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Polignoto.

Pittore greco. Figlio di Aglaofonte il Vecchio, avrebbe appreso dal padre la tecnica pittorica. Nulla ci rimane delle sue opere, minuziosamente descritte da Pausania. Svolse la sua attività ad Atene intorno alla metà del V sec. a.C. Pittore di vaste composizioni parietali, secondo le testimonianze dipinse un'Amazzonomachia nel Theseion; il Ratto delle Leuceppidi e gli Argonauti nel tempio dei Dioscuri; una Distruzione di Ilio nel portico Pecile. Pausania ricorda suoi quadri con Oreste ed Egisto, Odisseo e Filottete, Achille a Sciro e Nausicaa. A Platea avrebbe dipinto i Sette contro Tebe, e a Delfi nelle Lesche dei Cnidi la Distruzione di Ilio e la Discesa agli Inferi, considerati suoi capolavori. Secondo le fonti letterarie P. avrebbe adoperato solo quattro colori, modulandoli per rendere il variare delle superfici; Plinio riporta la notizia secondo cui per primo avrebbe dipinto vesti femminili trasparenti; Aristotele lo definisce "etografo", per la sua capacità espressiva di tratteggiare i caratteri. Viene esaltato il suo verismo naturalistico, la realizzazione di figure campeggianti per tutta l'altezza del quadro, e soprattutto il suo tentativo di creare una visione prospettica, disponendo le figure su piani differenti. P. avrebbe esercitato grande influsso sulla pittura vascolare della prima metà del V sec., con particolare riferimento al maestro detto Pittore dei Niobidi e a quello di Pentesilea e di Achille (Taso prima metà V sec. a.C. - Atene).