Città della Toscana e capoluogo della provincia omonima. Situata a 12 km
dal mare, nella pianura alluvionale costiera formata dall'Arno, ha il suo nucleo
più antico sulla riva destra del fiume. 89.694 ab. CAP 56100. •
Econ. - Collocata all'incrocio di importanti assi stradali e ferroviari tra il
Nord-Ovest e il centro della penisola, e sede di aeroporto (San Giusto),
è un importante polo commerciale. Dopo il terziario, rilevante è
anche il settore industriale (lavorazioni meccaniche, chimiche, farmaceutiche,
vetrarie, tessili, ceramiche); ingente l'apporto del turismo, per le sue
ricchezze artistiche e per la vicinanza alle località balneari. •
St. - Presumibilmente di origine ligure o etrusca, anche se gli storici antichi
riferiscono di una colonizzazione achea,
P. deve la sua vera nascita come
città ai Romani che ne fecero un porto fortificato (89 a.C.). La sua
importanza crebbe con la costruzione della via
Aemilia Scauri. Dopo la
caduta dell'Impero romano fu conquistata dagli Ostrogoti e dai Bizantini, per
entrare poi a far parte del Regno longobardo. Nel successivo periodo carolingio,
si affermò come baluardo delle coste tirreniche contro i Musulmani, che
combatté ripetutamente dall'VIII all'XI sec. Alleatasi con Genova,
riuscì a impadronirsi della Sardegna. Durante le crociate
incrementò il suo dominio marittimo e commerciale, arricchendosi di
privilegi in Oriente e nella stessa Bisanzio. Combatté contro Venezia a
Rodi per la prima volta nel 1110; si oppose a Genova in una lunga guerra dal
1119 al 1129; nel 1137 saccheggiò Amalfi. Sulla terraferma estese la sua
influenza sulla Maremma, Lucca e la Lunigiana, iniziando un lungo periodo di
rivalità con Firenze. Di parte ghibellina, si avvantaggiò della
sconfitta dei guelfi fiorentini a Montaperti (1260), ma la vittoria di Carlo
d'Angiò, chiamato in Italia dal pontefice e da Firenze, su Corradino di
Svevia, riportò in città la fazione guelfa. Seguì un
periodo di discordie intestine culminato in un nuovo conflitto con Genova, che
portò, nel 1282, alla disfatta della flotta pisana a Meloria. Per la
difesa della città fu nominato podestà Ugolino della Gherardesca,
che tentò di concludere la pace con Firenze cedendo castelli di confine;
ma venuto a contrasto con il collega Nino Visconti, e accusato di tradimento, fu
fatto rinchiudere in una torre di Guanaldi e lasciato morire di fame, come
ricorda Dante nel celebre episodio dell'
Inferno. Dopo la signoria di
Pietro Gambacorta (1369-92), nel 1399 Gherardo d'Appiano vendette la
città a Gian Galeazzo Visconti; Firenze la comprò e, in seguito ad
un lungo assedio, se ne impadronì, ponendo fine alla potenza pisana. Dopo
un tentativo di ribellione, al tempo della discesa di Carlo VIII in Italia
(1494), la città tornò sotto il dominio fiorentino. Fece parte del
ducato e granducato mediceo; alla morte del granduca Gian Gastone de' Medici,
ultimo rappresentante del casato,
P. passò a Francesco di Lorena e
da questi, con la Rivoluzione francese, sotto i Francesi, per poi tornare ai
Lorena (1815). Successivamente entrò con la Toscana a far parte del Regno
d'Italia (1860). ║
Concili di P.: il primo (1135) fu promosso da
Innocenzo II, con l'intento di ricomporre lo scisma di Anacleto II. Il secondo
(1409), convocato per porre fine ai contrasti fra Gregorio XII e l'antipapa
Benedetto XIII, dichiarò scismatici entrambi i pontefici, ed elesse
Alessandro V, che però non fu riconosciuto. Il terzo (1511) decise, su
suggerimento di Luigi XII, la sospensione di Giulio II dalla dignità
pontificia, ma il papa scomunicò il concilio che si sciolse poco dopo.
║
Trattato di P.: concluso il 12 febbraio 1664 tra il pontefice
Alessandro VII e il re di Francia Luigi XIV, pose fine alla grave controversia
sorta tra le due corti, in seguito all'attentato compiuto dalla guardia corsa
contro l'ambasciatore francese a Roma, duca di Créquy. • Arte -
Nonostante i rilevanti danni subiti durante la seconda guerra mondiale,
P. ha preservato quasi intatto il suo patrimonio artistico, gran parte
del quale è concentrato nella piazza del duomo (Campo dei Miracoli), dove
si trovava l'antico cimitero del popolo, ai margini della città
medioevale. Il duomo, iniziato nel 1063 da Buscheto, fu ultimato alla fine
dell'XI sec. da Rainaldo, autore della facciata a doppio spiovente. È il
risultato della fusione di elementi classici, bizantini, arabi, normanni;
l'interno, a croce latina, a cinque navate, presenta una decorazione a fasce
orizzontali di marmo bianco e nero, e contiene il pulpito marmoreo di Giovanni
Pisano, uno dei capolavori della scultura gotica italiana, oltre che opere di
Giambologna, di Domenico Beccafumi, di Sodoma. L'abside è decorata con
affreschi del Ghirlandaio e con un mosaico di Cimabue. Il battistero, iniziato
nel 1152 da Diotisalvi, ha pianta circolare e una cupola piramidale. Riprende lo
schema architettonico del duomo; all'interno conserva il pulpito di Nicola
Pisano e statue di Giovanni Pisano. Il campanile, la famosa torre pendente,
simbolo della città, fu iniziato nel 1173, ma i lavori, subito sospesi
per il cedimento del terreno, furono ultimati nella seconda metà del
Trecento, quando la pendenza era già di 143 cm. Interventi di
stabilizzazione sono iniziati nel 1993. Il camposanto, che rappresenta la
conclusione urbanistica della piazza, è una grandiosa galleria a pianta
rettangolare, decorata all'esterno da arcate cieche, e affacciata all'interno
sul prato dell'antico cimitero; custodisce uno dei più grandi complessi
di pitture murarie medioevali (opere di Buffalmacco, Andrea Bonaiuti, Antonio
Veneziano, Spinello Aretino). Nel centro civico, tra gli altri monumenti, la
chiesa di Santa Maria della Spina, di San Paolo a Ripa d'Arno, di Santo Stefano
dei Cavalieri, i palazzi dell'Orologio, Toscanelli, dei Cavalieri, il palazzo
dei Medici, ora prefettura, quello dell'università, del 1400. Celebre la
Scuola Normale superiore. ║
Provincia di P. (2.448 kmq; 384.555
ab.): comprende le fasce pianeggianti costiere dell'Arno e del Serchio, la
pianura del Valdarno inferiore, il bacino dell'Era e della Cecina. In passato il
territorio era soggetto a frequenti impaludamenti: lavori di bonifica sono stati
portati a termine nel XX sec. Il settore industriale ha il suo polo principale
nel capoluogo, oltre che a Pontedera (motociclette); manifatture tradizionali
sono quelle conciarie, calzaturiere, delle ceramiche, del mobile. Soffioni
boraciferi e industrie chimiche si trovano a Larderello. Molto sviluppato il
turismo, balneare e storico-artistico (Volterra, San Miniato). Centri
principali: Volterra, Cascina, Pontedera, San Giuliano Terme, San
Miniato.
Pisa: veduta aerea di Piazza dei Miracoli