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Probabilismo.

Dottrina gnoseologica la quale, partendo dalla premessa dell'impossibilità di una conoscenza oggettiva e completa della realtà, afferma tuttavia la necessità di evitare lo scetticismo, scegliendo la conoscenza più probabile ed escludendo quella meno probabile. La dottrina probabilista si configura, dunque, come una sorta di via di mezzo tra il Dogmatismo e lo Scetticismo. • Filos. - All'interno della storia della filosofia il termine P. viene utilizzato con particolare riferimento alle dottrine sostenute dai pensatori della Nuova Accademia platonica (Lacide, Carneade, Filone di Larissa). In opposizione alla logica e alla metafisica stoiche, i pensatori della Nuova Accademia introdussero un'istanza scettica nella scuola di Platone. Questa divenne strumento di critica verso il dogmatismo stoico, rovesciato in un semplice P. sia conoscitivo sia pratico: l'uomo può accedere solo a una verità approssimativa, ipotetica, problematica e continuamente soggetta a revisione. Si deve poi a Cicerone, che fu profondamente influenzato dai pensatori della Nuova Accademia, la diffusione della dottrina probabilista e la stessa "invenzione" del termine P.: egli infatti tradusse con l'aggettivo probabiles (nel senso di "approvabili") le rappresentazioni che Carneade aveva chiamato "persuasive". Nell'ambito della filosofia moderna il termine viene utilizzato per indicare le posizioni scettiche di Hume e Montaigne; mentre nel pensiero contemporaneo è utilizzato con riferimento all'atteggiamento della scienza di fronte al problema delle previsioni dei fenomeni naturali. • Teol. - Dottrina morale secondo cui, nel caso di dubbio circa la liceità di un atto, è giusto seguire l'ipotesi probabile (che sia sostenuta almeno da un teologo). Muovendo dal principio della non obbligatorietà di una legge che si presti a interpretazioni dubbie, il P. afferma quindi che, anche nel caso sia più probabile l'opinione favorevole alla legge, l'individuo può attenersi alle direttive della propria coscienza, purché siano suffragate da almeno un parere autorevole. La dottrina probabilistica fu elaborata sistematicamente dal teologo domenicano B. de Medina, le cui tesi vennero successivamente accolte da vari altri teologi domenicani e gesuiti, tra cui D. Dañes, F. Suarez, L. Lessio, mentre fu attaccata duramente dai giansenisti (B. Pascal la ridicolizzò nelle Provinciales) e condannata dall'università di Lovanio nel 1655. Dopo la condanna del Rigorismo (1690) e la fine dei contrasti con i giansenisti, i teologi si trovarono divisi in due partiti: probabilisti e probabilioristi. I primi, più numerosi fra i gesuiti, i secondi fra i domenicani. Nella teologia morale contemporanea il P. è uno degli indirizzi maggiormente seguiti. Tipicamente probabilistico è il metodo d'indagine pragmatista. Il pragmatismo, infatti, reagendo all'intellettualismo dogmatico ottocentesco e prendendo atto del fallimento della ragione, accetta come unico criterio d'indagine quello della verifica pratica.