Regione della Francia sud-orientale, compresa tra il Delfinato, il Rodano, le
Alpi e il Mar Mediterraneo. È suddivisa amministrativamente in quattro
dipartimenti: Alpes de Haute-Provence, Bouches-du-Rhôn, Var e Vaucluse.
• Geogr. -
Morfologia: si possono individuare tre diverse regioni,
ciascuna con una propria fisionomia: l'Alta
P. (o
P. calcarea), la
P. cristallina e la Bassa
P. L'Alta
P. è costituita
dai bacini medi della Durance e del Verdon (affluente della Durance) e dal
bacino superiore del Varo. Generalmente montuosa, a Nord-Est è occupata
da altopiani calcarei in cui mancano corsi d'acqua superficiali (le acque si
trovano a 500 m sotto la superficie, in gole profondamente incassate); terreni
calcarei costituiscono anche le Piccole Alpi di
P., caratterizzate da
un'alternanza di alture tondeggianti e bacini. La
P. calcarea è
separata dalla
P. cristallina da una depressione che, a partire
dall'Étang de Berre, prosegue fino al Golfo di Fréjus ed è
percorsa dall'Arc e dall'Argens. In questa seconda regione, pure montuosa, si
innalzano i massicci dei Maures e dell'Esterél. Sull'estremo
sud-occidentale della regione, infine, si estende la Bassa
P., sui cui
terreni alluvionali scorrono le acque del Rodano e della Durance. A differenza
della
P. calcarea e cristallina, la Bassa
P. è per lo
più pianeggiante e comprende la Crau, la pianura di Saint-Rémy,
fertile e diffusamente popolata fin dai tempi più antichi, e l'ampia
pianura della Camargue, dalla caratteristica forma triangolare (da Arles al
mare, tra il Grande Rodano e i due bracci del Piccolo Rodano) e ricca di stagni.
La diversità dei terreni delle tre regioni si riflette nella
varietà della costa, ora piatta e monotona, ora dominata da promontori a
picco sul mare e da strette insenature. ║
Idrografia: i fiumi della
regione sfociano tutti nel Mar Mediterraneo, sia confluendo nel Rodano e nei
suoi affluenti, sia direttamente. A eccezione del Rodano, inoltre, i restanti
corsi d'acqua sono caratterizzati da una forte pendenza e da un regime
irregolare; come tali, dunque, non sono navigabili, ma vengono sfruttati per
ricavare da essi forza motrice e per l'irrigazione dei campi. ║
Clima: escludendo la zona montuosa dal clima alpino, nel resto della
regione prevale un clima mediterraneo, con inverni miti e umidi ed estati
secche. In inverno il mistral (il vento che soffia da Nord) causa spesso
violente variazioni di temperatura. • Econ. - Buona parte dell'economia
della regione si fonda sull'agricoltura (cereali, ulivi, viti, ortaggi, frutta),
che offre prodotti di alta qualità (vini pregiati, primizie, fiori). Di
un certo rilievo sono anche l'allevamento del bestiame, praticato soprattutto
nella zona meridionale della Camargue, nonché le attività
commerciali e industriali (industrie chimiche, alimentari, raffinerie di
petrolio), localizzate nelle maggiori città: Marsiglia, Tolone, Arles,
Avignone, Aix-en-Provence, Nizza, Cannes e Hyères. È il turismo,
tuttavia, a rappresentare la più grande fonte di ricchezza per la
regione: alla Costa Azzurra si affiancano, infatti, città
storico-artistiche e i pittoreschi paesaggi dell'entroterra. • St. -
Originariamente abitata da popolazioni di stirpe ligure, la
P. fu
occupata dai Celti in due ondate successive (secc. VII-VII a.C. e secc. VI-V
a.C.); intorno al 600 a.C. ai Celti si sostituirono i Greci, che fondarono il
primo nucleo della città di Marsiglia. Nel 122 a.C. la regione fu
conquistata dai Romani e, durante l'Impero di Augusto, divenne provincia
senatoria con il nome di
Gallia Narbonensis (il nome della regione,
P., deriva proprio dal latino
Provincia). Nell'Alto Medioevo, la
P. fu invasa dai Visigoti prima, e dai Burgundi poi, finché nel
510 divenne parte integrante del Regno di Teodorico. In seguito alla caduta del
Regno ostrogoto, la
P. tornò ai Franchi; fu questo un periodo
travagliato per la regione, che fu danneggiata sia da ribellioni interne sia da
incursioni arabe, culminate nella conquista, centenaria, da parte dei Saraceni
del Fraxinet. Con la spartizione dell'Impero carolingio conseguente alla morte
di Ludovico il Pio, la
P. fu assegnata a Lotario; con lui la regione
divenne un'unità politica e territoriale, unita al ducato di Lione. La
vita del nuovo Regno fu breve: disgregato più volte, fu ricostituito da
Carlo il Calvo; da questi la sovranità passò a Bosone (870) che la
trasmise al figlio Ludovico il Cieco (882-927 circa). L'autorità di
Ludovico, però, fu soltanto apparente: veri arbitri della sorte della
regione furono i feudatari, in particolare il potente Ugo che, divenuto re
d'Italia nel 926, cedette i propri diritti ai re di Borgogna; questi,
così, pur impegnandosi ad abbandonare ogni pretesa italiana, unirono la
P. al loro territorio. A Rodolfo di Borgogna seguirono Corrado (937-993),
Rodolfo III (993-1032) e Corrado il Salico, con cui la regione, già da
tempo oggetto di mire imperiali, entrò definitivamente a far parte del
Sacro Romano Impero. All'inizio del XII sec., in seguito al matrimonio
dell'ultima erede dei conti di
P. con Raimondo Berengario, conte di
Barcellona, la regione fu sottoposta alla signoria dei conti di Barcellona. La
P. combatté energicamente in difesa della propria autonomia
politica contro i conti di Tolosa (perenni nemici dei conti di Barcellona),
finché l'eresia catara, per reprimere la quale Innocenzo III nel 1209
promosse una crociata e una guerra santa, favorì il predominio politico
francese sulla regione, ponendo le premesse per la fine dell'autonomia della
P. Di lì a poco, infatti, con il matrimonio tra Beatrice, figlia
di Raimondo Berengario V, e Carlo d'Angiò, la
P. divenne parte
integrante dei territori di quest'ultimo e le sue sorti vennero unite per un
secolo e mezzo a quelle del Regno di Napoli, anch'esso conquistato da Carlo nel
1266. Fu proprio in questo periodo che si concretizzò la cessione al
Papato del Contado Venassino e di Avignone, che per un certo periodo (dal 1309
al 1377) divenne capitale della cristianità al posto di Roma. Gli eredi
di Carlo il Calvo, pur conservando la propria sovranità in
P.,
persero progressivamente il controllo dell'Italia meridionale, favorendo
l'instaurarsi di un legame sempre più stretto tra la
P. e la
cultura francese. Ciò nonostante, la regione fu ufficialmente unita alla
Francia soltanto nel 1486, dopo che Carlo III, prima di morire (1481), la
lasciò in eredità a Luigi XI, re di Francia. In seguito a questa
cessione l'indipendenza politica della
P. diminuì progressivamente
(nonostante numerose, e spesso violente, rivolte interne), fino a scomparire del
tutto con la Rivoluzione francese, che suddivise il territorio in dipartimenti.
Come unica sopravvivenza dell'antica autonomia rimase la lingua; oggi,
però, anch'essa tende a scomparire per lasciare posto al
francese.
Il Palazzo dei Papi ad Avignone