Gramm. - Parte variabile del discorso indicato tradizionalmente come facente le
veci del nome. In realtà il suo campo d'azione è più ampio
e si traduce nell'indicazione di cose ed esseri senza che questi vengano
nominati, precisandone anche la qualità, la quantità e a volte i
rapporti spaziali. Nelle lingue indoeuropee la categoria dei
p. è
di antichissima formulazione, e, analogamente ai nomi, prevede la distinzione in
casi. ║
P. personale: si usa in vece di un nome, proprio o comune,
di persona (
io, tu, ecc.). ║
P. possessivo: indica una
proprietà, un possesso (
il mio, il tuo, ecc.). ║
P.
riflessivo: con valore anaforico, si riferisce ad azioni transitive,
intransitive e reciproche (
io mi sposto, tu te ne vai, ecc.).
║
P. dimostrativo: indica una cosa o una persona con valenza
spaziale (
questo, quello, ecc.). ║
P. relativo: mette in
relazione, congiungendole, due proposizioni (
che, il quale, ecc.).
║
P. indefinito: indica una persona o una cosa in maniera
indefinita (
qualcuno, taluno, ecc.). ║
P. interrogativo:
esprime un'interrogazione o un dubbio (
che cosa? chi?). ║
P.
numerale: esprime una quantità assoluta o un rapporto di
quantità precisato (
ne ho uno, ecc.).