(o
Carmati). Setta eretica musulmana fondata dall'iracheno Hamdān
Qarmat, che nell'899 scatenò una rivolta nella Mesopotamia meridionale.
Ne seguì uno scisma durato circa due secoli. I
q., in lotta contro
il califfato sunnita abbaside, costituirono uno Stato sulla costa araba del
Golfo Persico che esistette fino al 1077. Nel 930 i
q. del Bahrein
riuscirono a razziare la Mecca, sottraendo la pietra nera della Ka'ba che venne
restituita 20 anni più tardi dietro pagamento di un forte riscatto. La
setta si caratterizzava per il suo esoterismo e per alcune pratiche quali la
comunione dei beni e la comunanza delle donne. Alla morte di Qarmat, costretto
dal Governo a emigrare in Siria, il movimento gli sopravvisse e fu molto attivo
finché non fu represso dal califfo nel 903, dopo lotte sanguinose. Lo
stesso avvenne nella Mesopotamia meridionale nel 906. Solo il centro di
Salamija, nella Siria del Nord, riuscì a sopravvivere. Anche nel
Khorassan e nello Yemen furono formate grandi comunità religiose, mentre
un vero e proprio Stato qarmato sorse in territorio indiano, nel
Multàn.