Operazione con cui viene impressa a un veicolo la forza necessaria a vincere la
resistenza che si oppone al suo avanzamento. • Tecn. -
P. aerea: la
fonte principale dell'energia utilizzata nella
p. aerea è quella
potenziale chimica del combustibile, che genera calore grazie alla combustione
con il comburente, l'ossigeno. L'energia termica viene convertita in energia
meccanica, utilizzata prima per raggiungere la velocità necessaria al
decollo, poi per vincere le resistenze dell'aria, la gravità e per
variare velocità. La forza propulsiva, detta anche
spinta,
può essere valutata come la differenza tra la quantità di moto del
flusso di gas uscente dal sistema di
p. e il flusso di gas entrante
(legato alla velocità di avanzamento del velivolo); per tutti i
propulsori, inoltre, si introduce un
rendimento propulsivo, pari al
rapporto tra la potenza utilizzata dal velivolo (data dal prodotto scalare tra
la velocità di avanzamento e la spinta) e la potenza disponibile per la
p. (somma della potenza utilizzata e dell'incremento di energia cinetica
che il fluido interessato assume nel passaggio attraverso il propulsore
nell'unità di tempo). Compatibilmente con altre esigenze (leggerezza,
sicurezza di funzionamento, costo, durata, ecc.), la scelta del sistema di
p. maggiormente idoneo alle diverse applicazioni in campo civile e
militare è basata sulla ricerca del rendimento ottimale. ║
P. a
getto non diretto:
p. adatta per velocità massime fino a 750
km/h, che utilizza come propulsore l'elica. L'elica può essere azionata
mediante un motore alternativo (motoelica) o mediante una turbina a gas
(turboelica); l'aria utilizzata dall'elica per la
p. è distinta da
quella utilizzata dal motore o dalla turbina. ║
P. a getto diretto
o
a reazione:
p. adatta a velocità di avanzamento di
800 km/h, nella quale la stessa aria di alimentazione provvede anche alla
p. (a differenza di quanto accade nei gruppi a elica). I propulsori a
reazione si distinguono in turboreattori semplici e in turboreattori a doppio
flusso (detti anche
turbofan): nei primi, caratterizzati da un peso
ridotto, la spinta è assicurata totalmente dalla sola aria di
alimentazione, mentre nei secondi, caratterizzati da un maggior peso e ingombro,
una corrente d'aria secondaria contribuisce alla spinta. L'esigenza di ottenere
elevati rendimenti propulsivi a elevate velocità di avanzamento ha
portato allo sviluppo di turboreattori con eliche controrotanti: l'adozione di
stadi controrotanti assicura una maggiore energia al fluido in ingresso e una
maggiore assialità al fluido in uscita, con riduzione di perdita
dell'energia cinetica nella fase di scarico. In tal modo è possibile
ottenere velocità fino a 900 km/h. ║
P. a razzo:
p.
utilizzata per conferire a missili e a velivoli intercettori velocità
rilevanti, per il volo in aria molto rarefatta e nella
p. astronautica.
La
p. a razzo si basa sull'utilizzo di
endoreattori, nei quali i
propellenti si trasformano in gas ad elevata pressione e temperatura, per poi
espandersi a grande velocità attraverso un
effusore o
ugello di
scarico: la differenza di pressione che si produce a un'estremità
tende a far spostare la camera di combustione, e il veicolo in cui è
installata, in direzione opposta al getto di eiezione, producendo così la
spinta. ║
P. a fotoni: sistema propulsivo in fase di studio, nel
quale la spinta viene ricavata per mezzo di emissione di
quanti di luce,
ossia di fotoni (la cui velocità, 300.000 km/sec, si ritiene la massima
possibile nell'universo). ║
P. navale: la
p. navale dipende
sia dalle caratteristiche della carena o dello scafo, sia dal sistema propulsivo
adottato. Il problema dello studio delle caratteristiche delle carene e degli
scafi, al fine di ottenere la minima resistenza al moto, viene affrontato
sperimentalmente, basandosi su elementi raccolti su navi reali o su loro
modelli; per quanto, invece, riguarda i sistemi di
p., essi si
distinguono in
p. remica, p. velica e
p. meccanica. ║
P.
remica: basata sulla forza muscolare dell'uomo, è di origine
remotissima, risalente forse all'epoca neolitica. Nell'epoca greco-romana
raggiunse la perfezione; oggi è limitata alle manovre di imbarcazioni da
pesca, da diporto o sportive. ║
P. velica: basata sull'utilizzo
della forza del vento, ha anch'essa origini antichissime; risale ai tempi delle
prime dinastie faraoniche e delle navi egee e fenicie. La
p. velica, che
univa i pregi di una grande economia e di un'autonomia illimitata, raggiunse il
suo massimo sviluppo nel XIX sec., con i
clippers, velieri mercantili di
2.000 ÷ 4.000 t, che riuscivano a compiere traversate oceaniche a
velocità medie di 15 nodi; grazie a tali pregi, per quasi un secolo la
p. velica poté resistere alla concorrenza della
p.
meccanica, soprattutto sulle grandi rotte. Attualmente solo una trascurabile
frazione del tonnellaggio mondiale è costituito da velieri, amatoriali o
sportivi. ║
P. meccanica: fu introdotta all'inizio del XIX sec.
come combinazione dell'apparato motore a vapore e del propulsore a ruote (R.
Fulton, 1807) e successivamente perfezionato con l'introduzione dell'elica
intorno al 1830. Attualmente la
p. meccanica può essere
classificata in base a diverse caratteristiche: con riferimento alla
modalità con cui viene prodotta la spinta propulsiva, si distingue tra
p. ad azione e
p. a reazione. In base al tipo di apparato motore,
si distingue tra
turbonavi (dotate di motrici e turbine a vapore),
motonavi e
motoscafi (con motori a combustione interna),
p.
nucleare (turbine a vapore alimentate da un reattore nucleare). Infine, i
diversi tipi di
p. meccanica possono essere suddivisi in
sistemi
propulsori convenzionali e
non convenzionali: alla prima categoria
appartiene il solo sistema costituito dalla elica subcavitante non intubata,
mentre alla seconda categoria appartengono sistemi di recente concezione,
limitati ad applicazioni particolari. ║
P. a ruote: tipica delle
prime navi a
p. meccanica, è oggi in disuso, a causa del suo
ingombro, della minore efficienza rispetto all'elica e alla difficoltà di
applicazione a sistemi motori moderni. ║
P. con sistema
Voith-Schneider:
p. ottenuta mediante un disco orizzontale ruotante
posto sul fondo dello scafo, dotato di pale verticali orientabili rispetto a un
asse verticale. ║
P. a elica subcavitante: sistema di
p.
normalmente adottato nella navigazione militare e mercantile. La
p.
deriva dalla rotazione di un'elica posta a poppa, azionata dalla coppia motrice
di un motore: l'elica espelle la corrente d'acqua, aspirata dal lato della
direzione del moto, in direzione opposta e con velocità più
elevata, provocando una variazione della quantità di moto del fluido
nell'unità di tempo che dà luogo alla spinta. ║
P. a
coppia di eliche controrotanti: sistema propulsivo costituito da due eliche
poste su un solo asse e azionate da due alberi coassiali indipendenti. Viene
utilizzata normalmente nei mezzi subacquei. ║
P. a elica intubata:
è caratterizzata dalla sistemazione dell'elica all'interno di un condotto
di diametro pari circa a quello dell'elica stessa, con lo scopo di migliorare il
rendimento propulsivo. Viene applicata ai rimorchiatori e ad unità
militari veloci. ║
P. a elica supercavitante: sistema propulsivo
nel quale l'elica, dotata di un caratteristico profilo a cuneo, è
progettata espressamente per lavorare in regime di piena cavitazione. Viene
applicata per unità molto veloci, come gli aliscafi, i motoscafi da
competizione, ecc. ║
P. a idrogetto: sistema propulsivo nel quale
la spinta viene creata variando la quantità di moto di una corrente
d'acqua, incanalata in un condotto di aspirazione, tramite una pompa meccanica.
Offre il vantaggio di un ottimo rendimento propulsivo a grandi velocità.
║
P. con elica aerea:
p. adatta solo per unità
destinate a navigare in acque basse, in presenza di flora subacquea e nei
veicoli anfibi a cuscino d'aria (
hovercraft). ║
P. nucleare:
sistema propulsivo dotato di una turbina a vapore alimentata da scaricatori di
calore di un reattore nucleare. Oltre a numerosi sommergibili a
p.
nucleare, nel 1962 venne varata la prima nave mercantile
Savannah, di
21.840 t a pieno carico; la rapida diffusione di questo moderno sistema di
p. fu ostacolata dall'eccessivo costo dell'impianto e dal problema dello
smaltimento delle scorie nucleari.