(dal latino
plebs: plebe). Nell'alto Medioevo, circoscrizione
ecclesiastica su base territoriale. ║ Il termine è stato soggetto a
diversi slittamenti semantici. In origine indicava l'insieme del popolo
cristiano, in gran parte costituito dai poveri della
plebs; in seguito,
per traslato, la comunità cristiana relativa a una singola circoscrizione
pastorale, quindi per sineddoche la circoscrizione stessa e la chiesa o
l'edificio sacro dove si svolgeva il culto e sede del pievano. Attualmente
è termine in disuso, sostituito dal suo omologo
parrocchia, ma vi
sono sue rimanenze in numerosi toponimi (ad esempio
Pieve di Cadore, Pieve
Emanuele, ecc.). • St. delle rel. - Intorno al VII-VIII sec., il
termine
p. non indicò più l'insieme dei fedeli facenti capo
a un centro di culto, ma la circoscrizione e la chiesa ad essa preposta e retta
da un ecclesiastico che risiedeva in modo permanente
in loco.
L'appartenenza dei fedeli a una
p. era determinata dal luogo di
imposizione del Battesimo. Ogni diocesi era opportunamente ripartita in
più
p., amministrate da un pievano in dipendenza dal vescovo:
nella maggior parte dei casi le
p. per ampiezza e densità
demografica, avevano a loro volta giurisdizione su chiese minori e cappelle
distribuite sul territorio di competenza, raccogliendo la decima e svolgendo
l'azione pastorale. La pievania si diffuse solo nell'Italia
centro-settentrionale e si distingueva dall'analoga istituzione propria del
Meridione, la
parrocchia, proprio per il fatto di avere sotto di
sé tali succursali. Presso l'edificio della
p. sorgeva di norma
anche il
presbiterio, residenza del pievano e dei chierici che ne
costituivano il
capitolo o
collegio di amministrazione della
p. Il reddito della
p. veniva suddiviso, secondo la costituzione
gelasiana, in quattro parti: una di esse andava al vescovo per le
necessità diocesane, una era destinata ai fondi di conservazione e
restauro delle chiese e cappelle pievane, una era devoluta ai poveri della
circoscrizione e l'ultima era goduta in regime comunitario dal pievano e dal suo
capitolo. Il declino di questa istituzione, consumatosi nel Basso Medioevo, si
verificò per la progressiva emancipazione delle cappelle e delle chiese
dipendenti dalle
p. A partire dai secc. XII e XIII, infatti,
l'acquisizione dei diritti pievani minori e poi di quello battesimale
trasformò le chiese succursali in parrocchie autonome e responsabili di
territori meno estesi ma indipendenti. Le
p., spogliate del loro ruolo di
preminenza e controllo finirono per scomparire. Tale evoluzione, conseguente a
fattori diversi quali la crescita demografica, la territorializzazione dei
domini signorili, la diversificazione degli insediamenti rurali, la nascita dei
comuni, ecc., venne ufficialmente sancita dal Concilio di Trento.