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Qaeda, Al.

Organizzazione terroristica islamica. Nata alla fine degli anni Ottanta ad opera del miliardario saudita Osama Bin Laden (V. BIN LADEN, OSAMA), Al Q. accoglie nelle sua fila membri provenienti da diversi Paesi e il suo staff dirigenziale comprende anche esponenti di altri gruppi terroristici simili, quali le egiziane al-Gama'at al-Islamiyya e al-Jihad. Scopo principale dell'organizzazione è l'unione di tutti i musulmani in un solo Stato (un califfato), con la conseguente abolizione di tutti i confini nazionali e la cacciata di tutti gli Occidentali dai territori interessati. Già a metà degli anni Ottanta, Bin Laden aveva fondato, insieme ad Abdallah Azzam (leader della Palestinian Muslim Brotherhood), il Maktab Al-Khidamat (MAK), il cui scopo era fornire denaro e combattenti alla resistenza afghana di Peshawar in lotta contro le truppe di invasione sovietiche. Per far ciò il MAK aveva installato basi di reclutamento in molte Nazioni (tra cui Egitto, Arabia Saudita, Pakistan e Stati Uniti) e arruolato volontari da oltre 50 Paesi. Nel 1988 Bin Laden abbandonò l'organizzazione, deciso ad allargare la sua campagna islamizzante in altre parti del mondo, e fondò Al Q., alla quale, l'anno seguente, si unirono gli elementi più estremisti della neo-dissolta MAK. Seguendo le sorti e gli spostamenti del suo leader, Al Q. fissò la sede del suo quartier generale prima in Afghanistan, quindi in Arabia, in Sudan e, dal 1996, ancora in Afghanistan, dove si pose a supporto del regime talebano al potere. Gli atti terroristici fanno uso di attacchi suicidi e l'uso simultaneo di esplosivi su differenti obiettivi. Tali attività terroristiche sono portate avanti o da uomini che hanno prestato giuramento di fedeltà a Osama bin Laden o dai numerosi uomini legati ad Al Q. sono stati preparati in campi di addestramento e centri di attività sparsi in diversi paesi del mondo islamico. Tra le operazione terroristiche legate all'organizzazione ricordiamo: nel 1995, l'esplosione di un ordigno all'interno di un centro di addestramento militare statunitense a Riyadh, che causò il ferimento di sette persone; nel 1996, l'esplosione di una bomba in un complesso residenziale militare a Khobar, Arabia Saudita, nella quale morirono 19 persone; il 7 agosto 1998, gli attacchi alle ambasciate statunitensi di Nairobi (Kenya) e Dar es Salaam (Tanzania), semidistrutte da due autobombe fatte esplodere quasi contemporaneamente che provocarono, in totale, 257 morti e circa 5.000 feriti; il 12 ottobre 2000, l'esplosione di un canotto-bomba contro una fiancata della nave da guerra statunitense USS Cole, ancorata nel porto yemenita di Aden, che causò la morte di 17 persone e il ferimento di diverse decine. Il più grave attentato imputabile ad Al Q. resta comunque quello messo in atto negli Stati Uniti l'11 settembre 2001, quando quattro aerei di linea vennero dirottati da terroristi kamikaze: uno si schiantò su un'ala del Pentagono di Washington, due sulle Torri Gemelle del World Trade Center di New York (che in seguito crollarono) e un quarto al suolo, nei pressi di Pittsburgh. L'attacco terroristico multiplo provocò migliaia di morti e di feriti e scatenò la reazione degli Stati Uniti che il 7 ottobre 2001, appoggiati dall'UE e dai Paesi arabi moderati, in seguito al rifiuto da parte del regime talebano di consegnare Bin Laden, diedero avvio ai bombardamenti sull'Afghanistan. Al Q., che nel 1998 aveva annunciato la creazione di una nuova alleanza tra gruppi terroristici di forte matrice anti-americana per l'attacco ad obiettivi civili e militari statunitensi (Fronte islamico internazionale per la Jihad contro Ebrei e Crociati), supportò nel tempo anche combattenti islamici in Bosnia, Cecenia, Tagikistan, Somalia, Yemen e Kosovo, fornendo aiuti logistici a organizzazioni gemelle, tra l'altro, in Algeria, Eritrea e nelle Filippine. Dall'inizio della lotta al terrorismo, da parte del mondo occidentale furono più di 2.700 i seguaci di Bin Laden arrestati dalle forze dell'ordine. Tra questi, nel novembre 2002 venne fermato Abd Al-Rahim al-Nashiri, ritenuto l'ideatore e il responsabile esecutivo dell'attentato al cacciatorpediniere Cole nel porto di Aden (luglio 2000) e tra i principali organizzatori del doppio attentato alle ambasciate americane in Kenya e Tanzania (agosto 1998). Ad Al Q. furono ricondotti anche l'attentato dell'ottobre 2002 a un locale notturno di Bali frequentato esclusivamente da stranieri (V. INDONESIA), che costò la vita a 180 persone, e due attentati avvenuti nel maggio 2003: il primo a Riyadh, in Arabia Saudita, dove, a poche ore dalla visita del segretario di Stato statunitense Colin Powell, un commando di terroristi si fece esplodere in un quartiere residenziale abitato per lo più da stranieri, provocando la morte di 29 persone; il secondo, a pochi giorni di distanza, a Casablanca, in Marocco, allorché una serie di attacchi dinamitardi simultanei compiuti da almeno dieci kamikaze in cinque luoghi nell'antico cuore commerciale della città (il consolato belga, l'hotel Safir, un centro culturale della comunità ebraica, il vecchio cimitero israeliano, il ristorante ispanico "Casa de España") causarono la morte di 39 persone. Nel novembre 2003 alcuni attentati a Istanbul (a due sinagoghe e ad alcuni edifici ospitanti istituzioni diplomatiche e finanziarie britanniche) vennero imputati all'organizzazione. Nel marzo 2004 un attentato multiplo ad alcune stazioni ferroviarie di Madrid costò la vita a 200 persone mentre circa 1500 rimasero ferite. Inizialmente responsabile degli attentati venne considerata Eta, l'organizzazione terroristica basca, ma successivamente la paternità delle stragi venne attribuita proprio ad Al Q. L'organizzazione rivendicò pure gli attentati suicidi del 23 luglio 2005 a Sharm el-Sheikh, località turistica egiziana situata nell'estremità meridionale della penisola del Sinai, in cui persero la vita circa 90 persone, e quelli del 26 aprile 2006 nella vicina Dahab, in cui morirono 18 persone.