Voce latina: ciò che aggrada. Espressione indicante, nelle
università medioevali, le assemblee pubbliche che si tenevano fra allievi
e professori e durante le quali gli argomenti potevano essere imposti dagli
allievi, con facoltà di interrogare i loro maestri su qualunque
questione. Era d'uso che alla discussione venisse prima il contributo di tutti
gli allievi che erano presenti e che toccasse da ultimo al maestro riassumerla
organicamente e dare un parere definitivo sulle tesi che erano state esposte nel
corso del dibattito. • Mus. - Termine in uso durante i secc. XVI-XVII per
designare una particolare mescolanza di melodie, di canzoni popolari, alternate
a grida di venditori, a rumori imitativi, a volte frammisti a mottetti o a
madrigali; l'unico legame era quello di succedere l'uno all'altro senza
interruzione, allo scopo di formare una sorta di
mélange a sfondo
umoristico. A volte le diverse arie o canzoni, quasi sempre di carattere
profano, erano fuse insieme senza il minimo rapporto formale o contenutistico
fra di esse.