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Port-Royal.

Abbazia situata nella regione parigina della valle della Chevreuse, vicino all'odierno centro di Trappes, a 10 km da Versailles. La maggior parte degli edifici dell'abbazia fu rasa al suolo tra il 1709 e il 1712; restano soltanto le fondazioni della chiesa e la Maison des granges, del 1652. • St. - Il nome più antico del luogo era Porrois, da cui la successiva denominazione del monastero. Nel 1204 Matilde di Garlanda, assecondando il desiderio del marito Matteo de Montmorency-Marly, scelse quest'area di terra dall'aspetto desertico, chiusa tra due colli coperti di boschi, per erigervi un monastero. Raggiunto in breve tempo da numerose monache cistercensi, il monastero venne presto innalzato al rango di abbazia. Dopo lo splendore del primo periodo, nei secc. XV-XVI attraversò un periodo di decadenza, per tornare a riprendersi nel XVII sec. grazie all'iniziativa di Jacqueline Arnauld, figlia dell'allora prestigioso avvocato Antoine. Badessa sin dal 1602 (quando aveva solo undici anni) a partire dal 1608 la Arnauld (mère Angélique) si impegnò assiduamente per ricondurre il monastero a un'intensa vita spirituale, sulla piena osservanza dell'originaria regola benedettina. La fama dell'alacre impegno di madre Angelica si propagò presto in tutta la Francia, e la badessa fu chiamata a compiere la sua opera di ricostruzione in molti altri monasteri. Nel 1626, a causa delle condizioni poco salubri del luogo e in conseguenza, soprattutto, dell'accrescersi del numero delle monache, l'abbazia venne trasferita a Parigi, dove, collocata in alcuni edifici nel faubourg Saint-Jacques, fu denominata P. de Paris. L'antica sede prese invece il nome di P. des Champs. Fondamentali per la storia di P. furono gli incontri con personalità quali Giovanni du Vergier de Hauranne, abate di Saint-Cyran e noto esponente del Giansenismo francese, preposto alla direzione spirituale del monastero dal 1635, quindi i nipoti della badessa, A. Le Maître e S. Le Maître de Séricourt, ritiratisi nei pressi del monastero per dedicarsi allo studio e alla meditazione, e raggiunti entro breve da altre figure di studiosi e pensatori del tempo, come il teologo A. Arnauld, i filosofi Le Maître de Sacy, P. Nicole e, in particolare, B. Pascal. Il forte legame di alcuni di questi pensatori con l'ambiente giansenista e gli stessi tratti peculiari della religiosità delle monache portarono l'abbazia a trovarsi coinvolta nel clima di tensione e di aspra polemica scatenatosi in seguito alla pubblicazione dell'Augustinus (1640) di C. Giansenio e della Fréquente communion dello stesso Arnauld. Anche il successo delle Provinciales di B. Pascal contribuì a rendere le religiose malviste ai Gesuiti, i quali, decisi avversari del Giansenismo, denunciarono la situazione all'autorità e fecero l'abbazia oggetto di persecuzione. In tali circostanze le monache, nonostante gli insistenti inviti, si rifiutarono di sottoscrivere il formulario in cui venivano condannate le cinque proposizioni attribuite a Giansenio dalle bolle papali Cum occasione (1653) e Ad sanctam Beati Petri sedem (1656). Nel 1660 le Piccole Suore, già disperse quattro anni prima, furono soppresse definitivamente; nel 1661, inoltre, vennero allontanati da entrambe le sedi di P. de Paris e di P. des Champs tutti i pensionanti, i postulanti e le novizie che vi risiedevano. Il 3 luglio del 1665 le religiose che si opposero alla firma del suddetto formulario vennero relegate a P. des Champs. Finalmente, a partire dal 1669, sino al 1679 (anno della morte di madame de Longueville), vi fu un periodo di relativa tranquillità, in cui le religiose si circondarono di persone devote, oltre che di protettrici provenienti dalla nobile società francese: emersero quindi figure quali la principessa di Conti, la duchessa di Liancourt, madame de Sablé, La Fontaine e Racine. Dal 1706 ricominciarono le persecuzioni, che culminarono nei due successivi episodi dell'azione a mano armata compiuta nel 1709 dal marchese d'Argenson, luogotenente della polizia, e della demolizione degli stessi edifici della sede storica, nel 1770. Nell'azione furono distrutti anche la chiesa e il cimitero. Tra i principali custodi e narratori delle vicende dell'abbazia spiccano Racine, (Abrégé de l'histoire de Port-Royal, 1767), e in seguito lo storico Sainte-Beuve, con la sua ampia opera intitolata appunto Port-Royal (5 volumi, 1840-59). ║ Piccole Scuole di P.: sorte nel 1646 su iniziativa di Saint Cyran, si delinearono da subito come collegi preparatori all'università.