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Punto.

Nel cucito e nel ricamo, l'atto di infilare l'ago attraverso il tessuto e passarlo nuovamente a breve distanza; anche il risultato di tale atto, ovvero il tratto di filo tra due fori che segna l'entrata e l'uscita dell'ago nel tessuto. ║ Per estens. - L'avvolgimento del filo nei lavori a uncinetto, a rete oppure a maglia, indifferentemente eseguiti a mano o a macchina. ║ In relazione alla cucitura, il buco che l'ago lascia sul tessuto passando attraverso di esso: si vedono i p. ║ In tessitura, l'intreccio tra i fili di ordito e quelli di trama a formare la legatura. ║ P. metallici: piccole lamine metalliche a forma di U, dette graffette, con cui, per mezzo di una cucitrice, si uniscono stabilmente due parti di un imballaggio oppure due o più fogli di carta o di cartoncino. ║ Qualunque oggetto o segno molto piccolo o piccolo come un p.: la montagna era un p. all'orizzonte. ║ Luogo determinato, preciso: da quel p. il panorama è stupendo.P. di vendita: negozio in cui si vende un certo prodotto. ║ P. di vita: parte del corpo umano segnato dall'incavo sopra i fianchi, in corrispondenza della cintura, e parte corrispondente del vestito. ║ P. debole: detto del luogo più cedevole di una struttura. ║ Fig. - P. debole: in relazione a un individuo, la parte in cui è più vulnerabile o in cui cade più facilmente in tentazione (ai p. deboli si contrappongono i p. di forza, a indicare quei lati della personalità su cui un individuo può contare maggiormente al fine di conseguire un risultato positivo). ║ Passo di un discorso o di uno scritto: un p. molto significativo. ║ Argomento di un racconto o di una discussione: su questo p. siamo d'accordo. ║ Fig. - Raccontare p. per p.: raccontare con precisione e ordine, senza tralasciare i benché minimi particolari. ║ Ciascuna delle parti fondamentali in cui viene articolato un programma d'azione, una dichiarazione di principi: il programma si suddivide in dieci p. ║ Questione (questo è il p.: questa è la questione più importante). ║ Fig. - Venire al p.: venire al dunque, esaminare la questione principale. ║ P. d'onore: questione che compromette, sia in positivo sia in negativo, l'onore di un individuo. ║ Parte del diagramma rappresentativo di un fenomeno, cui fa riscontro una certa condizione o qualità del fenomeno medesimo. ║ Per estens. - Valore o insieme di valori di determinate grandezze che caratterizzano particolari fenomeni: p. di fusione. ║ Istante, attimo, momento di una progressione temporale: a quel p. me ne andai. ║ Fig. - P. critico: momento difficile. ║ Fig. - Arrivare a buon p.: arrivare al momento giusto. ║ Fig. - Essere sul p. di: essere in procinto di fare qualcosa. ║ Fig. - In p. di morte: negli ultimi istanti di vita, vicino a morire. ║ Una delle molteplici fasi di un'attività considerata in corso di svolgimento: sono a questo p. del lavoro. ║ Fase di una progressione ideale; anche termine, segno limite: sono felice fino a un certo p. ║ Fig. - In p.: esattamente (arrivare in p.: arrivare in perfetto orario; è mezzanotte in p.: è mezzanotte precisa). ║ Fig. - Di tutto p.: in ordine. ║ Fig. - In un p.: contemporaneamente. ║ Fig. - A buon p.: in un momento opportuno. ║ Fig. - Mettere a p.: espressione, riferita generalmente a una macchina, con cui si allude al perfetto funzionamento della medesima. ║ Fig. - Mettere a p. una questione: definire i termini della questione. • Artig. - I p. si suddividono come segue: p. di cucito, p. di ricamo, p. a giorno, merletti e p. di maglia. ║ P. di cucito: i più facili sono la filza, il p. indietro e l'impuntura, tutti da eseguirsi da destra verso sinistra; se nel p. indietro, inoltre, i p. sono disgiunti da un breve intervallo, nell'impuntura essi si succedono con continuità. Questi ultimi due p. vengono per lo più rimpiazzati dalla cucitura a macchina. Altri generi di cucitura sono il sopraggitto, che si esegue da destra a sinistra e serve per unire fra loro due lembi di un tessuto, e il soppunto (detto anche p. d'orlo), che fissa sul rovescio di un abito l'orlo del medesimo. ║ P. di ricamo ad ago: il p. più semplice è la filza, cui si ricorre per moltissimi scopi: ornamenti, sfondi, rilievi, ricamo su tulle, realizzazione del trapunto toscano. Un altro comune p. di ricamo è il p. passato, così denominato perché il filo viene fatto passare alternativamente sopra e sotto il tessuto, in modo da ricoprirlo interamente su entrambi i lati; a seconda del modo in cui viene utilizzato, tale p. assume nomi diversi, quali passato piatto a fili contati, passato piatto contornato o passato pieno. Altri p. di ricamo sono l'impuntura, il p. Madera (detto anche p. inglese), il p. Parigi, il p. Assisi, il p. broccatello, il p. catenella, il p. madama (detto anche p. Caterina de' Medici), il p. a croce, il p. erba (detto anche p. stelo), il p. festone (detto anche p. smerlo), il p. stuoia (detto anche p. figura), il p. foglia (detto anche p. spinato), il p. ombra, il p. Palestrina, il p. pittura, il p. raso, il p. raso diviso (detto anche p. risparmiato), il p. riccio, il p. Rodi, il p. spina, il p. stemma, ecc. Limitatamente al ricamo di tappezzeria, inoltre, vanno menzionati due p. tanto celebri quanto decorativi: il piccolo p., simile al p. a croce, che richiede un solo filo, e il mezzo p., che si esegue da destra a sinistra, coprendo il filo da sinistra a destra con p. uguali a quelli del piccolo p.P. a giorno: comprendono il p. quadro, il p. gigliuccio e lo sfilato nei suoi vari generi (russo, siciliano, sardo, del Campidano). ║ Merletti: comprendono alcune trine in base al p. che le caratterizza; si distinguono, così, il p. Venezia, il p. rosa, il p. Burano, il p. Colbert, il p. d'Alençon e il p. Argentan nei merletti ad ago, il p. di Milano e il p. di Genova nei merletti a fuselli e il p. d'Inghilterra e il p. di Bruxelles (detto anche p. gaze) nei merletti misti. ║ P. a maglia: ogni genere di maglia, purché caratterizzata da un disegno, rappresenta un p. • Tipogr. - Segno grafico costituito da un cerchietto pieno e piccolo (di qui il diminutivo puntino). ║ Il p. si pone sulla i minuscola; ciò già a partire dalla scrittura latina medioevale. ║ Fig. - Mettere i p. sulle i: chiarire, precisare con scrupolo ed esattezza. ║ P. di conduzione o di accompagnamento: serie di p. che serve a condurre l'occhio del lettore da un capo all'altro della pagina; questi p. vengono utilizzati soprattutto nei cataloghi e negli indici. ║ P. tipografico: unità di misura della lunghezza usata in tipografia per il materiale di composizione. Il più comune è il p. Didot, dal nome del tipografo francese F.-A. Didot, cui si deve l'invenzione nel XVIII sec; esso equivale a 0,376 mm del sistema metrico decimale e il suo multiplo è la riga, pari a 12 p. e quindi a 4,512 mm. In Inghilterra il p. tipografico equivale a 1/72 di pollice, cioè a 0,351 mm; in Belgio è in vigore il p. Fournier di 0,349 mm, creato dal francese P.-S. Fournier nel XVIII sec. • Gramm. - Come segno d'interpunzione, il p. fermo (.) segna la fine del periodo, il p. e virgola (;) indica una pausa intermedia fra quella della virgola e quella del p. fermo, i due p. (:) introducono il discorso diretto, una citazione, un elenco o una proposizione che serve a chiarire e precisare quanto detto prima, i p. interrogativo (?) ed esclamativo (!) connotano rispettivamente l'intonazione interrogativa ed esclamativa del periodo, i puntini di sospensione (...), in genere tre e posti alla fine o anche nel mezzo del periodo, significano che il discorso è lasciato volutamente in sospeso; nelle citazioni, inoltre, i puntini servono a indicare che sono state tralasciate parole o intere frasi (in questo caso, generalmente, i puntini si trovano entro parentesi tonde o quadre, in modo tale da non essere confusi con i puntini di sospensione). ║ Fig. - P. e basta!: esclamazione con cui si intende porre fine a qualcosa. ║ Fig. - P. fermi: con riferimento a un programma, posizioni da raggiungere o raggiunte che non vanno modificate, né abbandonate. ║ Fig. - È un p. interrogativo!: persona dal comportamento poco cristallino o cosa di difficile risoluzione. ║ Il p. posto alla fine di una parola serve ad abbreviare la parola medesima: pag. (pagina), seg. (seguente). • Fon. - Due p. segnati sopra una vocale costituiscono il segno della dieresi. In alcune lingue, tuttavia, hanno altri valori: in tedesco e in varie lingue germaniche, ad esempio, i due p. rappresentano il segno dell'Umlaut, mentre nell'alfabeto cirillico stanno a indicare la pronuncia della vocale e. ║ Nei sistemi di trascrizione fonetica, un p. segnato sopra o sotto una consonante ne indica, rispettivamente, il suono velare e faringale; due p. scritti sopra una vocale hanno molteplici valori, senza relazione alcuna con il fenomeno della dieresi; due p. posti verticalmente dopo una vocale ne marcano la lunghezza; un p. sottoposto a una vocale sta a significare che la vocale in questione è breve. ║ Un p. segnato sopra una lettera, nei manoscritti antichi, indica che quella lettera va eliminata, mentre nelle edizioni moderne denota lettura incerta. • Geogr. - P. caldi: zone della superficie terrestre interessate da fenomeni vulcanici. Collocati al di fuori delle fasce crostali in cui si trova la maggior parte dei vulcani sottomarini e subaerei, i p. caldi sono la manifestazione superficiale di pennacchi caldi (hot plumes) situati nel mantello superiore, cioè correnti ascensionali di materiale solido, ma incandescente; dal passaggio delle zolle crostali su questi pennacchi derivano piccole manifestazioni vulcaniche. ║ Fig. - P. caldi: aree geopolitiche caratterizzate da aspri conflitti, sia interni che fra Stati diversi. • Mecc. - P. materiale: p. geometrico pensato come sede di una massa (a un p. geometrico, ad esempio, si associa nella balistica un proiettile, nell'astronomia un astro, nella fisica atomica una particella elementare, ecc.). Qualunque corpo può essere rappresentato con un p. materiale, indipendentemente dalla natura o dalle dimensioni del corpo medesimo. ║ P. morto: ognuna delle due posizioni estreme nella traiettoria di un organo meccanico in moto oscillatorio. Generalmente, si fa riferimento a uno stantuffo che si muove di moto rettilineo alternativo all'interno di un cilindro; il p. morto è detto rispettivamente esterno o interno (o anche superiore o inferiore), a seconda che sia quello più lontano o più vicino all'albero. ║ Fig. - P. morto: situazione statica che non accenna a evolvere né in un senso né in un altro, a meno che non sopraggiungano elementi nuovi (le ricerche sono giunte a un p. morto). ║ Saldatura a p.: tipo di saldatura per cui le lamiere vengono unite attraverso la pressione di due elettrodi e il passaggio di corrente elettrica. • Mar. - P. nave: la posizione geografica di un'imbarcazione. È definibile in vari modi: in base alle coordinate geografiche, longitudine e latitudine (p. osservato), in base a rilevamenti da due p. terrestri noti (p. rilevato), in base a rilevamenti radioelettrici (p. radioelettrico), in base alla posizione di partenza, alle rotte effettuate, al tempo occorso e alla velocità di navigazione, considerando anche l'influenza del vento, delle correnti, ecc. (p. stimato). ║ Per estens. - La posizione di un aeromobile, comprensiva anche dell'indicazione della quota (fare il p.: rilevare la posizione). ║ Fig. - Fare il p. della situazione: determinare gli estremi a cui si è giunti, in modo tale da riuscire a presagire gli sviluppi successivi e decidere sul comportamento da tenere in futuro. • Balist. - Tiro di p. in bianco: il tiro di artiglieria in cui la traiettoria del proiettile sparato interseca la linea di mira adottata. ║ Fig. - Di p. in bianco: a un tratto, improvvisamente, senza preparazione. ║ P. d'inquadramento: quelli che, individuati topograficamente, servono per aggiustare il tiro, così da intervenire direttamente su qualunque obiettivo servendosi dei tiri già effettuati. • Cristall. - P. reticolare: posizione di un atomo all'interno di un reticolo cristallino; l'insieme delle suddette posizioni costituisce il reticolo cristallino. • Metrol. - Unità di misura di lunghezza, utilizzata in passato in vari Stati, equivalente alla dodicesima parte della linea. • Inf. - P. a p.: collegamento, ad esempio mediante una linea telefonica, che mette in comunicazione in modo diretto, fisso e continuo due unità elettroniche (ad esempio, un terminale e il calcolatore centrale). Generalmente si ricorre a questa tecnica quando ci sono grandi quantità di informazioni da intercambiare e non è disponibile una rete di commutazione a pacchetto. Viceversa, se le informazioni sono scarse, si può ricorrere alla tecnica del drop line, o linea commutata, in cui si utilizza una normale linea telefonica (componendo il numero come in fonia) nel momento in cui serve e solo per il tempo necessario. ║ P. di accesso remoto: p. lontano da un calcolatore dal quale si può accedere al calcolatore medesimo. ║ Nella tecnica di commutazione a pacchetto, il p. in cui vengono raccolti i messaggi degli utenti vicini al p. stesso mediante un concentratore; il concentratore provvede poi a inoltrare i messaggi accumulati. Ovviamente la tecnica in questione funziona anche in direzione opposta: dal concentratore agli utenti. • Econ. - Con riferimento alle quotazioni di borsa: le azioni sono scese di cinque p.P. di Cournout: il p. di massimo beneficio per il monopolista. ║ P. di contingenza: criterio per la determinazione delle variazioni salariali in relazione alle variazioni del costo della vita. ║ P. critico dell'inflazione: quello a cui il valore del denaro diminuisce al crescere della quantità di denaro in circolazione. ║ P. dell'oro: i limiti al di là dei quali è conveniente per gli operatori provvedere ai pagamenti internazionali in oro anziché in moneta. Questo concetto può concretizzarsi solo qualora una moneta sia effettivamente convertibile in oro. Condizioni del genere si sono verificate nel periodo compreso tra la fine del XIX sec. e il 1914, in cui si affermò un regime internazionale denominato gold standard: in base ad esso, la banca centrale di ogni Stato fissava il valore di scambio fra l'oro e la moneta da utilizzare nei vari scambi, sia interni che esterni. Attualmente il regime di gold standard va pensato più che altro come un regime ideale che serve a regolare i rapporti internazionali fra i diversi Paesi. ║ P. di fuga: il p. d'intersezione tra la curva dei costi totali medi e quella dei costi marginali; è chiamato in questo modo perché, in un regime di libera concorrenza, ci si aspetta che un'impresa rinunci a produrre in presenza di un prezzo di mercato ad esso inferiore. ║ P. di svolta: quello per cui a una fase di espansione segue una fase di depressione (p. di svolta superiore o crisi) o, viceversa, da una fase di depressione si passa a una fase di espansione (p. di svolta inferiore o ripresa). • Med. - P. di repere: p. anatomici cui riferirsi per rilevare misure corporee d'interesse antropometrico o biometrico. I p. suddetti sono localizzati sulla cute oppure sullo scheletro (nel primo caso si parla di p. somatometrici, nel secondo di p. osteometrici) e possono essere sagittali o mediani oppure laterali, cioè dislocati a coppie più o meno simmetriche lungo vari assi del corpo; in quest'ultimo caso, quando importa un solo p. di una coppia, si considera generalmente quello sinistro. ║ P. dolente: area cutanea, corrispondente in genere a un organo profondo, la cui compressione risulta dolorosa in caso di malattia dell'organo da essa sotteso. ║ P. nero o comedone: macchia puntiforme nerastra costituita da sebo, che ostruisce l'orifizio di una ghiandola sebacea. ║ Fig. - P. nero: aspetto negativo di una situazione, di una questione, di una faccenda o azione riprovevole, che rappresenta una macchia nel comportamento di un individuo. • Chir. - Elemento della sutura eseguito con filo e ago. A seconda delle necessità del momento, i p. hanno forme diverse. ║ Per estens. - Altri mezzi di sutura, quali graffette di metallo e clips d'argento, da utilizzarsi rispettivamente per la pelle e per l'emostasi dei vasi meningei. • Gen. - P. caldo: parte del gene in cui le mutazioni e le ricombinazioni si susseguono con aumentata frequenza. • Embr. - P. latteo: ciascun nodulo mammario della cresta lattea (sollevamento ectodermico da cui si sviluppano le mammelle dei mammiferi); tale nodulo ha forma di clava o di nodulo peduncolato. • Ott. - P. cieco di Mariotte: difetto lacunare nel campo visivo causato da lesione in un p. qualsiasi delle vie ottiche, per cui la facoltà di percezione è ridotta o pressoché nulla; è detto anche scotoma. ║ P. prossimo: il p. dell'asse ottico più contiguo all'occhio per cui la visione è distinta. La distanza del p. prossimo dall'occhio è soggetta ad aumentare progressivamente con l'età; in seguito all'irrigidimento del cristallino, il p. prossimo finisce per coincidere con il p. remoto, cioè con il p. dell'asse ottico più distante dall'occhio per cui la visione è distinta (in occhio normale tale p. è pari all'infinito). • Chim. - Si ricorre al p. per collegare fra loro le formule di composti costituiti da associazioni molecolari (è il caso, ad esempio, dei sali idrati). ║ Formula elettrone-p.: quella in cui gli elettroni di legame in una molecola vengono rappresentati da p. collocati tra i simboli degli atomi. • Giochi - Unità che determinano i risultati ottenuti in vari giochi: il sette bello vale un p.Dare dei p. a un giocatore: concedere un vantaggio a un giocatore, in genere al più inesperto. ║ Fig. - Dare dei p. a qualcuno: superare qualcuno in qualcosa. • Sport - Unità che costituisce un elemento di valutazione del merito di un giocatore o di una squadra. Stabiliscono l'assegnazione dei p. norme apposite; i p. conseguiti determinano il punteggio. ║ Andare a p.: nel gioco delle bocce, cercare di superare l'avversario nel lancio della propria boccia al pallino. ║ Vittoria ai p.: nel pugilato, quella assegnata al contendente che riporta il miglior punteggio in base ai coefficienti di abilità, aggressività, difesa, efficacia, ecc.; ciò si verifica dopo l'effettuazione di tutte le riprese in programma, senza che nessuno dei due contendenti sia andato al tappeto. ║ Nel baseball, quello assegnato a un attaccante allorché da battitore diventa corridore e tocca, nell'ordine, la prima, la seconda, la terza e la casa base. ║ Nell'hockey su ghiaccio, quello segnato in blu (del diametro di 30,48 cm) che si trova esattamente nel mezzo del campo e al centro di un circolo di 3,05 m di raggio, segnato da una linea blu larga 5,08 cm. ║ P. di drizza: nella vela, il p. d'incontro delle vele triangolari. Vi si fissa la drizza che serve a issare la vela. ║ P. di mura: nella vela, l'angolo prodiero inferiore della vela in cui, entro una bugna, passa la mura. Spesso, invece della semplice cima, viene fissato un piccolo paranco, formato da due bozzelli semplici. ║ P. di scotta: nella vela, l'angolo poppiero inferiore della vela in cui, entro una bugna, passa la scotta. ║ Una determinata zona del terreno di gara. ║ P. critico: nel salto con gli sci, il p. di contatto tra la pista di atterraggio e il piano di arrivo. ║ P. di rigore: nel calcio, p. del campo posto alla distanza di 11 m dalla porta, su una linea immaginaria perpendicolare a quella della porta ed elevata nel suo p. mediano. Sul terreno di gioco il p. di rigore è segnato da un dischetto; su di esso viene posto il pallone per il calcio di rigore. ║ P. di rimessa: nel gioco del calcio, il p. in cui la palla viene immessa in campo con le mani quando sia uscita dal terreno di gioco; la rimessa è affidata alla squadra non responsabile dell'uscita della palla dal campo. • Ord. scol. - Ognuna delle unità che, sommate insieme, costituiscono il voto con cui l'insegnante valuta la prova, scritta oppure orale, di uno studente. ║ Per estens. - Il voto stesso. • Astron. - P. cardinali: V. CARDINALE. ║ P. equinoziale: V. EQUINOZIALI, PUNTI. • Astrofis. - P. lagrangiani: quelli di un sistema formato da due corpi di notevole massa orbitanti nello spazio, in cui le forze gravitazionali dei due corpi si bilanciano; sono detti anche p. di librazione. L. Lagrange, nel 1772, dimostrò che un sistema stabile poteva essere costituito, oltre che da due corpi orbitanti l'uno intorno all'altro, anche da tre corpi, a patto, però, che uno di essi avesse una massa notevolmente inferiore a quella degli altri due. Ad esempio, nello spazio occupato dalla Terra e dalla Luna, oppure da Giove e dal Sole, si trovano cinque p.; un corpo che si venga a trovare in uno di questi p. tende a rimanere in posizione stabile rispetto agli altri due. Nell'esempio del sistema Sole-Giove, tre di tali p. giacciono sulla congiungente astro-pianeta, il primo vicino a Giove, dalla parte interna dell'orbita ma al di là del Sole, mentre il quarto e il quinto sull'orbita di Giove, con uno che precede e l'altro che segue il pianeta di 60 gradi. Questi due p., dunque, disegnano con il Sole e Giove due triangoli equilateri. Ora, se i primi tre p. sono quasi stabili e un corpo di piccole dimensioni vi rimarrebbe soltanto se non venisse disturbato eccessivamente dalle perturbazioni di altri corpi, nel quarto e nel quinto p. tale corpo si limiterebbe a oscillare intorno ad essi, ma senza allontanarsene. Le previsioni di Lagrange vennero confermate il 22 febbraio 1906 dall'astronomo tedesco M. Wolf, grazie all'osservazione di un asteroide, o meglio della sua orbita, che si sviluppava costantemente vicino al p. lagrangiano L4 del sistema Sole-Giove: si manteneva cioè immutabilmente a circa 760.000.000 km davanti a Giove nel suo moto intorno al Sole. Il 17 ottobre dello stesso anno A. Kopff scoprì un altro asteroide, chiamato Patroclo, anch'esso a quasi 60° da Giove, ma dietro il pianeta, cioè nel p. lagrangiano L5. Attualmente di tali corpi, chiamati asteroidi troiani, se ne conoscono una quindicina: dieci si trovano a Est di Giove e i rimanenti cinque a Ovest del pianeta, in corrispondenza ai vari p. Secondo gli studi e le previsioni di un gruppo di scienziati dell'università di Princeton, guidati dal fisico G. K. O'Neil, oggi sarebbe tecnicamente ed economicamente possibile stabilire nel p. L5 del sistema Terra-Luna un habitat capace di mantenere in vita almeno 10.000 persone; tali colonie spaziali non si sposterebbero mai dal loro p. di collocazione nello spazio. • Topogr. - Sinonimo di vertice in un triangolo o in un poligono. ║ P.-stazione: il vertice di una rete topografica in cui si fa stazione con lo strumento ottico per effettuare poi tutte le misurazioni che si riferiscono alle operazioni di campagna (letture angolari, distanziometriche, di livello, ecc.). • Filos. - P. metafisici: espressione con cui G.W Leibniz denominò le monadi; esse, a differenza dei p. fisici e dei p. geometrici, sono rispettivamente prive di estensione e di realtà oggettiva. • Lett. - Nell'analisi delle strutture narrative, la prospettiva da cui si raccontano gli avvenimenti di un'opera letteraria; può essere quella dell'autore, di un personaggio o di più personaggi successivamente, oppure può corrispondere a una visione esterna e oggettiva dei fatti narrati. • Mus. - Il p. ha due significati diversi a seconda che sia posto sopra oppure dopo una nota. Nel primo caso serve a indicare che la nota in questione deve essere suonata staccata, cioè separata dalla nota che la precede e da quella che la segue. In realtà, l'effetto ottenuto ponendo il p. sopra una nota è quello di ridurne il valore, esattamente come se, fra nota e nota, ci fosse una brevissima pausa. Quando il p. è segnato dopo una nota, la durata della medesima aumenta della metà. Ad esempio, se viene posto dopo una minima, il valore di questa non corrisponderà più a una minima, ma a una minima più una semiminima. Talvolta, invece di un solo p. a destra di una nota, ve ne sono due; in tal caso la durata della nota aumenta di tre quarti, in quanto il secondo p. determina un aumento della durata della nota pari alla metà di quello determinato dal p. precedente. È possibile, infine, che i p. siano anche più di due. • Arald. - P. dello scudo: le parti in cui si suddivide idealmente lo scudo, indicate con nomi che derivano dalla comparazione dello scudo con il corpo umano; il numero delle parti varia da 15 (per le armi complicate) a 11 (per le armi più semplici). Tale suddivisione serve per il blasonamento e la riproduzione grafica in base alla descrizione araldica. • Numism. - P. segreti: segni posti sulle monete a indicare la zecca di provenienza, le varie emissioni, gli zecchieri e gli ufficiali che avevano il compito di vigilare sulla coniazione; si dicevano segreti perché pochi dovevano essere in grado di decifrare il loro significato. Erano lettere dalla forma leggermente variata (ad esempio, una O tonda oppure lunga), p. collocati dentro o sotto le lettere della leggenda, in modo tale da assegnare la lettera in questione a una determinata zecca. D'uso comune a Venezia nel XIII sec. e in Francia nella seconda metà del XIV sec., vennero poi rimpiazzati da lettere, sigle e stemmuli. • Mat. - In geometria, ente privo di dimensioni e di forma, la cui nozione intuitiva corrisponde all'idea di una posizione sulla retta, sul piano e nello spazio. Il p., insieme alla retta e al piano, è un ente fondamentale della geometria e non ammette, quindi, definizione esplicita: è definito solo implicitamente mediante i postulati di appartenenza del piano e di ordinamento della retta. In geometria analitica, i p. di una retta o di un piano sono posti in corrispondenza biunivoca con i valori di una variabile x o con le coppie di valori di due variabili (x, y), fissato un sistema di riferimento. ║ P. di accumulazione o p. limite: per un sottoinsieme I di uno spazio topologico, è un p. P di I tale che ogni suo intorno abbia almeno un altro p., distinto da P, in comune con I; ciò implica che in ogni intorno di P siano contenuti infiniti p. di I. ║ P. ciclico: in geometria proiettiva, p. improprio di una circonferenza. ║ P. di contatto o di tangenza: p. in cui una retta è tangente a una curva o ad una superficie; più in generale, p. in cui si ha tangenza tra due varietà. ║ P. doppio: data una curva piana o una superficie nello spazio, è un p. P tale che la generica retta passante per esso abbia in P due intersezioni con la curva o con la superficie. Si chiama p. doppio isolato di una curva piana il p. doppio della curva in cui le tangenti principali siano complesse coniugate. ║ P. esterno: in geometria euclidea, rispetto a una curva piana convessa o ad una superficie convessa, p. per il quale passano rette tangenti alla curva o alla superficie. In analisi, dato un sottoinsieme I di uno spazio topologico, si dice p. interno a I ogni p. P tale che esiste almeno un intorno contenente P avente intersezione vuota con I; equivalentemente, P è un p. interno al complemento di I. P. fisso: in una trasformazione, p. che ha se stesso come immagine. P. fondamentale: in una trasformazione birazionale tra due varietà algebriche, p. che non ha immagine univocamente determinata. ║ P. generico: in una curva, in una superficie, in una varietà algebrica o analitica irriducibile, ogni p. che non soddisfi una data condizione che sia, a sua volta, soddisfatta solo dai p. di una sottovarietà di dimensione inferiore rispetto all'ambiente. La nozione di p. generico, pertanto, dipende strettamente dalla questione che si prende in esame. ║ P. indipendenti: in uno spazio lineare di dimensione r, k p. di coordinate omogenee P(i)= (x(i)0, x(i)1, ..., x(i)r; i = 1, ..., k) si dicono linearmente indipendenti se non esistono k costanti c1, ..., ck , non tutte nulle, che soddisfino la condizione c0P(0) + c1P(1) + ...+ ckP(k) = 0 (che, in coordinate omogenee, corrisponde a k + 1 equazioni). Geometricamente, ciò equivale al fatto che nessuno dei k p. dati appartenga allo spazio lineare generato dai rimanenti k - 1 p.P. interno: in geometria euclidea, rispetto a una curva piana convessa o a una superficie convessa, un p. per il quale non passano rette tangenti alla curva o alla superficie. In analisi, dato un sottoinsieme I di uno spazio topologico, si dice p. interno a I ogni p. che ammetta almeno un intorno contenuto in I. ║ P. medio di un segmento: il p. che divide il segmento in due parti uguali. ║ P. notevoli di un triangolo: il baricentro, l'incentro, il circocentro e l'ortocentro di un triangolo. ║ P. singolare o multiplo: p. di una curva algebrica o di una varietà algebrica in cui ogni retta ha intersezione almeno doppia. ║ P. stazionario: p. di una curva piana in cui la derivata prima si annulla. Tali p. assumono particolare importanza nello studio dei massimi e dei minimi locali e assoluti di una funzione. • Mecc. - P. materiale: p. geometrico al quale si associa una massa; viene utilizzato per rappresentare, almeno in prima approssimazione, un corpo materiale in modo semplice ed efficace. Si osservi come la possibilità di schematizzare un corpo con un p. materiale non dipenda dalle sue dimensioni o dalla sua natura, bensì dalla natura del problema: ogni corpo può essere schematizzato con un p. materiale quando le sue dimensioni lineari siano piccole rispetto alle distanze tipiche del problema e si possano trascurare le rotazioni del corpo intorno al proprio centro di massa. ║ P. morto: ognuna delle due posizioni estreme della traiettoria di un organo meccanico in moto oscillatorio; in generale ci si riferisce a uno stantuffo in moto rettilineo alternativo entro un cilindro. Il p. morto è detto rispettivamente esterno o interno (o anche rispettivamente superiore o inferiore) a seconda che sia quello più lontano o quello più vicino all'albero.