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Plasmaproteina.

Termine tecnico utilizzato per definire le proteine plasmatiche, elaborate in condizione fisiologica dal fegato e da particolari elementi del sistema reticoloistiocitario, presenti nel plasma sanguigno. Si tratta di circa 100 proteine differenti, che raggiungono complessivamente una concentrazione nel plasma del 6-8%. Un primo criterio di distinzione delle p. è stato, in passato, il diverso grado di solubilità in acqua o soluzione salina, per cui furono classificate in albumine e globuline (rispettivamente più e meno solubili). Oggi è invece utilizzata l'elettroforesi in ambiente alcalino (pH 8,6): in queste condizioni le p. assumono carica negativa e migrano verso l'anodo con velocità direttamente proporzionale alla loro carica e inversamente alla loro grandezza molecolare. Attualmente è adottata da tutti la nomenclatura di Tilesius, che ordina le p. secondo il grado decrescente di mobilità elettroforetica. Si distinguono albumine α1-, α2-, β-; γ-globuline e fibrinogeno (una β-globulina, assente però nel siero sanguigno). In condizioni patologiche, la concentrazione nel plasma di una o più p. eccede i limiti di normalità: per questa ragione la determinazione quantitativa delle frazioni di p. nel sangue è abituale negli esami chimico-clinici a scopo diagnostico.