Nell'uso comune, terreno erboso non coltivato. • Agr. - Tratto più
o meno vasto di terreno rivestito d'erba cresciuta spontaneamente o dopo
seminazione, utilizzata dall'uomo come foraggio per il bestiame. Si distingue
dal pascolo per il fatto che l'erba viene falciata e raccolta dall'uomo, mentre
nel pascolo essa viene consumata direttamente dal bestiame. Nei casi in cui il
prodotto venga in parte falciato e in parte pascolato dagli animali, per
definire il terreno si usa il termine di
p.-pascolo. Coltura fondamentale
in tutte le zone agricole, il
p. migliora la fertilità del terreno
e favorisce l'allevamento del bestiame e la conseguente produzione di letame.
Luoghi di più ampia diffusione dei
p. risultano in prevalenza le
regioni caratterizzate da un clima umido e temperato, come alcune zone
dell'Europa centrale o le aree montuose in Italia. Tra le specie vegetali
presenti nei
p. le più frequenti sono le graminacce perenni, le
leguminose (erba medica, trifoglio pratense, lupinella o crocetta), le composte,
ecc. In base alle loro specifiche caratteristiche, i
p. vengono
classificati in:
naturali o
artificiali, con riferimento al fatto
che crescano spontaneamente oppure solo in seguito ad apposita semina;
monofiti,
oligofiti o
polifiti, a seconda che siano formati
da una sola, da poche oppure da numerose specie;
permanenti,
alterni o
temporanei, in base alla loro durata nel tempo. In
genere i
p. permanenti (di durata indefinita) sono polifiti, naturali o
artificiali, mentre quelli alterni sono per lo più monofiti e oligofiti,
formati in prevalenza da trifoglio, medica, sulla. Appartengono alla categoria
dei
p. anche alcune particolari distese di terreno erboso, quali le
marcite (
p. di tipo permanente) e gli
erbai, colture
intercalari. • Sport - Terreno erboso impiegato come campo da gioco.
║ Nel golf, tutta l'area in cui si svolge il percorso, esclusi gli
ostacoli, la piazzola e la piazza della buca. ║ Nel baseball, il tratto di
terreno compreso tra due linee di fuori gioco.