Proprio della polizia:
indagini p. ║ Spesso usato in tono
spregiativo, detto di comportamenti, metodi, istituzioni che implicano il
ricorso alla violenza, alla repressione, all'arbitrio:
misure p.,
regime p. ║ Detto di opera letteraria, cinematografica, televisiva
incentrata su un delitto o una serie di delitti e sulle indagini svolte da
agenti di polizia o investigatori privati per arrivare a individuare il
colpevole. • Lett. -
Romanzo p.: genere letterario, conosciuto in
Italia anche come
romanzo giallo, dal colore della copertina della prima
serie editoriale, pubblicata su iniziativa di Arnoldo Mondadori nel 1929.
Comprende opere narrative basate su un enigma criminoso del quale vengono
sviluppate le conseguenze e la cui risoluzione avviene nel corso della
narrazione. Anche se le fonti del romanzo
p. possono essere rintracciate
fin nella letteratura antica (molte novelle delle
Mille e una notte,
l'
Edipo re di Sofocle, ecc.) esso, come genere letterario a sé
stante, caratterizzato dalla rappresentazione pianificata del contrasto tra
ragione e mistero, viene fatto risalire al 1841, anno in cui E.A. Poe
pubblicò sul "Graham's Magazine" di Filadelfia il racconto
The Murders in the Rue Morgue, seguito, negli anni successivi, da altri
due racconti,
The Mystery of Marie Roget (1842-43) e
The Purloined
Letter (1845). I tre racconti hanno come protagonista Auguste Dupin, il
primo investigatore nato dalla fantasia di uno scrittore. Accanto alla presenza
costante dello stesso investigatore, più abile della polizia ufficiale e
accompagnato da un collaboratore meno acuto, troviamo, nei tre racconti, tutti
gli elementi che caratterizzeranno il genere: un mistero apparentemente
inspiegabile, innocenti ingiustamente sospettati, l'indagine fondata
sull'osservazione e il ragionamento, una soluzione imprevedibile ma più
semplice del previsto, raggiunta attraverso successive approssimazioni. Il
motivo del crimine era già alla base dei
tales of crime, storie di
delitti spesso fondate su fatti di cronaca, molto popolari nell'Inghilterra del
XVII sec., insieme alle confessioni autentiche dei condannati a morte pubblicate
nel 1698 dal cappellano della prigione di Newgate e alla regolare pubblicazione
dei processi al tribunale dell'Old Bailey in
The Newgate Calendar. Poco
più tardi, sempre in Inghilterra, ebbe un notevole successo editoriale
l'
Illustrated Police News, contenente storie vere di crimini. Al 1794
risale la pubblicazione di un romanzo importante nella storia del genere
p.,
Caleb Williams, dello scrittore inglese W. Godwin, incentrato
sui temi del delitto insoluto, della fuga e dell'inseguimento, svolto secondo il
metodo psicologico di indagine e terminante con il consueto finale a sorpresa.
Anteriori ai racconti di Poe sono anche le
Mémoires di E.F. Vidocq
(1828), in cui l'autore descrive se stesso come un abile investigatore, profondo
conoscitore degli ambienti e dei gerghi della malavita, dotato di grande
capacità analitica ma anche di spirito intuitivo. Indagini di tipo
indiziario si ritrovano anche nei
Leatherstocking Tales (1823-41) di J.F.
Cooper. Anche Ch. Dickens, dopo aver inserito un vero e proprio
tale of
crime nel romanzo
Barnaby Rudge, si cimentò con il genere
p. in
Bleak House (1851-53) e
The Mistery of Edwin Drood
(1870), rimasto incompiuto. Fu però nella seconda metà
dell'Ottocento che si andò precisando la rigida struttura del romanzo
p. come genere letterario di consumo; esso rispecchiava l'evoluzione
stessa della civiltà occidentale, con l'affermarsi del Positivismo, la
nascita delle metropoli con i loro quartieri degradati, l'instaurarsi di una
polizia di Stato, infine il diffondersi dei giornali e della stampa popolare a
basso costo, alla base del cosiddetto
feuilleton
(V.). Così, in Francia, E. Gaboriau
pubblicò nel 1866
L'affaire Lerouge, dove compare il personaggio
dell'investigatore Lecocq, ex delinquente poi poliziotto della
Sûreté che, grazie all'attenta analisi degli indizi, ma soprattutto
alla sua mentalità criminale, riesce a dipanare le circostanze del
delitto; ispirandosi a tale figura nella Francia di fine secolo si sarebbero
moltiplicati i personaggi inizialmente malvagi, poi convertiti al bene. In
Inghilterra intanto fece la sua comparsa il romanzo di W.W. Collins,
The
Moonstone (1868), in cui il lettore era messo in grado di arrivare da solo
alla soluzione del mistero (
fair play). Nel 1887 nacque, sempre in
Inghilterra, il personaggio dell'investigatore Sherlock Holmes, creazione del
medico inglese A.C. Doyle. Apparso per la prima volta, senza grande successo,
come protagonista nel romanzo
A Study in Scarlett (1887) sul
"Beeton's Christmas Annual", fu riproposto in
The Sign of Fours
(1890); fu un successo inaspettato, confermato dai racconti usciti sullo
"Strand Magazine" e poi raccolti con il titolo
The Adventures of
Sherlock Holmes. Nell'ultimo racconto delle
Memorie di Sherlock
Holmes (1893), Doyle faceva morire il suo personaggio; tuttavia le proteste
dei lettori e dell'editore costrinsero lo scrittore a riprenderlo in
The Hong
of the Baskerville (1901-02), cui fecero seguito i racconti
Il ritorno di
Sherlock Holmes (1903) e il romanzo
The Valley of Fear (1915).
Nonostante l'evidente analogia tra Holmes e gli investigatori di Poe e Gaboriau,
ammessa esplicitamente dallo stesso Doyle (per esempio, la presenza di una voce
narrante, in questo caso il dottor Watson, che fa da spalla), l'investigazione
di Holmes è condotta in genere basandosi su fatti semplici e concreti, su
ragionamenti elementari. L'opera di Doyle diede luogo a una moda narrativa che
spinse molti letterati a cimentarsi con il genere
p. Tra le opere
più significative, o che ebbero maggior successo, ricordiamo
The
Mistery of the Hansom Cab (1887), dello scrittore neozelandese F. Hume; i
racconti del ciclo
The Old Man in the Corner (1901-09), della scrittrice
E. Orczy; il romanzo
L'ultima inchiesta di Trent, dell'inglese E.C.
Bentley. Non vanno dimenticati poi i contributi dati allo sviluppo del genere
p., in particolare per quanto riguarda la cura con cui viene tratteggiata
la psicologia dei personaggi e l'attenzione data ai particolari tecnici
dell'inchiesta, da J. Futrelle, creatore del professor Augustus Van Dusen
(
The Thinking Machine, 1907), da A.K. Green (che coniò il termine
detective story), autrice americana di
The Leavenworth case
(1878), e dall'inglese R.A. Freeman, con il suo dottor Thorndyke, medico legale
investigatore protagonista di numerosi romanzi. Infine negli Stati Uniti
comparve, su fascicoli detti
dime-novels (romanzi da dieci
cent),
la serie di chiaro intento commerciale delle
Adventures of Nick Carter
(1884), opera di autori vari che segnò l'inizio della
thriller
story, per il prevalere dell'azione sulla riflessione investigativa. Con lo
scrittore inglese G.K. Chesterton e con il suo ciclo di racconti incentrati
sulla figura del prete cattolico padre Brown (
The Blue Cross, 1910;
The Innocence of Father Brown, 1911), la metafisica fece il suo ingresso
nel romanzo
p. Per dimostrare che le cose non sono ciò che
sembrano essere, padre Brown si serve infatti della comprensione del peccato e
della teologia cattolica; utilizzando un sottile metodo di analisi psicologica
cerca di identificarsi con la mentalità del criminale per poi redimerlo
attraverso la conoscenza del male, riportando l'equilibrio e ripristinando
l'ordine provvidenziale. In Francia (almeno fino agli anni Trenta
dell'Ottocento) il genere
p. restò legato al tratto sensazionale
del
feuilleton, unendo la vivacità d'azione e le metamorfosi di
identità, proprie di questo genere, alle doti razionali
dell'investigatore, che con il ragionamento e il rigore scientifico risolve
l'enigma. Nacque così il ciclo di Arsène Lupin, creato da Maurice
Leblanc. Figlio di una madre aristocratica, Lupin è il ladro per
eccellenza, incarnazione dell'antico nobile bandito: apparso per la prima volta
in
Arsène Lupin Gentleman Cambrioleur (1907), egli ruba ai ricchi
per dare ai poveri, difende i deboli e gli sfruttati, è abile nel
travestimento e nell'evasione. Del 1908 fu un classico della camera chiusa,
Le mystère de la chambre jaune di G. Leroux, che ha per
protagonista Rouletabille, giovane cronista e detective dilettante. Agli inizi
del XX sec., in particolare tra gli anni Trenta e Quaranta, la narrativa
p. conobbe una produzione eccezionale sia per quantità sia per
qualità. Così il popolarissimo E. Wallace, che ancora risente
dello stile del
feuilleton, con
The Four Just Men (1905)
creò la figura del giustiziere, mentre con
Mr. John G. Reeder
iniziò un ciclo che aveva come protagonista il detective omonimo. Alla
fine degli anni Venti si affermò, ancora una volta in Inghilterra, la
scrittrice A. Christie, creatrice dei due famosi investigatori Hercule Poirot e
Miss Jane Marple. Il primo comparve già dal 1920, anno di pubblicazione
del romanzo
The Mysterious Affair at Styles, e rimase il protagonista,
dotato di spiccate doti di acume e intelligenza, di una trentina di
romanzi-enigma. Miss Marple, anziana signorina che abita in un villaggio di
provincia, affianca alle doti di Poirot una conoscenza empirica dei tipi umani.
Miss Marple vide la luce in una serie di racconti e raggiunse la
popolarità con il romanzo
The Murder at the Vicarage (1930).
Accanto ai romanzi che hanno come protagonisti i due detective, non vanno
dimenticati quelli in cui non agisce nessun investigatore ma è l'enigma a
dominare la pagina (
... E poi non rimase nessuno). Abile nel creare
suspense, A. Christie riuscì a fondere nelle sue opere i diversi temi del
genere
p. Negli Stati Uniti intanto S.S. Van Dine, pseudonimo del critico
d'arte W. Wright, ideò il personaggio dell'investigatore Philo Vance,
diretto continuatore di Dupin e Sherlock Holmes: colto, raffinato, eccentrico,
decisamente snob, dotato di una logica minuziosa e disponibile nei confronti
anche del soprannaturale (sempre svelato però come finzione). Tra i
romanzi più noti di Van Dine ricordiamo:
La strana morte del signor
Benson (1926),
La canarina assassinata (1927),
La fine dei
Greene (1928). J. Dickson Carr, noto anche come Carter Dickson, riprese
alcuni motivi dei romanzi gotici, avvicinandosi talvolta al genere fantastico, e
si specializzò in delitti della camera chiusa (
La casa stregata,
1934). Alla tradizione inglese dell'enigma si riallacciarono invece M.G.
Eberhart (
La stanza n. 18, 1929); R. King con il suo investigatore, il
tenente Valcour; V. Caspary, autrice del romanzo
Laura (1942). Agli
stessi anni risalgono le collaborazioni tra F. Dannay e M.B. Lee, che
pubblicarono sotto il nome di Ellery Queen, e tra R. Webb e H. Wheeler, che
uscirono con il nome di Patrick Queentin o Jonathan Stagge. Ellery Queen
comparve per la prima volta nel giallo
La poltrona n. 30 (1929), ancora
di impianto tradizionale; successivamente nel ciclo di Wrightsville, affresco di
una piccola città del New England, sarebbe prevalso l'elemento
psicologico accompagnato a enigmi raffinati. Non privi di una nota di umorismo
sono i romanzi
p. di R. Stout, inventore del personaggio di Nero Wolfe,
investigatore gastronomo e colto, misogino e appassionato di musica (il primo
romanzo che lo vide protagonista fu
La traccia del serpente, 1934).
Infine C. Woolrich, con
The Bride Wore Black (1940) e
Rear window
(1945), rivelò una grande abilità nel creare un intenso clima di
suspense. A ravvivare il genere, che difficilmente proponeva ormai spunti
originali, furono gli autori della cosiddetta
hard-boiled school (la
scuola dei duri), che vide la luce nella redazione della rivista "Black
Mask", dove D. Hammett, ex investigatore dell'agenzia Pinkerton e
intellettuale politicamente impegnato, iniziò a scrivere racconti per
esigenze economiche. Nei suoi romanzi (
Raccolto rosso, 1929;
Il
falcone maltese, 1930;
La chiave di vetro, 1931;
L'uomo ombra,
1932) Hammett tratteggiò un quadro realistico e polemico dell'America del
proibizionismo. La novità non era tanto nello schema narrativo, quanto
nel linguaggio vivo e scarno, nella caratterizzazione dei personaggi e nella
sete di giustizia sociale sottesa alla vicenda narrata. Su questa scia si pose
anche R. Chandler, che tuttavia si servì di un linguaggio più
pacato e di una scrittura controllata e senza sbavature. Dalla penna di Chandler
uscì il detective privato Philip Marlowe, protagonista malinconico e
solitario di romanzi quali
Il grande sonno (1939),
Addio, mia
amata (1940),
Finestra sul vuoto (1942),
In fondo al lago
(1943),
Il lungo addio (1943), che ritraggono la corruzione dell'alta
società americana. L'
hard-boiled novel si diffuse anche in Francia
e in Inghilterra ma, se si escludono poche eccezioni, finì per scadere in
una produzione ripetitiva e priva di valore letterario. L'accentuato
individualismo del giustiziere, che ormai differisce dal criminale solo di nome,
è ben rappresentato nell'opera di M. Spillane, autore di romanzi che
all'epoca ebbero grande successo, incentrati sulla figura del detective Mike
Hammer (
Ti ucciderò, 1947). In ambito americano alcuni autori
continuarono invece nella direzione classica del genere: accanto al già
citato Rex Stout con la sua coppia di investigatori, Nero Wolfe e Archie
Goodwin, ricordiamo E.S. Gardner, che nel romanzo
The Case of the Velvet
Claws (1933) creò la figura dell'avvocato Perry Mason, ripresa poi in
una lunga serie televisiva. In Francia, nel frattempo, il belga G. Simenon aveva
pubblicato il romanzo
Pietre le letton (1930): protagonista il
commissario Maigret, investigatore bonario e tenace, capace di immedesimarsi nei
panni dell'assassino fino a condurlo alla confessione. Simenon superò i
limiti tradizionali del romanzo
p., offrendo un affresco convincente
dell'opprimente provincia francese, percorsa da cupe passioni (
Il cane
giallo, 1931;
Il pazzo di Bergerac, 1933;
L'affare
Saint-Fiacre, 1933). Sempre in Francia, si possono ancora ricordare A. Le
Breton, con il suo
Du rififi chez les hommes (1953), scritto in argot, e
A. Simonin, con
Grisbi (1953). Anche in Inghilterra gli autori seguirono
due filoni fondamentali, quello classico e quello d'azione, su modello
americano: tra i primi, citiamo N. Blake, pseudonimo del poeta C. Daz Lewis; tra
i secondi, P. Cheyney, creatore dell'agente federale Lemmy Caution, e J. H.
Chase, i cui romanzi si soffermano spesso sulla difficile tematica del
pentimento e del rimorso del colpevole. Nel 1965 l'americano J. Ball
pubblicò
In the Heat of the Night, incentrato sulla figura
dell'ispettore di colore Virgil Tibbs; tra gli autori statunitensi più
recenti si possono poi ricordare Ed McBain (pseudonimo di Salvatore A. Lombino)
che proseguì il ciclo iniziato da Hammett con la serie dell'
87°
distretto; S. Kaminsky, i cui romanzi sono ambientati nella Los Angeles
degli anni Quaranta (
Bullet for a Star, 1977;
High Midnight,
1982); P. Highsmith, che con romanzi come
Strangers on a Train (1949),
Ripley's Game (1974),
The Animal-Lover's Book of Beastly Murders
(1975) creò tenebrosi intrecci psicologici ben rappresentativi della
crisi contemporanea; L. Block e J. Ellroy, che tratteggiarono rispettivamente
una New York e una Los Angeles violente e corrotte. In Europa la produzione
più recente è opera di autori quali il francese J.-P. Manchette,
che diede ai suoi romanzi (
Morgue pleine, 1973;
La position du tireur
couché, 1982) un'impostazione politico-sociologica, e lo spagnolo M.
Vázquez Montalbán, creatore del detective Pepe Carvalho,
protagonista di diverse avventure ambientate in una Barcellona descritta con
grande realismo (
La solitudine del manager, 1977;
I mari del Sud,
1979;
Le terme, 1989). In Italia il successo del romanzo
p. risale
all'inizio delle pubblicazioni dei "gialli" Mondadori, inaugurata con
La strana morte del signor Benson, di S.S. Van Dine. Il successo
editoriale della narrativa
p. in Italia non è comunque
accompagnato da una produzione nazionale: i pochi tentativi di autori italiani
non sono riusciti, se non in casi molto rari, a imporre una vera e propria
impronta che non fosse di imitazione della scuola inglese o americana. La
pubblicazione di romanzi
p. consiste quindi, ancora oggi, soprattutto in
traduzioni da opere straniere
. Si possono tuttavia citare autori come A.
De Angelis con il suo commissario De Vincenzi; G. Scerbanenco, che nei suoi
romanzi (
Venere privata, 1966;
I Milanesi ammazzano il sabato e
Milano calibro 9, 1969;
Metropoli del delitto, 1975) ritrae una
Milano "nera", piena di violenza e corruzione; la coppia
Fruttero-Lucentini, con il romanzo
La donna della domenica (1972). Negli
anni Settanta esordirono L. Machiavelli, che inaugurò la serie del
sergente Sarti, e A. Perria (
Incidente sul lavoro, 1974;
Giustizia per
scommessa, 1975). • Cin. - Anche in campo cinematografico è
possibile distinguere due filoni principali, uno imperniato sulla risoluzione di
un enigma (film giallo propriamente detto), l'altro sulla lotta tra gangster e
polizia o detective (film gangsteristico). Il film giallo, il cui inizio si
può far risalire alle opere di L. Feuillade (
Fantomas, 1913-14;
Les Vampires, 1915;
Judex, 1916-17), è ben rappresentato
dai film di A. Hitchcock (
Il club dei 39, 1935;
Finestra sul
cortile, 1954;
Psyco, 1960) e di F. Lang (
Il prigioniero del
terrore, 1944;
Dietro la porta chiusa, 1948). All'interno del filone
classico si possono ulteriormente distinguere tre gruppi. Il primo comprende i
film in cui il protagonista si trova in una situazione di profonda angoscia,
sottolineata dall'uso della musica e delle luci (
Il terrore corre sul
filo, 1948, di A. Litvak;
So che mi ucciderai, 1952, di D. Miller).
Il secondo gruppo è quello dei film che hanno come protagonista
l'investigatore e che seguono lo sviluppo delle indagini fino alla soluzione del
delitto; molti di questi film hanno come protagonisti personaggi ispirati a
opere letterarie, come Maigret, che fu interpretato da P. Renoir (
La nuit du
carrefour, 1933, di J. Renoir), Ch. Laughton (
L'uomo della Torre
Eiffel, 1950, di B. Meredith), J. Gabin (
Il commissario Maigret,
1958, di J. Dellannoy). Il terzo gruppo infine comprende film incentrati su un
fatto di cronaca e nei quali il colpevole, in genere noto sin dall'inizio,
è una persona comune; ciò permette di ritrarre la realtà
quotidiana nei suoi aspetti più negativi (
L'occhio che uccide,
1959, di M. Powell;
Lo strangolatore di Boston, 1968, di R. Fleischer).
Il giallo di intreccio, dopo gli esempi di Hitchcock e Lang, proseguì con
la produzione di D. Argento (
L'uccello dalle piume di cristallo, 1970;
Profondo rosso, 1975;
Inferno, 1980;
Phenomena, 1984;
Trauma, 1992;
La sindrome di Stendhal, 1996), Brian de Palma
(
Vestito per uccidere, 1980;
Omicidio a luci rosse, 1984;
Doppia personalità, 1992), C. Chabrol (
Il tagliagole,
1969), P. Leconte (
L'insolito caso di Mr. Hire, 1989), Ph. Noice
(
Ore 10: calma piatta, 1989;
Sotto il segno del pericolo, 1994);
A. Pakula (
Presunto innocente, 1990;
Il rapporto Pelican, 1993),
W. Petersen (
Prova schiacciante, 1991;
Virus letale, 1995), B.
Singer (
I soliti sospetti, 1995), D. Fincher (
Seven, 1995).
Infine, il genere più propriamente thriller che si avvicinò
all'horror (è il caso dei film di D. Argento) diede opere quali
Il
silenzio degli innocenti (1991) di J. Demme e
Cape Fear - Il
promontorio della paura (1991) di M. Scorsese. Il filone gangsteristico si
affermò negli Stati Uniti nei primi decenni del Novecento, in particolare
a partire da
Le notti di Chicago (1927) di J. von Sternberg. I film
gangsteristici hanno in genere come protagonisti personaggi appartenenti
all'
underworld, che ricorrono alla violenza per tentare di emergere
dall'anonimato in una società fortemente competitiva come quella
americana (
Anonima delitti, 1955, di R. Rouse;
Le vie della
città, 1931, di R. Mamoulian). Talvolta la vicenda ricalca fatti
reali e ha come protagonisti personaggi realmente esistiti, come nel caso di
Scarface (1932), di H. Hawks. Negli anni Quaranta si verificò un
cambiamento: sempre più spesso il ruolo di personaggio principale venne
affidato non al gangster ma all'investigatore privato, e la storia narrata venne
tratta da opere letterarie. Nacque così, a partire da
Il mistero del
falco (1941) di J. Houston, tratto da D. Hammett, il film
noir,
genere al quale appartengono, per esempio, tutti i film che hanno come
protagonista l'investigatore privato Marlowe, creato da Chandler (
Marlowe
indaga, 1946, di H. Hawks;
Una donna nel lago, 1947, di R.
Montgomery). A differenza del filone gangsteristico, quello
noir
comprende film spesso in
flash-back e raccontati in prima persona, che
introducono come antagonista una donna bella e misteriosa, violenta e avida, la
cosiddetta
dark lady che ritroviamo in pellicole quali
La fiamma del
peccato (1944) di B. Wilder,
La donna del ritratto (1944) di F. Lang,
Vertigine (1944) di O. Preminger,
La signora di Shangai (1948) di
O. Welles. Dopo il successo dei film imperniati sulla figura dell'agente segreto
007 (
Agente 007, dalla Russia con amore, 1962 e
Agente 007,
Thunderball. Operazione tuono, 1965, di T. Young;
Agente 007, missione
Goldfinger, 1964, di G. Hamilton), il filone gangsteristico si
orientò verso una riflessione critica sui generi cinematografici
(
Senza un attimo di tregua, 1967, di J. Boorman;
Il lungo addio,
1973, di R. Altman;
Dillinger, 1975, di J. Milius), oppure introdusse una
violenza e un erotismo esasperati (
Gangster Story, 1967, di A. Penn;
Il clan dei Barker, 1969, di R. Corman;
Getaway!, 1972, di S.
Peckinpah). Infine, tra i più recenti e originali sviluppi del genere,
ricordiamo i film di Q. Tarantino
Le iene (1992) e
Pulp Fiction
(1994). Il genere più propriamente
noir diede, dopo l'ampia
produzione degli anni Quaranta, film quali
Chinatown (1974) di R.
Polansky,
Bersaglio di notte (1975) di A. Penn,
Brivido caldo
(1981) di L. Kasdan,
Diva (1981) di J.-J. Beineix,
Hammett -
Indagine a Chinatown (1983) di W. Wenders,
The Hot Spot (1990), di
D. Hopper,
Rischiose abitudini (1991) di S. Frears,
Basic Instinct
-
Istinto di base (1992) di P. Verhoeven.