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Ponza.

Isola (7,3 kmq) del Mare Tirreno, la più vasta delle isole pontine; è situata al largo del Golfo di Gaeta, 33 km a Sud del promontorio di Capo Circeo, in provincia di Latina. Centro principale: Ponza, sulla costa sud-occidentale, il cui abitato si distende ad anfiteatro intorno al porto peschereccio. 3.110 ab. CAP 04027. • Geogr. - Di forma allungata ad arco, in gran parte costituita da rocce vulcaniche del Pleistocene inferiore, presenta coste molto ripide e frastagliate, affiancate da numerosi scogli. È attraversata da un aspro rilievo che nel Monte della Guardia raggiunge i 283 m s/m. Il clima è tipicamente mediterraneo; la vegetazione è scarsa sia per le poche precipitazioni sia per i massicci disboscamenti dei secoli scorsi. • Econ. - L'economia è basata soprattutto sull'agricoltura (frutta, viti, olivi), la pesca e il turismo. • St. - Il nome (dal greco Póntia, latino Pontia) deriva dalla sua posizione in pieno mare (póntos) rispetto alle altre isole campane. Abitata forse dai Fenici e sicuramente dai Greci, era dei Volsci quando divenne colonia latina (313 a.C.) e fu tra le poche a sostenere i Romani contro Annibale (209 a.C.). Fu residenza preferita degli imperatori romani e luogo di esilio. In epoca bizantina, l'isola fu governata da un comes, dipendente dall'ipato di Gaeta, e tra i secc. IX-XI fu attaccata più volte dai pirati saraceni. Passata alle dipendenze della Chiesa, fu poi degli Aragonesi (metà del XV sec.), che nel 1478 la cedettero ad alcuni nobili napoletani che ne fecero un fiorente emporio commerciale; le frequenti scorrerie corsare finirono per renderla quasi disabitata. Nel 1572 passò al cardinale Alessandro Farnese e quindi ai Farnese duchi di Parma (1588) e da questi ai Borboni, loro successori. Entrambi riuscirono a poco a poco a ripopolarla di coloni e religiosi, usandola anche come luogo di esilio. Alla fine del XVIII sec. fu occupata dai Francesi e poi dagli Inglesi, che vi nominarono come governatore il principe di Canosa e, durante le guerre napoleoniche, ne fecero un punto di partenza per le azioni navali contro la costa napoletana e pontificia. Dopo il Congresso di Vienna, P. tornò ai Borboni. Nel 1857 vi sbarcò C. Pisacane per liberare alcuni prigionieri prima dello sbarco a Sapri. Sotto il Fascismo fu luogo di confino per gli oppositori del regime. ║ Battaglie navali di P.: a P. si svolsero tre battaglie navali. 14 giugno 1301: fu combattuta tra Carlo II d'Angiò, re di Napoli, alleato di Giacomo re d'Aragona, e Federico III, re di Sicilia. La flotta siciliana, al comando di Corrado Doria, si scontrò con quella angioino-aragonese, al comando di Ruggero di Lauria, subendo una sconfitta. 5 agosto 1435: si svolse durante la guerra di Successione napoletana che vide contrapposti Alfonso V d'Aragona e Renato d'Angiò; la flotta aragonese-siciliana si scontrò con una flotta genovese accorsa in aiuto della città di Gaeta, posta sotto assedio dagli Aragonesi, per volontà del duca di Milano Filippo Maria Visconti. La battaglia si concluse con la liberazione di Gaeta, mentre Alfonso V, i fratelli e alcuni nobili di Sicilia e d'Aragona furono fatti prigionieri e portati prima a Genova e poi a Milano. 5 agosto 1552: fu combattuta durante la guerra di Carlo V contro la Francia, alleata dei Turchi di Solimano il Magnifico, tra la flotta turco-francese e quella imperiale al comando di Andrea Doria che, bloccato dagli avversari tra la costa e l'isola, riuscì nella notte a sottrarsi al difficile combattimento, riparando a Napoli. • Arte - Nella baia a Sud-Est, dove si trovava probabilmente la prima colonia e il principale approdo dell'isola, si conservano resti dell'età romana repubblicana e soprattutto imperiale: ville sontuose, un odeion, resti di acquedotti e di piscine per l'allevamento dei pesci. Di notevole interesse è una necropoli dei secc. I-II costituita da grandi tombe sotterranee.