Ciascuna delle strutture di sostegno delle arcate di un ponte. ║ Per
estens. - Insieme di oggetti collocati l'uno sull'altro. ║ Generatore di
corrente elettrica continua. ║ Con uso improprio, apparecchio portatile di
illuminazione costituito da una piccola lampada alimentata da una
p.
elettrica. ║ Grande recipiente di pietra, marmo, o altro materiale,
destinato a contenere acqua o altro liquido per vari usi. ║
La p.
dell'acqua santa: l'acquasantiera. • Costr. - Le
p. di sostegno
dei ponti sono in calcestruzzo o in cemento armato, in questo ultimo caso con
strutture a traliccio e cave all'interno; si costruiscono anche
p. in
acciaio a traliccio, per ponti di grandi altezze, e in muratura o in legno, per
ponti provvisori. Le dimensioni delle
p. devono essere tali da non creare
a monte notevoli rigurgiti che alterino il regime delle acque, provocando
corrosioni del fondo e scalzamenti delle
p. stesse. Il problema del
dimensionamento venne affrontato già dai Romani, che adottarono il
sistema degli
occhi da ponte, cioè aperture praticate nelle
p. o sui fianchi delle arcate per favorire lo smaltimento delle portate
di piena; un altro provvedimento per ridurre la spinta della corrente contro le
p. consiste nella costruzione di
rostri, strutture murarie che
prolungano le
p. stesse oltre i piani di testa laterali, sagomate a monte
e a valle in modo da accompagnare i filetti fluidi dell'acqua. • Fis. -
P. elettrica: generatore di forza elettromotrice continua in cui si attua
la conversione di energia chimica in energia elettrica; per estensione, il
termine
p. viene utilizzato per indicare altri generatori di corrente
elettrica, il cui funzionamento non si basa su reazioni elettrochimiche. Le
p. del primo tipo, dette anche
p. chimiche, sono distinte in
primarie, caratterizzate dalla irreversibilità dei processi che in
esse avvengono, e in
secondarie o
accumulatori, che possono essere
rigenerate al termine della scarica. La prima
p. fu ideata da Alessandro
Volta (
p. voltaica) nel 1799; egli si basò sull'osservazione che
due metalli diversi posti a contatto (
coppia voltaica) presentano una
differenza di potenziale, e che in un circuito costituito da conduttori
metallici e da conduttori elettrolitici scorre una corrente elettrica. Il primo
dispositivo costruito da Volta era formato da coppie di dischi di zinco e di
rame sovrapposte e separate da dischetti di panno imbevuti di una soluzione
acidula; il funzionamento era irregolare, poiché i dischi di panno,
premuti dagli altri, facevano scolare l'acqua acidula lungo la colonna.
Successivi perfezionamenti condussero Volta alla costruzione di
p. a
elementi distinti (come la
p. a tazze), in cui ogni elemento era
costituito da un elettrodo di rame e da uno di zinco immersi in un recipiente
contenente acqua acidula; l'elettrodo di zinco di un elemento era connesso in
serie a quello di rame dell'elemento successivo, mentre i due elettrodi liberi,
rispettivamente di zinco e di rame, costituivano il polo negativo e il polo
positivo della serie. Il meccanismo del funzionamento e l'importanza della
soluzione acidula furono più tardi approfonditi da numerosi altri
ricercatori: M. Faraday (1835), lord Kelvin (1879), H. Helmotz (1884), H.W.
Nernst (1889), che per primo spiegò il fenomeno della produzione di
f.e.m. in termini di tensione di soluzione o potenziale di elettrodo, ossia la
tendenza che un metallo immerso in una soluzione dei suoi ioni manifesta a
passare in soluzione. Quando un metallo è immerso in acqua o in una
soluzione di un suo sale in acqua, gli ioni costituenti il reticolo cristallino
del suo strato superficiale subiscono una variazione di energia potenziale, a
causa delle forze esercitate dalle molecole dell'acqua polarizzate
elettricamente dagli ioni stessi; se agli ioni sulla superficie del metallo
compete un'energia potenziale maggiore di quella degli ioni in soluzione, si
osserva un processo di dissoluzione, con passaggio di ioni dallo stato solido
alla soluzione; l'eccesso di carica negativa che si accumula sulla superficie
del metallo, tuttavia, tende a ostacolare il processo, fino al raggiungimento
dell'equilibrio. In caso contrario, quando, cioè, agli ioni in soluzione
compete un'energia potenziale maggiore di quella degli ioni sulla superficie del
metallo, si ha un deposito di ioni sul metallo stesso, ostacolato dall'eccesso
di carica positiva fino al raggiungimento dell'equilibrio. Il processo di
dissoluzione, che avviene quando il metallo è immerso in una soluzione
molto diluita di un suo sale, consiste in una reazione di ossidazione, dato che
lo ione che abbandona il metallo ha carica positiva; il fenomeno di deposito
degli ioni, al contrario, avviene in presenza di una soluzione concentrata, e
consiste in una reazione di riduzione. La ridistribuzione di carica tra
soluzione e metallo determina una differenza di potenziale che misura la
tendenza del metallo stesso a entrare in soluzione; si definisce, pertanto,
potenziale elettrochimico standard di riduzione di un metallo la f.e.m.
di una cella elettrolitica in condizioni standard (concentrazione della
soluzione: 1 grammoione al litro; temperatura: 25 °C), di cui un elettrodo
è il metallo in esame, e l'altro è l'elettrodo normale a idrogeno.
Ordinando i metalli secondo il valore crescente del loro potenziale
elettrochimico, si ottiene la
serie elettrochimica, in cui ciascun
metallo è in grado di spostare da una soluzione gli ioni di tutti i
successivi. Consideriamo ora il generico processo riduttivo che avviene in una
p.; per convenzione, in elettrochimica si chiamano
catodo e
anodo i comparti dove avvengono, rispettivamente, le semireazioni di
riduzione e di ossidazione. Se indichiamo con
E1 e
E2 rispettivamente i potenziali del semielemento ossidante e
di quello riducente, la f.e.m. della
p. è data da
E =
E1 - E2; i potenziali dei due semielementi sono
ricavabili mediante l'equazione di Nernst, ottenendo così
l'espressione

dove
E10 ed
E20 indicano il
potenziale standard dei semielementi,
R la costante dei gas,
T la
temperatura termodinamica,
F la costante di Faraday,

rispettivamente l'attività della specie nella forma
ossidata e nella forma ridotta; l'argomento del logaritmo viene detto
quoziente di reazione e rappresenta lo stato di avanzamento della
reazione stessa. La f.e.m., pertanto, dipende dalla natura degli elettrodi,
dalla concentrazione o attività dei due semielementi e dalla temperatura;
quando l'attività di tutte le specie è unitaria, la f.e.m.
corrisponde a quella di una
p. standard. Per ovviare all'inconveniente
della
polarizzazione, dovuto al formarsi di una pellicola gassosa ad uno
degli elettrodi, che causa l'insorgere di una forza controelettromotrice, si
costruiscono
p. a sostanza depolarizzante, nelle quali le reazioni
secondarie agli elettrodi sono ritardate dalla presenza di opportune sostanze
che fissano in composti non volatili gli ioni indesiderati; il primo tipo di
p. depolarizzata fu la
p. Daniell. ║
P. a
combustibile: sistema elettrochimico che converte l'energia chimica di
combustione in energia elettrica, senza dover essere ricaricato. Consideriamo,
come esempio, una
p. avente come reagenti l'idrogeno e l'ossigeno, e come
elettrolito l'acido fosforico; agli elettrodi giungono, rispettivamente, un
combustibile ricco di idrogeno ed un ossidante. L'ossidazione del combustibile
all'anodo produce elettroni che, passando attraverso un circuito esterno,
raggiungono il catodo, dove si combinano con l'ossigeno, formando acqua come
prodotto refluo; l'elettrolito si comporta da conduttore per gli ioni di
idrogeno prodotti dalla semireazione anodica e utilizzati in quella catodica,
chiudendo così il circuito. A causa dei fenomeni di polarizzazione, alla
trasformazione elettrochimica è associata una produzione di energia
termica, che deve essere rimossa per mantenere costante la temperatura della
cella. ║
P. Daniell: è il primo tipo di
p.
depolarizzata a due liquidi. Costruita da J.F. Daniell nel 1836, è
costituita da un elettrodo positivo di rame, immerso in una soluzione acquosa di
solfato di rame, e da un elettrodo negativo di zinco, immerso in una soluzione
diluita di acido solforico; le due soluzioni sono separate da un setto poroso di
ceramica. A causa della differenza di potenziale di riduzione tra rame e zinco,
nella cella contenente la soluzione di rame avviene la semireazione di
riduzione, con l'assorbimento degli elettroni provenienti dall'ossidazione dello
zinco e, a causa della diminuzione della concentrazione cationica, ioni
H+ fluiscono attraverso il setto poroso, per ristabilire il
bilancio ionico; questo fino a che la concentrazione degli ioni rameici è
sufficientemente elevata. Pertanto, non ha luogo la reazione secondaria di
scarica degli ioni idrogeno. Questo tipo di
p. presenta numerose
varianti: in particolare, il collegamento ionico tra i due comparti può
essere assicurato da un ponte salino costituito da un gel. ║
P.
fotoelettrochimica: sistema elettrochimico che converte l'energia solare in
energia chimica o elettrica. Offre il vantaggio di non dover essere ricaricata e
un buon grado di efficienza, comparabile a quello delle celle fotovoltaiche.
║
P. Leclanché:
p. depolarizzata a un solo liquido.
Nella forma originaria, è costituita da un recipiente di vetro contenente
una soluzione acquosa di cloruro di ammonio, in cui sono immersi una bacchetta
di carbone di storta (elettrodo positivo), circondata da granuli di coke e di
biossido di manganese (sostanza depolarizzante), e da una lamina di zinco
(elettrodo negativo). ║
P. a secco:
p. depolarizzata in cui
l'elettrolito ha consistenza gelatinosa, o è immobilizzato mediante
opportune sostanze inerti. Le
p. a secco sono correntemente utilizzate
per l'alimentazione di ogni genere di apparecchio elettronico. Il primo tipo
realizzato deriva dalla
p. Leclanché, ed è costituito da un
cilindretto di carbone (elettrodo positivo) circondato da una miscela
depolarizzatrice, in genere biossido di manganese, racchiusa da un sacchetto di
carta porosa; quest'ultimo è circondato e impregnato da una soluzione
acquosa di cloruro di ammonio fissata su gelatina, che funge da elettrolita,
contenuta in un involucro cilindrico di zinco (elettrodo negativo) protetto da
un involucro di cartone o di plastica, oppure da un involucro di lamierino di
acciaio isolato dalla capsula di zinco (nelle
p. blindate). Nel tipo
detto
a strato, su una lastrina di zinco sono disposti, ordinatamente, un
dischetto di carta assorbente imbevuta di elettrolito e una compressa di
depolarizzatore, che ha la funzione anche di elettrodo positivo; uno strato di
conduttore funge da elettrodo negativo. Durante l'utilizzo, e anche se la
p. è lasciata per lungo tempo a circuito aperto, la f.e.m.
diminuisce progressivamente per l'insorgere di forze controelettromotrici: alla
fine, la capsula di zinco si corrode, con fuoriuscita dell'acqua prodotta nella
reazione di depolarizzazione, che può danneggiare gravemente
l'apparecchio in cui si trova, per la presenza di elementi corrosivi. ║
P. alcalina: è costituita dalla catena di conduttori zinco
amalgamato (elettrodo negativo), soluzione acquosa immobilizzata di idrossido di
sodio, biossido di manganese (depolarizzatore ed elettrodo positivo). ║
P. a mercurio: è costituita dalla catena di conduttori zinco
(elettrodo positivo), idrossido di potassio saturato di ossido di zinco, miscela
di grafite e mercurio (depolarizzatore), carbone di storta (elettrodo negativo).
║
P. a stato solido:
p. costituita da una lamina di
elettrolito solido compresso tra due elettrodi. La conducibilità degli
elettroliti solidi è dovuta all'esistenza di vacanze nel reticolo
cristallino, che rendono possibile il movimento degli ioni che occupano
posizioni interstiziali; nella classe degli elettroliti solidi rientrano gli
alogenuri di argento ed i composti del tipo
M Ag45, con
M =
K, Rb, NH4. ║
P. Weston:
p. depolarizzata a
due liquidi, realizzata da E. Weston nel 1893 e utilizzata a lungo come
p. campione. ║
P. fotoelettronica: generatore di forza
elettromotrice che si basa sull'effetto fotoelettronico di contatto. Una
p. fotoelettronica consiste in una lamina di rame ricoperta su una faccia
da uno strato di protossido di rame compresso fortemente da una rete, pure di
rame. ║
P. radioattiva: generatore di forza elettromotrice che si
basa sull'effetto fotoelettrico causato da una sostanza radioattiva su una
p. fotoelettronica. ║
P. termoelettrica: p. costituita da
più coppie termoelettriche disposte in serie, utilizzata a scopo di
misurazione e, talvolta, per la produzione di energia elettrica a partire da
energia termica; appartiene a questo tipo la
p. lineare di Melloni.
║
P. atomica: altra denominazione del
reattore nucleare
ideato da E. Fermi nel 1942 (V. REATTORE).