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Postimpressionismo.

Esperienza artistica pittorica, elaborata fra il 1886 e i primi anni del Novecento in Europa, come reazione al Naturalismo impressionista. Il termine P. fu introdotto nel 1910 dal critico inglese R. Fry, in occasione della mostra Manet and the Post-Impressionists tenuta alle Grafton Galleries di Londra. Nell'intento di svincolare l'arte dalla fedeltà alle forme naturali e dall'immediatezza della percezione, la tecnica impressionista coloristica venne supportata da una profonda analisi scientifica, con un richiamo alla razionalità e alla funzione conoscitiva dell'arte. Soluzioni diverse raggiunsero i principali esponenti di questa tendenza: P. Cézanne indirizzò la propria pittura verso una ricerca della bidimensionalità, che potesse rendere la complessità della sensazione del reale, superando il concetto di quadro come finestra sul mondo; P. Gauguin realizzò forme astratte attraverso ampie campiture di colore, divenendo il rappresentante del Simbolismo; P. Sérusier, G. Seurat, M. Denis, F. Vallotton costituirono il gruppo dei Nabis, che si rifaceva alla pittura di Gauguin, prediligendo l'arte popolare e primitiva. Al P. si fa risalire anche l'arte visionaria di V. Van Gogh, che attraverso l'impiego di rapporti cromatici violenti, individuò i significati emozionali riposti nella realtà. Una reazione alla frantumazione del colore degli impressionisti fu espressa da un gruppo di artisti (H. Matisse, A. Marquet, M. Vlaminck, A. Derain, Ch. Camoin, J. Puy, K. Van Dongen) che ebbero il loro riconoscimento ufficiale al Salon d'Automne di Parigi nel 1905, e furono denominati fauves (belve), per la violenza espressiva dell'impiego del colore, steso in tonalità pure. Nel 1912 una seconda mostra organizzata da Fry comprese scuole di pittura di un'area geografica molto estesa: D. Grant, H. Lamb, S. Gore rappresentavano l'Inghilterra, N.K. Roerich, M. Larionov, N. Gonc¥arova la Russia. Il termine P. finì per assumere un significato più estensivo, caratterizzando espressioni artistiche diverse, legate ai differenti contesti locali, come, per esempio, il Divisionismo italiano, dalle forti connotazioni politiche, oppure la pittura naif di H. Rousseau, o il Simbolismo della scuola di Pont-Aven.
Vincent Van Gogh: “La chiesa di Auvers”