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Katar). Stato (11.525 kmq; 744.029 ab.) della penisola arabica; occupa
la penisola omonima che si protende nel Golfo Persico per circa 200 km e confina
a Sud con l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti. Capitale: ed-Dōha.
Città principali: ar-Rayyān, al-Waqra, Umm Sa'id. Ordinamento:
Monarchia assoluta ereditaria; il potere è nelle mani dell'emiro che
è anche capo del Governo ed è affiancato da un consiglio
consultivo composto da 35 membri scelti dall'emiro stesso. Moneta: riyal
del
Q. Lingua: araba. Religione: musulmana di rito sunnita.
Popolazione: composta in maggioranza da Arabi, comprende anche minoranze di
Iraniani e Pachistani.
GEOGRAFIA
Il territorio, desertico, è prevalentemente pianeggiante,
ricoperto da sabbia e rocce calcaree risalenti all'Era cenozoica. Le coste sono
molto frastagliate e circondate da piccole pianure. I corsi d'acqua sono
inesistenti e le precipitazioni pressoché nulle. La vegetazione è
pertanto assente, fatta eccezione per le oasi che sorgono nei punti in cui
affiorano le falde acquifere sotterranee, grazie alle quali è possibile
la crescita delle palme e la coltivazione, sebbene non molto abbondante, di
ortaggi. Il clima è tropicale, con estati torride che raggiungono anche i
50 °C, e inverni freschi.
Cartina del Qatar
ECONOMIA
La principale risorsa economica del
Q. è il petrolio,
la cui estrazione, lavorazione e commercializzazione costituisce il 95% delle
entrate del Paese. Lo sfruttamento delle risorse petrolifere ebbe inizio nel
1949 nel giacimento di Dukhan, al quale presto seguirono quelli di Idd El Shargi
e di May-dan-Mahzan. Negli anni Settanta l'estrazione del petrolio divenne
l'attività economica preminente del Paese, per il quale iniziò un
periodo di ricchezza e prosperità che attirò molti investitori e
lavoratori stranieri, tanto che più della metà della popolazione
residente è oggi costituita da tecnici, consulenti, impiegati e
imprenditori stranieri. Per questo motivo il Governo, nel corso degli anni,
impostò una politica economica volta a controllare gli investimenti
stranieri e a potenziare risorse diverse dal petrolio, come il gas naturale,
abbondante nella zona di Dōha, lo sviluppo delle industrie (acciaierie,
raffinerie, cementifici) e il potenziamento dell'agricoltura, per la quale fu
avviato un programma di coltivazioni in serra per consentire di provvedere al
fabbisogno interno. Notevoli sforzi economici sono stati inoltre compiuti per la
costruzione di impianti di dissalazione dell'acqua marina, per la produzione
dell'energia elettrica e per lo sviluppo della rete stradale e autostradale.
Grazie all'esportazione del petrolio, il
Q. può contare su una
bilancia commerciale sempre in attivo e su una ricchezza che consente allo Stato
di fornire gratuitamente alcuni servizi sociali come sanità e istruzione.
La prosperità economica del Paese ha conferito alle città un
aspetto moderno, simile alle grandi metropoli occidentali, che si contrappone
alla vita dei villaggi nei quali è concentrata la maggior parte della
popolazione qatara, dedita per lo più all'agricoltura, alla pesca e alla
coltivazione delle perle; una consistente percentuale della popolazione conduce
ancora una vita nomade e si occupa dell'allevamento dei cammelli.
STORIA
Occupato dagli Arabi della dinastia Utūbī nel 1766, il
Q. entrò a far parte del sultanato di Oman nel XIX sec. e in
seguito passò sotto la dominazione dei Turchi (1872-1914), che
riconobbero la legittimità della famiglia reale. Nel 1916 l'emiro
stipulò un accordo di protezione con la Gran Bretagna, che rimase valido
fino al 1971, anno in cui il
Q. ottenne l'indipendenza e si
costituì in Monarchia ereditaria retta dall'emiro Ahmed ibn Abdullah
el-Thani, deposto nel 1972 dal cugino Khalīfa ibn Hamid al-Thani. Questi fu
a sua volta deposto, in maniera incruenta, dal figlio ed erede al trono Khalifa
ben Hamad al-Thani (1995). Nel 1979 il
Q. si oppose agli accordi di Camp
David firmati fra Egitto ed Israele. Nel 1981 insieme all'Arabia Saudita,
Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait e 'Oman diede vita al Consiglio di
Cooperazione del Golfo, con lo scopo di tutelare interessi comuni in campo
economico e militare. Alla fine degli anni Ottanta la scoperta delle scorte di
missili antiaerei
Stinger acquistati al mercato nero dall'esercito qataro
creò notevoli tensioni con gli Stati Uniti e portò a un
raffreddamento delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi. Nel 1991, allo
scoppio della guerra del Golfo, il
Q., dopo un iniziale appoggio
all'Iraq, si schierò con gli altri Paesi arabi anche per salvaguardare la
propria stabilità politica, indispensabile ai programmi di espansione
economica. All'inizio del 1992 sorsero alcune difficoltà con l'Arabia
Saudita per la demarcazione del confine, riguardo alla quale si giunse a un
accordo solo nel 1996. Nello stesso anno furono avviati i rapporti diplomatici
con Israele con l'apertura di uffici commerciali a ed-Dōha e a Gerusalemme
e con l'avvio di trattative per la fornitura di gas naturale a Israele a partire
dal 2000. Nel 1995 il principe ereditario Hamad ibn Khalifa al-Thani detronizzò
il padre, diventando emiro del
Q. Nel 1997 il Paese si propose parte attiva nel
processo di pace arabo-israeliano, offrendo la propria capitale Doha quale sede della
Conferenza economica del Medio Oriente e dell'Africa del Nord. Nell'aprile 1998 l'emiro
al-Thani firmò con la Russia un accordo di cooperazione militare che contemplava
la possibilità di un interscambio di tecnici e l'attuazione di speciali progetti
per l'addestramento militare. Nel 1999 di tennero le elezioni amministrative, prime
consultazioni elettorali dal 1971 che rappresentarono un importante segno dell'inizio
della democratizzazione del Paese. Nel marzo 2000 Doha accettò la decisione della
Corte internazionale che assegnava al Bahrein la sovranità sulle Isole Hawar,
potenzialmente ricche di petrolio. Nello stesso anno il
Q. entrò a far
parte del WTO. Nel corso del 2001 si registrarono tensioni con gli Stati Uniti per la
posizione presa da Doha sull'embargo contro l'Iraq e per le iniziative diplomatiche e
commerciali lanciate dall'Emirato in favore di Baghdad. Dopo gli attentati dell'11 settembre
contro le Torri Gemelle e il Pentagono, la televisione del
Q.
al-Jazeera
(unica emittente al mondo ad avere un corrispondente accettato a Kabul) diffuse per prima
immagini di Osama Bin Laden. I proclami dello sceicco saudita incitanti alla
jihad,
mandati in onda dall'emittente televisiva, incrinarono ulteriormente i rapporti del
Paese con gli Stati Uniti: solo l'anno successivo, con la concessione agli USA di spazi
per la dislocazione di basi militari sul territorio nazionale in vista di un possibile
attacco all'Iraq, le due diplomazie compirono passi di riavvicinamento. Nel 2003 gli elettori
approvarono una nuova Costituzione nella quale si stabiliva la futura creazione di un
Parlamento composto da 45 membri, 30 eletti democraticamente e 15 nominati dall'emiro.
Nello stesso anno si assistette a un cambio al vertice della scala ereditaria al trono del
Q.: l'emiro infatti nominò principe ereditario il figlio minore Tamim scalzando di
fatto l'altro figlio Jassim, precedentemente designato alla successione. Nel marzo 2005
un'esplosione nel teatro di una scuola britannica di Doha provocò la morte di una
persona e il ferimento di altre 12. Nel giugno dello stesso anno entrò in vigore la
prima Costituzione scritta della storia del Paese.