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Quine, Willard Van Orman.

Filosofo e logico statunitense. Laureatosi in Matematica nel 1930, studiò Logica con A.N. Whitehead all'università di Harvard, conseguendo il dottorato di ricerca. Perfezionò in seguito i suoi studi in Europa, a Varsavia e a Praga, entrando in contatto con R. Carnap. Ritornato negli Stati Uniti, fu chiamato a insegnare all'università di Harvard. Nell'ambito della filosofia della matematica i suoi contributi riguardano soprattutto la teoria degli insiemi, di cui propose a più riprese nuove assiomatizzazioni. In campo più prettamente filosofico si occupò a lungo del problema della distinzione fra giudizi analitici e sintetici, mostrando l'impossibilità di definire l'analitico in base alla sinonimia, ovvero con la sostituzione, salva veritate, dei termini non logici della proposizione. Secondo Q., infatti, non è possibile definire la sinonimia se non introducendo il concetto di analitico, e cadendo così in un'inevitabile circolarità. All'empirismo neopositivista, basato sulla distinzione fra giudizi analitici e sintetici, e sul riduzionismo (teoria secondo cui ogni enunciato significativo è riducibile a un insieme determinato di conferme o smentite empiriche), in Due dogmi dell'empirismo (1951) Q. contrappone l'idea di un empirismo senza dogmi, in cui ogni ipotesi sia sottoposta a verifica empirica insieme a tutti gli altri enunciati che costituiscono la scienza; sia sempre possibile scegliere piuttosto liberamente in quale punto del sistema scientifico far gravare il peso della verifica empirica, e tutti gli enunciati scientifici (compresi quelli tradizionalmente considerati verità analitiche) siano in linea di principio sottoponibili a correzioni empiriche. Notevoli sono anche i contributi dati da Q. alla filosofia del linguaggio. In questo campo si segnala soprattutto la sua trattazione del problema della traducibilità, che lo portò ad affermare l'indeterminatezza di ogni tentativo di traduzione, e le riflessioni sull'ontologia del discorso scientifico. In questo contesto Q. mostrò come gli «impegni ontologici» delle teorie scientifiche siano esplicitabili solo tramite l'utilizzo del linguaggio della logica. Fra le opere principali ricordiamo: Nuovi fondamenti della logica matematica (1937); Logica matematica (1940); Da un punto di vista logico (1953); Parola e oggetto (1960); Relatività ontologica e altri saggi (1969), Le radici del riferimento (1974), Teorie e cose (1981), Quidditates (1987), Ricerca della verità (1990) (Akron, Ohio 1908 - Boston, Massachusetts 2000).