Stats Tweet

Pigmento.

(dal latino pigmentum, der. di pingo: tingo). Sostanza, insolubile in acqua o in altri solventi organici, in grado di conferire il proprio colore a pitture o vernici e ad altri oggetti mediante sovrapposizione di uno strato. In base alla loro origine i p. possono distinguersi in naturali o artificiali; in base alla loro composizione chimica, in organici o inorganici. • Biol. - Si indicano come p. le sostanze chimiche, presenti nelle cellule di organismi sia vegetali sia animali, che determinano le varie colorazioni dei tessuti. Questa definizione è invalsa benché parzialmente impropria, dal momento che molti fra questi p. sono solubili, se non in acqua, almeno in alcuni solventi organici. I p. vegetali sono composti chimici organici e naturali, di differente derivazione: i derivati dal pirano, p. piranici, sono perlopiù contenuti nei fiori e nei frutti, quali antocianine, flavoni, xantoni, ecc. Derivati dal pirrolo sono i p. pirrolici, che comprendono, nel regno vegetale, la clorofilla e la batterioclorofilla. Tra i p. a struttura chinonica sono gli antraglucosidi, mentre tra i p. polienici sono i carotenoidi, compresa la vitamina A. Nel mondo animale è possibile riscontrare una grande varietà di colori, di natura fisica o chimica, legati a fenomeni adattivi avvenuti nel corso dei processi evolutivi. • Chim. - Usati in sospensione in mezzi acquosi, oleosi, trovano impiego come componenti di vernici o pitture per manufatti di ferro, legno, ecc., nella preparazione di colori per pittura, nella colorazione della carta e dei tessuti, nella preparazione di inchiostri di stampa, di cosmetici, ecc. I p. chimici si suddividono, a seconda della loro origine, in p. inorganici, p. organici, p. naturali, p. sintetici. ║ P. inorganici: utilizzati fin dall'antichità per preparare i colori destinati alla pittura e alla decorazione, si classificano in base al colore. 1) P. bianchi: il gruppo comprende ossidi, carbonati, solfati di metalli quali piombo, zinco, titanio, antimonio. La biacca (carbonato basico di piombo) è uno dei più usati nelle vernici ad olio. Questo perché, a causa della sua basicità, interagisce con gli acidi grassi dell'olio di lino, garantendo alla vernice buona adesione ed elasticità. Il biossido di titanio, ampiamente utilizzato nelle industrie della gomma, delle vernici, del linoleum è l'unico composto del titanio usato come p.; possiede un bel tono di bianco, inerzia chimica, stabilità e potere coprente. Altro p. bianco è il sesquiossido di antimonio, impiegato in prodotti destinati ad abbassare l'infiammabilità di manufatti. 2) P. rossi e bruni: gruppo che comprende i vari ossidi di ferro, nelle gamme dal giallo chiaro, al rosso, al bruno, fino al nero. Tra i p. rossi vi è il minio, comunemente usato come antiruggine. I p. rossi di cadmio (solfuro di cadmio, litopone di cadmio) presentano buona resistenza al calore e agli alcali diluiti, ma non agli acidi. Un p. rosso di una certa rilevanza nella produzione delle vernici destinate alle carene di navi o per manufatti in legno o in ferro esposti all'acqua di mare è l'ossido rameoso, tossico per le alghe. Tra i p. bruni si enumerano alcune sostanze di origine naturale, come la terra d'ombra (costituita da ossido idrato di ferro al 50-55%, biossido di manganese al 10-15% e da silice, alluminio, sostanze carboniose, ecc.), l'ombra bruciata (ottenuta calcinando la terra d'ombra), il bruno di Van Dyck (formato al 60-90% da sostanze organiche, accompagnate da ossidi di ferro e di alluminio), i bruni metallici (provenienti dalla calcinazione di limonite, siderite, ecc.). 3) P. gialli: gruppo che comprende vari tipi di ocre, terre di Siena e ossidi di ferro idrati sintetici, cromati di piombo e gialli di zinco e cadmio. I gialli di cromo sono costituiti da cromato neutro di piombo, di colore giallo chiaro, brillante e coprente, che, mescolato con solfato di piombo può dare diverse tonalità di colore. L'arancio di cromo è invece costituito da cromato basico di piombo, più resistente agli alcali, ma meno agli acidi. Tra gli altri p. gialli, ricordiamo: l'arancio di molibdeno, il giallo d'antimonio (o antimoniato di piombo), il giallo di cadmio, il giallo di bario (o cromato di bario), il giallo di Cassella. 4) P. verdi: i più importanti, a base di cromo, si classificano come verdi di cromo, ossidi e ossidi idrati di cromo. I primi, usati nella fabbricazione di vernici, smalti, inchiostri da stampa, derivano da miscele di gialli di cromo e di blu di ferro; a seconda del rapporto dei due componenti, il colore del p. varia dal verde chiaro al verde scuro. L'ossido di cromo e l'ossido idrato, o verde di Guignet rivelano stabilità agli acidi, agli alcali, alla luce, ma consentono una scala di tonalità piuttosto ridotta. 5) P. blu: comprendono il blu di piombo, il blu di cobalto o di Thénard e i cosiddetti blu di ferro e blu oltremare, ampiamente utilizzati nella produzione di vernici e inchiostri da stampa. Il blu di ferro (ferrocianuro ferricosodico) è noto con diversi nomi: blu di Mitilene, blu di Milori, ecc. 6) P. neri: maggiore importanza rivestono in questo gruppo i p. a base di ossido di ferro, di ossido di manganese e a base di carbone elementare (nerofumo, nero vegetale, nero animale, grafite ecc.). 7) P. del ferro: perlopiù costituiti da ossidi di ferro, si suddividono in artificiali e naturali. I p. artificiali possono essere di colore rosso, giallo o nero. Si utilizzano nella fabbricazione di vernici per vagoni ferroviari, nella preparazione del vetro, della carta, di tessuti, inchiostri, ecc. I p. naturali si ricavano invece da ossidi di ferro in forma anidra o idrata: possono essere rossi, provenienti da un apposito trattamento del minerale ematite e destinati alla fabbricazione di vernici antiruggine, per la lavorazione di lenti, specchi, ecc. Possono anche variare dal giallo al bruno rossastro per effetto dell'alterazione di rocce contenenti ossido di ferro (per esempio l'ocra). ║ P. luminescenti: per i loro effetti fosforescenti o fluorescenti hanno funzioni decorative e sono utili anche per segnalazioni. Particolare interesse ha il solfuro di zinco, che assume colorazioni differenti in relazione alla sostanza dalla quale è attivato. ║ P. organici: si dividono in lacche e p. veri e propri. Le lacche sono coloranti organici fissati su supporti inorganici o sali inorganici insolubili di coloranti organici, ma si conoscono anche lacche ottenute da sostanze coloranti naturali (per esempio, la lacca rossa della robbia, la lacca di alizarina, il carminio di cocciniglia, ecc.). I p. organici veri e propri sono sostanze organiche, insolubili, colorate, tra cui per intensità e brillantezza di colore spiccano i p. appartenenti al gruppo delle ftalocianine, di colore blu e verde. Altri p. organici interessanti derivano dal perilene, da coloranti al tino (tioindaco) e dall'antrachinone (blu indantrene, giallo flavantrone, ecc.).