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Podere.

Fondo agricolo destinato a coltura, o suscettibile di coltura, costituito da più campi adiacenti e da un nucleo abitativo formato da una o più famiglie coloniche, che lo lavorano in proprio o per contratto di affitto. • Encicl. - In epoca romana in seguito allo sviluppo delle colture cerealicole e alla formazione di assi viari regolari e di opere di canalizzazione, vennero individuati appezzamenti agricoli di estensione pari a circa 50 ha. Il clima di insicurezza alla fine dell'età antica determinò la nascita di una classe di concessionari dipendenti legati alla terra, sotto la tutela di un patrono, e vincolati a prestazioni di lavoro o di corresponsione di prodotti agricoli. In età longobardica si diffuse la pratica delle locazioni fondiarie e nacquero aziende contadine familiari. In epoca carolingia si ebbe una progressiva riduzione delle superfici rurali gestite da un nucleo familiare. Con l'incremento demografico e l'urbanizzazione, che determinarono una crescita d'importanza delle città, e il conseguente controllo dei cittadini sul territorio circostante, diventarono materia di diritto pubblico le disposizioni dei patti mezzadrili fino ad allora lasciate a discrezione dei privati. Si svilupparono colture ad alto rendimento e sistemi contrattuali non più di durata ultradecennale, in ossequio a un'economia produttiva conforme alle richieste del mercato. • Dir. - Frazionamento di unità poderali: nei trasferimenti di proprietà, nelle divisioni e nelle assegnazioni a qualunque titolo aventi per oggetto terreni destinati a coltura o suscettibili di coltura, sono vietati i frazionamenti che non rispettino la minima unità colturale.