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Protezionismo.

(dal francese protectionnisme). In senso generico, atteggiamento di protezione nei confronti di qualcuno o qualcosa, anche a danno di terzi. ║ Ogni forma di intervento statale in ambito economico, a vantaggio del bilancio nazionale. • Econ. - Complesso di provvedimenti, di natura normativa, destinati a favorire alcuni rami della produzione tramite l'inserimento di dazi che ostacolano o impediscono la concorrenza di prodotti stranieri sul mercato interno. Il p. viene attuato anche mediante altri strumenti di tutela, quali il divieto di esportazione di materie prime necessarie all'attività produttiva di industrie nazionali; sostegno, anche con sovvenzioni, all'importazione di prodotti semilavorati esteri; l'imposizione di livelli di qualità assai elevati per ottenere l'accesso ai mercati interni a prodotti esteri; gare d'appalto per commesse pubbliche riservate solo a imprese nazionali; il mantenimento del tasso di cambio a livelli diversi da quelli di equilibrio. Gli economisti distinguono il p. reale da quello finanziario: il primo, mediante l'introduzione di tariffe daziarie, mira alla promozione economica delle imprese nazionali di recente creazione, consentendo loro l'opportunità di svilupparsi all'interno di un mercato artificialmente protetto dalla concorrenza estera. Gli interventi attuati a fine protezionista, tuttavia, sono necessariamente temporanei e destinati alla revoca nel momento in cui le imprese interessate si dimostrano in grado di reggere la libera competizione internazionale. Il p., infatti, è in sostanziale contrasto con le leggi del libero scambio e del libero mercato, in cui i dazi e le tariffe doganali in genere operano come ostacoli alla circolazione di merci e, assicurando artificialmente quote di mercato di volta in volta a determinati settori industriali, frena la crescita produttiva da un punto di vista sia quantitativo sia qualitativo. Anche il p. finanziario mira a influenzare l'andamento dei mercati, agendo però non sulla produzione reale dei beni, ma sulla circolazione dei titoli, e cioè rendendo quelli emessi da operatori interni più convenienti, nel rapporto "rischio/rendimento", rispetto ai titoli stranieri. Questo obiettivo viene raggiunto anche mediante sistemi di controllo dei capitali, che impediscono ai cittadini residenti l'acquisto di titoli finanziari emessi da promotori stranieri, o tramite l'imposizione di tasse, che decurtano gli eventuali rendimenti derivati da tali investimenti, rendendoli per ciò stesso meno appetibili. ║ L'origine del p. può essere rintracciata in alcuni caratteri propri del mercantilismo (V.), per sua natura orientato a ridurre le importazioni e ad incrementare la quantità di prodotto esportato. Anche quando la teoria economica liberista (V. LIBERISMO) ottenne pieno successo, non mancarono né critiche né interventi miranti a mitigarne l'applicazione, soprattutto da parte dei singoli Stati. Attorno alla metà del XIX sec. infatti, soprattutto ad opera di F. List e di J. Stuart Mill, furono elaborate azioni di natura protezionista a favore delle industrie nascenti e, conseguentemente, accanto al p. industriale si affacciò quello agrario, inteso a difendere l'agricoltura locale dalla concorrenza dei prodotti importati dalle Americhe e venduti a prezzi inferiori rispetto a quelli europei. Com'è evidente, alle finalità strettamente economiche, se ne associavano altre a carattere socio-politico, miranti a tutelare la stabilità e peculiarità della classe rurale. Accolto, successivamente, nei sistemi teorici come deroga motivata e temporanea al libero scambio, il p. ebbe in realtà spazi ben più ampi nella pratica politica occidentale, motivato da conflitti d'interesse tra le forze produttive interne agli Stati o conseguente all'uso disinvolto dei dazi doganali come rappresaglia tra Stati, nel caso di rivalità economiche (si pensi alla cosiddetta "guerra del vino" tra Francia e Italia). La prima guerra mondiale, la depressione del 1929-32 e la seconda guerra mondiale furono eventi che, per un lungo periodo, generarono interventi di tutti i Paesi a sostegno delle manifatture interne. Ciò nonostante furono avanzati, dagli anni Sessanta, progetti internazionali per una progressiva liberalizzazione degli scambi e per l'allargamento dei mercati, di cui è un esempio il GATT (General Agreement on Tariffs and Trade), che consisteva nell'istituzione di un'area di scambio relativamente libera da dazi. Dopo la crisi petrolifera del 1973-74, tuttavia, il p. ha assunto nuovo vigore (circostanza che ha fatto parlare di neoprotezionismo) anche in virtù dell'impiego di barriere non tariffarie. ║ P. dei Paesi d'immigrazione: fenomeno attinente al mercato del lavoro, che consiste nell'insieme di norme, più o meno populiste, destinate a impedire, o comunque a ridurre, l'afflusso di immigrati in un dato Paese, al fine di garantire maggiori possibilità di occupazione alla manodopera nazionale.