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Pisello.

(dal latino pisellum, diminutivo di pisum, der. del greco píson: pisello). Genere di Papilionacee, comprendente poche specie erbacee annuali o perenni caratterizzate da foglie pennate terminate da viticci, fiori in grappoli, frutti dai semi commestibili. ║ Usato con significato più ristretto, il legume della pianta omonima, e soprattutto il seme in esso contenuto. Il legume misura fino a 12 cm e racchiude numerosi semi commestibili, di forma tondeggiante, di piccole dimensioni, di colore verde chiaro. ║ Colore verde p.: con funzione appositiva, indica una particolare gradazione di verde: una maglietta color verde p. ║ Per estens. - Con riferimento alla grandezza e alla forma del seme del p., tipo di pezzatura dei combustibili e di alcuni materiali sciolti usati nelle costruzioni. ║ Familiarmente, pene, in particolare nei bambini. • Bot. - Al genere Pisum, appartengono alcune specie di cui la più nota è il Pisum sativum, originaria dell'Asia, che si presenta con alcune varietà: 1) elatius, da questa varietà, con peduncoli molto più lunghi delle stipole, fiori larghi e lunghi 2-3 cm, derivano tutte le qualità coltivate di p.; 2) arvense, coltivato per foraggio e anche per i semi commestibili (di colore nero, rosso ruggine o screziato), ha peduncoli subeguali alle stipole e fiori piccoli; 3) vulgare o hortense (p. comune o da orto), con fiori bianchi su peduncoli di lunghezza variabile, semi lisci o rugosi di colore chiaro (verde, biancastro, giallo). Alcune varietà hanno solo i semi commestibili (p. da sgranare); altre anche il baccello (p. mangiatutto o taccole). Soggetto agli attacchi di parassiti animali (tonchio, tortrice del p.) e vegetali (oidio), il p. richiede terreni freschi, abbondanti concimazioni e molte cure. Le forme nane si coltivano in campo aperto, mentre negli orti si usano quelle rampicanti. A seconda della zona di coltivazione si semina in autunno (regioni meridionali) o in primavera (regioni settentrionali). Per ottenere varietà adatte alle esigenze del mercato (inscatolamento, consumo fresco, surgelazione, ecc.) e più resistenti ai parassiti, si interviene attraverso gli incroci e la mutagenesi sperimentale, essendo specie autogama. ║ P. odoroso: pianta (Lathyrus odoratus) erbacea annuale, delle Leguminose, dicotiledone, diffusa nelle regioni a clima temperato. Ha fusto volubile che può raggiungere i 2,50 m di altezza, foglie spesso trasformate in viticci di sostegno e stipole ampie; i fiori, di colore porpora nella specie selvatica e variopinti negli ibridi, sono molto profumati; il baccello contiene molti piccoli semi neri. Si propaga per seme nei mesi di marzo e aprile. Al genere Lathyrus appartengono numerose specie: Lathyrus latifolius, dai fiori rosa e alto fino a 3 m; Lathyrus luteus, dai fiori gialli; Lathyrus tuberosus, dai tuberi commestibili; Lathyrus pratensis e Lathyrus palustris usati come foraggio; Lathyrus sativus (cicerchia) dai cui semi si ricava una farina alimentare contenente latirina.