eXTReMe Tracker
Tweet

Pianoforte.

Strumento musicale a corde percosse mediante martelletti azionati da tasti. • Encicl. - In origine denominato fortepiano, per la possibilità di variare l'intensità del suono, fu presentato per la prima volta nel 1711 dal padovano Bartolomeo Cristofori, curatore della collezione di strumenti musicali presso la corte medicea. Rispetto ai precedenti strumenti musicali, in particolare al clavicembalo, e al clavicordo in cui le corde venivano pizzicate e messe in vibrazione mediante i salterelli, nel p. le corde erano percosse direttamente da martelletti di legno duro fasciati di feltro, ottenendo una gradazione della sonorità, a seconda dell'impulso comunicato attraverso i tasti. Dalla maggiore o minore forza di questo impulso derivò la denominazione di clavicembalo col piano e forte, e poi, per abbreviazione, quella di forte-piano o p. La meccanica dello strumento, mantenuta sostanzialmente invariata anche dai costruttori successivi, consisteva nella presenza di martelletti che, collegati attraverso una leva a bilancia alla terminazione interna dei tasti, erano da questi fatti ricadere sulle corde, da cui si sollevavano non appena cessato l'impulso delle mani sulla tastiera. Per permettere al martelletto di tornare immediatamente in posizione di riposo anche se il tasto rimaneva abbassato, Cristofori inserì uno scappamento a molla, evitando così che il suono venisse soffocato. Il nuovo strumento cominciò a imporsi a partire dal XVIII sec. con compositori quali M. Clementi, W.A. Mozart, J. Haydn. Perfezionamenti e modifiche alla meccanica vennero apportate dagli allievi di Cristofori e da costruttori stranieri, che ne incentivarono la diffusione industriale. Nel 1780 il francese S. Erard, proprietario e costruttore di una fabbrica di p., applicò i pedali, e nel 1823 inventò il doppio scappamento, consentendo al martelletto di rimanere, dopo il colpo, vicino alle corde, così da rendere possibile, per esempio, il procedimento della nota ribattuta. La prima fabbrica di p. fu costruita in Inghilterra nel 1770, ma presto si moltiplicarono in tutta Europa e negli Stati Uniti. Celebri furono le case francesi Erard, Pleyel, Elké; le inglesi Broadwood, Collard, Stoddard, Hopkinson; le tedesche Stein, Bechstein, Seiler; l'americana Steinway. Il p. occupò una posizione privilegiata nell'Ottocento (L. van Beethoven, F. Chopin, C.M. von Weber, F. Mendelssohn, R. Schumann, F. Liszt) e nel Novecento (C. Debussy, M. Ravel, E. Satie, P. Boulez). • Tecn. - I tipi di p. oggi in uso sono quello a coda (a gran coda e a mezza coda), dove le corde sono disposte orizzontalmente, e quello verticale, brevettato nel 1800 a Filadelfia da I. Hawkins, più maneggevole, con una disposizione verticale delle corde rispetto alla tastiera. Le parti che costituiscono i due modelli sono pressoché identiche. Una cassa armonica è il corpo principale dello strumento; al suo interno il pancone, una tavola di legno sulle cui estremità sono inseriti i piroli per fissare la tensione delle corde, ora prevalentemente in acciaio; le corde sono messe in vibrazione dai martelletti azionati dalla tastiera costituita da 88 tasti; i tasti, tradizionalmente rivestiti d'avorio quelli bianchi, d'ebano quelli neri, sono oggi entrambi di materia plastica; l'impulso del dito sul tasto fa alzare il martelletto e lo smorzatore, un pezzo di legno ricoperto di feltro che consente di prolungare la durata della vibrazione sonora; i pedali, generalmente due, consentono di scostare leggermente tutti gli smorzatori (quello di destra), per rinforzare il suono, e di spostare la tastiera permettendo ai martelletti di percuotere solo poche corde centrali (quello di sinistra), riducendo l'intensità del suono; un terzo pedale è impiegato talvolta con la funzione di sordina, interponendo una striscia di panno fra le corde e i martelletti per attenuare le vibrazioni. ║ P. elettrico: fece la sua comparsa nel 1931; oggi di fattura assai semplice, trova impiego in complessi di musica leggera. Dal caratteristico suono metallico, presenta il vantaggio di essere amplificato e collegato agli altri strumenti elettrici senza l'ausilio di microfoni. ║ P. digitale: si differenzia da quello classico nel fatto che i martelletti, anziché percuotere le corde, attivano dei sensori che, collegati a un campionatore di suoni digitale, generano il segnale elettrico poi convertito in acustico; permette il collegamento con altri strumenti digitali, come i sintetizzatori o i personal computer.