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Privatizzazione.

Cessione di proprietà di beni o servizi, e della relativa produzione, da parte dello Stato, a privati. • Encicl. - A partire dagli anni Ottanta, numerosi Paesi furono interessati dal processo di p., motivato dall'esigenza di mantenere un livello di efficienza e di economicità altrimenti difficilmente riscontrabili. L'esistenza di perdite gestionali nelle imprese statali, le dimensioni raggiunte dai disavanzi pubblici, il crescente debito pubblico spinsero gli Stati a ricercare nelle p. il solo strumento per risolvere i loro problemi. La p. si affiancò alla deregulation, ovvero la progressiva eliminazione di norme legislative e di regolamenti che potessero alterare il funzionamento del libero mercato. ║ Tecniche di p.: variamente articolate, vanno dall'offerta pubblica con asta, alla vendita diretta a un gruppo di investitori istituzionali o a manager/dirigenti. L'asta (il metodo in assoluto più diffuso) può essere di tipo marginale, fondata su un prezzo minimo e aperta ai soli investitori istituzionali, affiancata da un'offerta a prezzo fisso per i risparmiatori. Diversamente si può optare per un'offerta a prezzo fisso per investitori istituzionali, con la condizione che la quota ad essi offerta viene ridotta se la domanda dei risparmiatori supera un certo ammontare. ║ La p. in Europa: i Paesi europei che hanno usufruito maggiormente delle p. sono stati la Gran Bretagna e la Francia. In Gran Bretagna, primo Paese in Europa a ricorrere alle p. sotto il Governo Thatcher, furono cedute ai privati importanti società (British Telecom, Cable & Wireless, British Petroleum, la British Airways, Rolls-Royce, Jaguar, Water Holding, British Gas, ecc.) e alcune imprese minori (General Practice Finance, Rover, ecc.). Proprio la p. delle imprese di pubblica utilità sollevò qualche dubbio sulla liceità della mancanza di controllo statale sulla loro amministrazione: il problema venne risolto con lo strumento della golden share, quota azionaria privilegiata attraverso la quale lo Stato si riserva il diritto di veto sulle scelte aziendali più importanti. Questo strumento fu oggetto, in Italia, di un referendum abrogativo (15 giugno 1997); la scarsa affluenza alle urne impedì, però, la validità del referendum stesso. In Francia, tra il 1986 e il 1988, furono privatizzate circa 30 imprese. I settori maggiormente interessati furono quello petrolifero (ELF-Aquitaine), dei materiali elettrici (CGE), della difesa e telecomunicazioni (Matra e Havas), finanziario e bancario (Paribas, Société Générale, Suez). Dopo il crollo dei regimi comunisti anche l'Europa dell'Est attuò una politica di p., ma le modalità e lo sviluppo di queste operazioni assunsero un carattere specifico e molto complesso, iniziato con la p. delle piccole imprese. In Italia molte ragioni spinsero il Paese a iniziare il processo di p. di alcune imprese pubbliche: il risanamento della finanza pubblica, l'allargamento delle dimensioni del mercato azionario nazionale, l'immissione di capitali provenienti dall'estero, la rimozione delle difficoltà istituzionali che impedivano una corretta ed efficiente gestione delle imprese pubbliche, la creazione di un regime concorrenziale più stimolante e, soprattutto, la diminuzione dell'indebitamento dello Stato con nuove fonti d'entrata. Le procedure per l'attuazione di queste p. furono complesse e solo nel 1992, con il D.L. 11-07-1992, n. 333, la trasformazione in società per azioni degli enti pubblici economici fu esecutivamente disposta. Venne soppresso e posto in liquidazione l'EFIM e, nel 1993, fu stilato un elenco di imprese pubbliche da privatizzare nel tempo: il Credito Italiano e la Banca Commerciale Italiana (COMIT), la SME, la STET, l'ENEL, l'INA e altre società minori del settore energetico dell'ENI. Nel maggio 1993 fu abrogato per referendum il ministero delle Partecipazioni statali, che sarebbe stato poi smantellato a partire dall'autunno 1993. Le p. ebbero quindi inizio con la cessione ai privati del Credito Italiano (1993), dell'IMI (1994), della Comit (1994), dell'INA (1994), dell'ENI (1995-97), della Telecom (1997), delle Poste Italiane (2005).