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Polifenilensolfuro.

Chim. - Resina sintetica termoplastica dotata di ottime caratteristiche meccaniche (anche a temperature elevate), elettriche e di resistenza ai solventi. Il p. è noto anche con il nome commerciale di Ryton (marchio di fabbrica della società americana Philips Petroleum Co.). Chimicamente questo polimero è descritto come un polisolfuro di fenilene; è quindi costituito da macromolecole composte da anelli fenilici legati fra loro in posizione para da ponti di zolfo ―S―. La sua struttura è rappresentabile nel modo seguente:

POLIET09.png

Dall'analisi di una simile struttura appare chiaro che questo polimero ha una buona stabilità, in quanto, non contenendo idrogeni alifatici ma solo idrogeni aromatici, resiste bene all'ossidazione; inoltre contiene uno scheletro di anelli benzenici, di per sé molto stabili in quanto dotati di elevata energia di risonanza. La principale caratteristica di questo polimero è la resistenza in temperatura: non caricato può essere impiegato in servizio continuativo fino a 135 °C; per i tipi caricati con fibre di vetro, la soglia della temperatura si alza fino a 205 °C e oltre. È assai stabile al calore: un'esposizione prolungata a 250 °C (a carico pressoché nullo) non ne provoca la distorsione né il decadimento delle proprietà (misurate dopo raffreddamento) in quanto a quella temperatura non si sono ancora verificati fenomeni di ossidazione; se utilizzato come rivestimento su parti metalliche, può sopportare per lungo tempo anche temperature fino a 315 °C senza perdere le sue caratteristiche. Resistente ai solventi, non è attaccato né dalle basi forti né dagli acidi, eccetto a temperature molto elevate (sopra i 190-210 °C, temperatura alla quale la maggior parte delle resine termoplastiche è praticamente fusa). Il carico di rottura a trazione è molto elevato: circa 750 kg/cm per i tipi non caricati e fino a 1.500 kg/cm per i tipi caricati al 40% con fibra di vetro. L'allungamento a rottura è contenuto (2 ÷ 3%) mentre la resilienza è molto elevata per i tipi non caricati o caricati con amianto. Per i tipi caricati con fibra di vetro la resilienza è altissima, fra le più alte note per le materie plastiche. Presenta una elevata rigidità dielettrica e un bassissimo fattore di perdita (0,0004 ÷ 0,0007); la costante dielettrica si aggira sul 3,1 ÷ 3,2 secondo la frequenza di prova. Sia il tipo non caricato sia quelli caricati con amianto o fibra di vetro sono adatti per lo stampaggio. Lo stampaggio a compressione si effettua a temperature di 310 ÷ 340 °C con pressioni di 70 ÷ 150 kg/cm3; per lo stampaggio a iniezione, invece, si lavora a temperature di 320 ÷ 370 °C e pressioni circa 10 volte superiori di quelle necessarie per lo stampaggio a compressione. Il ritiro di solidificazione è molto limitato: circa 0,001 mm/mm per il tipo non caricato, minore per quelli caricati.