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Preposizione.

(dal latino praepositio, der. di praeponere: preporre). Categoria autonoma e parte invariabile del discorso che, preposta a sostantivi, aggettivi, pronomi o infiniti di verbi, ne definisce la funzione sintattica formando complementi, cioè indicando la relazione che passa tra quelli e altri nomi o verbi. ║ Nel linguaggio burocratico, il preporre o l'essere preposto a un compito, a una funzione: la p. all'amministrazione di una ditta comporta grandi responsabilità. • Ling. - Le p. si suddividono in proprie (di, a, da, in, con, su, per, tra, fra) e improprie (sopra, sotto, davanti, dopo, lungo, ecc.). Le prime sono proclitiche (essendo cioè prive d'accento proprio, si appoggiano nella pronuncia alla parola seguente), non possono essere impiegate da sole e ammettono le forme articolate; le seconde hanno accento proprio, nella funzione di avverbi bastano a se stesse (lo farò dopo) e non possono essere articolate. Se impiegate come primo elemento nella formazione di nomi o verbi, le p. improprie vengono denominate prefissi o prefissoidi o, ancora, preverbi: dopodomani, sottoprodotto. ║ Dalla combinazione di una p. semplice con le varie forme dell'articolo determinativo hanno origine le p. articolate: al, allo, alla, agli, alle, dai, dallo, nel, nello, ecc. Tra queste, non hanno uso costante le forme costituite con su, con, per; fermo restando sul, infatti, le forme sullo, sulla, sui, sugli, sulle si alternano a su lo, su la, su i, su gli, su le; le forme col, coi, collo, colla, cogli, colle possono essere sostituite con con il, con i, con lo, con la, con gli, con le; le forme composte con per, infine, non vengono più usate, a eccezione di pel e pei cui, comunque, si ricorre raramente. Le p. articolate composte con di (dello, della, degli, delle, dei) assumono spesso il valore di articoli partitivi, specie nel linguaggio parlato: versò dell'acqua nel bicchiere. Non di rado, inoltre, tali p. sono poste dopo una p. semplice: è tornato dalle vacanze con dei nuovi amici. Quanto all'uso letterario delle p. articolate, occorre ricordare la grafia staccata (de lo per dello, ne la per nella, ecc.), le forme composte con i (ai, dei, ecc.) e quelle apostrofate (a', de', ne', ecc.), vicine alla pronuncia toscana, soprattutto se seguite da un monosillabo con dittongo discendente (a').