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Pulsar.

Voce inglese, abbreviazione di pulsating radio source: radiosorgente pulsante. • Astron. - Denominazione con la quale vengono indicate sorgenti caratterizzate da emissioni di intensità variabile, ma con periodo costante (oscillante da pochi millisecondi a circa quattro secondi), di onde radio, di luce, di raggi X o di raggi γ. Le p. sono dotate di un raggio teorico di qualche decina di chilometri, di campi magnetici e di una notevole velocità di rotazione; generalmente hanno vita breve, a causa dell'attrito generato dal loro campo magnetico. Scoperta nel 1967 da A. Hewish e dalla sua assistente J. Bell dell'università di Cambridge, la prima p. fu denominata con l'acronimo LGM (Little Green Men), per suggerire una possibile vita del corpo stellare. Le p. sono stelle formate da neutroni e presentano, di conseguenza, una densità pari a quella di nuclei atomici di uguale struttura. Questi corpi ruotano rapidamente attorno a un asse non coincidente, tuttavia, con quello del campo magnetico che le circonda. Un osservatore vedrebbe infatti l'emissione di luce come un fascio luminoso pulsante con un periodo di ritorno del segnale pari a quello di rotazione della stella. Per spiegare l'esistenza delle p. è stata avanzata una teoria fondata sull'esplosione di corpi di massa maggiore rispetto a quella solare: con un successivo collasso gravitazionale gran parte della materia stellare verrebbe espulsa e si presenterebbe allora sotto forma di nebulosa, mentre il nucleo collasserebbe in un ammasso di particelle di carica neutra. Il periodo di rotazione di una p. non è costante, ma tende ad aumentare conseguentemente al rallentamento del corpo per la perdita naturale dell'energia cinetica; osservando quindi il periodo di una p., sarebbe possibile stabilire l'età dell'oggetto e il lasso di tempo intercorso tra l'esplosione e l'analisi attuale. Le p. sono contrassegnate da una sigla (PSR) seguita da due numeri (separati dal segno algebrico +), che ne indicano, il primo, il tempo di ascensione retta e, il secondo, la declinazione celeste. A partire dagli anni Ottanta sono state scoperte delle p. superveloci con un periodo di rotazione assai limitato: per giustificarne l'origine gli astronomi hanno pensato all'esistenza di un sistema binario di radiosorgenti, una delle quali si autoalimenterebbe, sottraendo materia alla stella compagna, aumentando così la propria velocità. Attualmente, le p. conosciute sono circa 500, quasi tutte rintracciabili nella nostra costellazione della Via Lattea, eccetto una, collocata nella Piccola Nube di Magellano; la più nota è identificabile con una stella della nebulosa del Granchio, dotata di un periodo di rotazione pari a 33 millisecondi.