose.
║ Per estens. - Principio, causa, origine :
la r. della questione
è tutta qui. • Ling. - Elemento, caratterizzato da uno o
più fonemi, non ulteriormente riducibile morfologicamente e, soprattutto,
semanticamente, né analizzabile: esso è caratterizzato dalla
presenza del nucleo concettuale da veicolare proprio di tutte le parole di una
stessa famiglia etimologica (
corr è la
r. di
correre,
corridore, corrente, corridoio). Viene definito anche
base o
semantema. È possibile individuare le
r. in tutte le lingue
flessive e agglutinanti: sono invece mancanti nelle lingue monosillabiche, nelle
quali ogni parola è isolata e autonoma rispetto alle altre. • Geol.
-
R. di una falda: area d'origine di una falda di ricoprimento,
trasportata a seguito di movimenti tettonici, rappresentante la zona in cui
esiste un raccordo tra terreni alloctoni e autoctoni. Può essere
accertata o solo ipotizzata. • Mat. - Si definisce
r. n-ma
di un numero
p reale o complesso, essendo
n un intero maggiore di
1, il numero
q reale o complesso la cui potenza
n-ma sia uguale al
numero dato
p; in simboli
q =
n√
p;
equivalente a quest'ultima è la relazione
qn =
p. Il numero
p viene detto
radicando, il numero
n
indice; l'operazione di
estrazione di r., che a ogni numero
associa una sua
r. n-ma, è l'operazione inversa
dell'elevazione a potenza
n-ma. ║
R. aritmetica di un numero
reale: si definisce
r. n-ma aritmetica di un numero reale
p
quel numero reale positivo
q tale che la sua potenza
n-ma
è uguale a
p. Poiché le potenze di esponente pari di un
qualsiasi numero sono sempre positive, mentre le potenze di esponente dispari
hanno lo stesso segno della loro base, si hanno quattro casi possibili:
p
positivo,
n dispari: esiste una sola
r. n-ma, è
positiva e coincide con quella aritmetica;
p positivo,
n pari:
esistono due
r. n-me, la
r. aritmetica e la sua opposta;
p
negativo e
n dispari: esiste una sola
r. n-ma, ed è
l'opposto della
r. aritmetica dell'opposto di
p;
p negativo
e
n pari: non esiste
r. n-ma nel campo reale. ║
R.
di un numero nel campo complesso: nel campo complesso, ogni numero ammette
n r. n-me. Dato il numero
p = ρ (cos φ + i
sen φ), le sue
r. n-me sono date dai numeri che hanno come modulo la
r. n-ma aritmetica di
ρ, e come argomento,
rispettivamente,
φ/
n, (φ + 2
π)/
n,
(φ + 4
π)/
n, ..., (φ + 2(n - 1)
π)/
n; le immagini di tali
r. nel piano complesso sono
i vertici di un poligono regolare di
n lati. ║
R.
di
un'equazione: in algebra, si chiama
r. di un'equazione a una sola
incognita
f(x) = 0 ogni soluzione dell'equazione. Nel caso di
un'equazione algebrica, ovvero, quando
f(
x) è un polinomio
in
x, se
α è una sua
r. il polinomio
f(
x) è divisibile per (
x - α); inoltre, una
r. si dirà di molteplicità
m, o
m-pla, se il
polinomio
f(
x) è divisibile per (
x -
α)
m, ma non per (
x - α)
m+1.
Per quanto riguarda il numero delle
r. di un'equazione, ricordiamo il
teorema fondamentale dell'algebra: un'equazione algebrica di grado
n in una sola incognita
x a coefficienti reali o complessi ammette
esattamente
n r. (reali o complesse), purché ognuna di esse
venga contata
m volte, essendo
m la rispettiva
molteplicità.