Capitale (1.514.000 ab.) dell'Ecuador e capoluogo della provincia di Pichincha
(13.270 kmq; 2.388.817 ab.). Sorge a 2.825 m s/m., sulle falde orientali del
vulcano Pichincha, nelle Ande, lungo il corso del fiume Machángara ed
è circondata da coni vulcanici. • Econ. - Importante centro
commerciale e amministrativo
Q. è collegata alle principali
città del Paese da un'efficiente linea ferroviaria e dall'autostrada
panamericana. L'economia si basa sull'agricoltura, sull'attività delle
industrie tessili, alimentari, chimiche, del legno, della carta, della gomma,
del tabacco, delle materie plastiche e delle calzature.
Q. è
importante centro culturale dell'Ecuador. • St. - Fondata nell'XI sec.
dagli indios Quitus, da cui ha preso il nome, la città venne conquistata
nel 1450 dagli Incas, guidati da Tupac Yupanqui. Nel 1533 fu occupata dagli
Spagnoli al comando di Sebastián de Belalcázar; incendiata dagli
stessi abitanti, venne interamente ricostruita l'anno successivo dai
conquistatori spagnoli. Nel 1563 divenne la sede di una Real Audiencia e nel
1717 fu incorporata nel vicereame della Nuova Granada. Divenne indipendente nel
1822 in seguito alla vittoria nella battaglia di Pichincha, nella quale i creoli
guidati dal generale Sucre sconfissero definitivamente gli Spagnoli. Nel 1830
venne scelta come capitale dell'Ecuador, resosi indipendente dalla
República de la Gran Colombia (formata da Colombia, Ecuador e Venezuela).
• Arte - La città, a pianta regolare, è divisa in tre parti
da due valli che scendono dai fianchi del Pichincha e raggiungono il centro
abitato. Conserva l'impronta barocca impressa dall'architettura spagnola dei
secc. XVI-XVII, di cui ricordiamo il convento di San Francesco (1534-1650); le
chiese di La Merced e della Compagnia di Gesù (1605-89). Tra gli edifici
civili sono degni di nota il palazzo del Governo e quello dell'università
statale, risalenti al XVIII sec.