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Putrefazione.

(o putrescenza). (dal latino tardo putrefactio, der. di putrefacere: putrefare, marcire). Processo di decomposizione delle sostanze organiche e, in particolare, delle sostanze proteiche complesse, eliminate nel corso della normale attività fisiologica degli organismi viventi o a seguito della morte di questi organismi. La p. è causata soprattutto da batteri anaerobi di varie specie (Bacterium istoliticus, putrificus, mesentericus, vulgaris, Streptococcus pyogenes, ecc.) ed è finalizzata al riutilizzo di queste sostanze attraverso la loro riduzione da complesse a semplici. Da un punto di vista chimico, alla base della p. è un'idrolisi delle proteine unita alla decomposizione degli amminoacidi, che vengono trasformati in parte in prodotti di natura gassosa (anidride carbonica, idrogeno solforato, metano, azoto, ecc.), in parte in prodotti di natura basica (ptomaine). La p. delle proteine si svolge in sede intestinale ad opera dei batteri saprogeni dell'intestino crasso: i prodotti della p. in genere non varcano la barriera intestinale, eccezion fatta per alcuni che, trasportati al fegato tramite il sistema venoso portale, vengono ossidati, legati ad acido glucuronico o acido solforico e, quindi, eliminati con le urine. Condizioni patologiche particolari possono provocare una p. eccessiva che, a sua volta, finisce per causare una sovrapproduzione di ammine tossiche da parte dell'intestino, con conseguente insorgenza di disturbi nervosi. L'esame del processo della p. risulta di estrema rilevanza in medicina legale al fine di determinare data, cause e circostanze della morte.