Med. - Infiammazione delle membrane sierose della pleura. Il processo
infiammatorio, che può essere acuto o cronico, è da imputare,
nella maggior parte dei casi, all'azione patogena di alcuni batteri come il
bacillo di Koch (
p. specifica), il pneumococco, lo stafilococco, i
bacilli del tifo e del paratifo, l'
Escherichia coli. La
p.
può avere inoltre origine da traumi e da tumori o insorgere per reazione
al contatto con sostanze chimiche irritanti (
p. reattiva). Dal punto di
vista clinico si distinguono tre tipi di
p.:
secca o
fibrinosa;
sierosa o
sierofibrinosa;
purulenta o
empiema. ║
P. secca: ha spesso origine tubercolare e si
manifesta con tosse secca, febbre non elevata (37-39 °C) e dolore al torace
che si acuisce durante i respiri profondi. La diagnosi clinica è
supportata dal riscontro, tramite auscultazione, di un tipico rumore di
sfregamento, che segue il ritmo respiratorio del paziente, prodotto dallo
strofinio delle pareti ispessite delle pleura. Nella
p. secca, infatti,
le pareti pleuriche si presentano particolarmente ruvide per la presenza dei
depositi fibrinosi creatisi per effetto della cattiva distribuzione della
fibrina sulla superficie sierosa. La prognosi è benigna e la terapia
prevede la somministrazione di antibiotici, il riposo e un'adeguata
alimentazione (ricca, in particolare, di calcio e vitamina C); talvolta
può essere necessario l'utilizzo di alcuni farmaci che prevengano o
riducano il rischio di ulteriori infiammazioni e delle conseguenti fuoriuscite
di liquidi dai vasi sanguigni. ║
P. sierosa:
ha
un'insorgenza piuttosto lenta e si manifesta con febbre non elevata, tosse
secca, senso di pesantezza al torace, difficoltà di respiro e conseguente
affanno; caratteristica di questa forma di
p. è la forte presenza
di liquido proveniente dai vasi sanguigni del tessuto colpito
dall'infiammazione. La diagnosi clinica viene completata dal prelievo e
dall'esame del sedimento presente nella pleura. Anche per la
p. sierosa
la prognosi è benigna e la terapia prevede la somministrazione di
antibiotici, il riposo e un'alimentazione ricca di calcio e vitamina C. In
alcuni casi può essere opportuno ricorrere a una puntura evacuativa che
liberi la cavità pleurica dal liquido. ║
P. purulenta:
generalmente origina dall'aggravamento di una preesistente patologia polmonare
(per esempio un tumore) o da infezioni generali diffuse anche in altre parti
dell'organismo. L'insorgenza della
p. purulenta è pertanto
improvvisa e si manifesta con la presenza di tosse secca, dolori al torace,
sudorazioni diffuse e persistenti, febbre accompagnata da brividi e presenza di
liquido purulento diagnosticato tramite puntura esplorativa. L'intervento medico
deve essere tempestivo per scongiurare il rischio che il pus deteriori il
polmone, provocando l'apertura di una fistola bronco-pleurica che a sua volta
potrebbe dare origine a un piopneumotorace. La terapia prevede la
somministrazione di dosi sostenute di antibiotici e di farmaci chemioterapici,
il ricorso a toracentesi e lavaggi del cavo pleurico ripetuti più volte e
l'utilizzo di antibiotici ed enzimi specifici per sciogliere i depositi
fibrinosi. In alcuni casi può essere necessario ricorrere alla terapia
chirurgica, che consiste nell'incisione del cavo pleurico per consentire il
drenaggio del liquido purulento.