Superficie piana. Come sinonimo di pianura, è elemento frequente in
toponomastica, sia al singolare, sia al plurale:
Piano d'Arta, Piani di
Borghetto. ║ Superficie che limita superiormente un oggetto, una
struttura. • Edil. - Parte di un edificio compresa tra il pavimento e il
soffitto; serie di ambienti situati allo stesso livello in un edificio. I
p. di un fabbricato sono numerati in senso crescente, partendo dal primo,
al di sopra di quello terreno; alcuni
p., con caratteristiche
architettoniche speciali, hanno nomi specifici, quali
p. ammezzato o
mezzanino, p. rialzato, p. nobile, p. attico. ║ Rappresentazione
grafica di un luogo, di un terreno, che serve da guida per una costruzione.
• Bot. -
P. di vegetazione: in fitogeografia, l'unità
fondamentale della vegetazione, caratterizzata da una pianta dominante e
associata a una variazione di altitudine. • Geol. - Unità
cronostratigrafica, comprendente tutte le rocce che si sono formate durante
un'età geologica; è ulteriormente divisibile in
sottopiani,
mentre più
p. raggruppati costituiscono una
serie. •
Arald. - Campagna diminuita, ridotta a metà della sua altezza. •
Mus. -
P. armonico: negli strumenti musicali a corde con cassa di
risonanza, la superficie superiore della cassa, con forme e aperture diverse a
seconda dello strumento. • Mat. - Ente geometrico fondamentale, insieme
con il punto e con la retta costituisce l'astrazione del concetto intuitivo di
superficie non incurvata, priva di spessore e illimitata. Nella geometria
euclidea, il
p. viene assunto come nozione primitiva, implicitamente
definito dai
postulati del p.: 1) nello spazio esiste almeno un punto non
allineato con altri due; tre punti non allineati appartengono ad uno e un solo
p., e ad un
p. appartengono almeno tre punti non allineati; 2) se
due punti di una retta appartengono a un
p., la retta giace sul
p.; 3) una retta divide un
p. in due parti, entrambe convesse,
dette
semipiani. In particolare, un
p. può essere
considerato come uno spazio bidimensionale. In geometria analitica, fissato un
sistema di coordinate cartesiane ortogonali
x, y, z nello spazio, un
p. è caratterizzato dall'equazione:
ax + by + cz + d = 0,
dove i coefficienti
a, b, c, d sono numeri reali, determinati a meno di
un fattore di proporzionalità; se
d = 0, il
p. passa per
l'origine, mentre se
a = 0 (rispettivamente,
b = 0, c = 0) il
p. è parallelo all'asse
x (rispettivamente, all'asse
y o all'asse
z). Tali coefficienti sono proporzionali ai coseni
direttori del
p., ovvero ai coseni direttori della direzione
n ad
esso perpendicolare, tramite il fattore

dividendo per esso entrambi i membri, si ottiene
l'
equazione normale del p.:
x cos xn + y cos yn + z cos zn = p,
dove
p rappresenta la distanza del
p. dall'origine degli assi. Due
p., di coefficienti
a, b, c, d e
a', b', c', d', sono
paralleli se soddisfano la relazione
a/a' = b/b' = c/c'; un
p.
è parallelo a una retta di parametri direttori
l, m, n se soddisfa
la relazione
al + bm + cn = 0. La distanza di una punto
P0 di coordinate (
x0, y0,
z0), da un p. di coefficienti
a, b, c, d è data
dalla formula:

Infine, la condizione di
ortogonalità tra due
p. è espressa dalla relazione
aa' +
bb' + cc' = 0, dove
a, b, c e
a', b', c' sono i coefficienti
dei due
p. ║
P. affine: insieme di elementi
A, B, C,
..., detti
punti del
p. affine, nel quale siano assegnati
opportuni sottoinsiemi, detti
rette, che soddisfano le seguenti
condizioni: 1) per due punti distinti passa una e una sola retta; 2) dati un
punto
A e una retta
r non passante per esso, esiste una e una sola
retta
s passante per
A e non avente punti in comune con
r:
tale retta viene detta
non secante; 3) esistono almeno tre punti non
allineati. Il
p. ordinario costituisce un esempio di
p. affine,
quando si prescinda da ogni nozione di carattere metrico; l'attributo
affine discende dal fatto che tutte le nozioni valide in tale
p.
(parallelismo tra rette, allineamento di punti, ecc.) si conservano per
affinità. ║
P. asse di un segmento: in geometria euclidea,
p. perpendicolare al segmento e passante per il suo punto medio. ║
P. euclideo: il
p. ordinario della geometria euclidea, in cui sia
assegnato il prodotto scalare fra vettori. È definito, tramite un
opportuno numero di postulati, come uno spazio affine bidimensionale in cui sia
stata introdotta una metrica euclidea. ║
P. proiettivo: insieme di
elementi, detti punti, nel quale siano assegnati opportuni sottoinsiemi, detti
rette, che soddisfano le seguenti condizioni: 1) per due punti distinti
passa una e una sola retta; 2) due rette hanno in comune un punto; 3) esistono
almeno tre punti non allineati; 4) ogni retta possiede almeno tre punti
(
Postulato di G. Fano). Un
p. proiettivo è, ad esempio,
l'ordinario
p. della geometria elementare, a cui siano stati aggiunti i
punti impropri e la retta impropria. Un modello di
p. proiettivo è
costituito da una superficie sferica, in cui siano identificati i punti
diametralmente opposti; dal punto di vista topologico, come si osserva nel
modello descritto, è una superficie chiusa, compatta e non orientabile.
Inoltre, si dimostra che ogni
p. affine può essere immerso in un
p. proiettivo, e, viceversa, ogni
p. proiettivo può essere
proiettato in un affine, sopprimendo una retta e i punti situati su di essa.
║
P. proprio:
p. dello spazio euclideo, contenente solo
punti propri. ║
P. improprio o
all'infinito: insieme dei
punti impropri e delle rette improprie dello spazio ordinario. ║
P.
lineare su un corpo:
p. proiettivo, i cui punti hanno coordinate
appartenenti a un corpo
K arbitrario; costituisce una generalizzazione
del
p. proiettivo reale. Si dicono equivalenti tutte le terne di elementi
che differiscono per un fattore non nullo, ad esempio le terne
(
x0, x1, x2) e (
x0a,
x1a, x2a), dove
a è un elemento generico
di
K; ogni classe di equivalenza costituisce un punto. In particolare, il
p. lineare così definito si dice
destro, perché il
fattore moltiplicativo per cui differiscono terne equivalenti compare a destra;
in modo analogo, si definisce il
p. lineare
sinistro, mediante
moltiplicazione a sinistra. Se il corpo è commutativo, ovvero se è
un campo, le due definizioni date ovviamente coincidono. ║
P.
reale:
p. lineare sul campo dei numeri reali. Con accezione diversa,
p. dello spazio euclideo, dotato di una terna cartesiana, definito da
un'equazione a coefficienti reali. ║
P. complesso:
p.
lineare sul campo dei numeri complessi. Con diversa accezione,
p. dello
spazio euclideo, dotato di un sistema cartesiano, definito da una equazione a
coefficienti non tutti reali. ║
P. di Argand-Gauss o
p. della
variabile complessa:
p. i cui punti sono in corrispondenza biunivoca
con i numeri complessi. Ogni punto P, di coordinate (
x, y), corrisponde
al numero
z = x + iy, e viceversa. Costituisce una rappresentazione
geometrica dei complessi e delle loro proprietà; viene indicato,
talvolta, con il termine
p. sfera, poiché è possibile
proiettarlo stereograficamente sulla superficie di una sfera a partire da un suo
polo, ottenendo una corrispondenza biunivoca tra il
p. dei complessi e la
sfera, privata del polo (che corrisponde al punto all'infinito del
p. di
Argand-Gauss). ║
P. orientato:
p. euclideo o affine in cui
sia stata fissata una orientazione per gli angoli, ovvero un verso di
percorrenza per una linea chiusa non intrecciata. ║
P. di
simmetria:
p. che divide una figura in due parti tali che l'una sia
l'immagine speculare dell'altra. ║
P. bisettore: in geometria,
p. che divide in due parti uguali un angolo diedro. È il luogo dei
punti equidistanti dai due
p. che formano il diedro. • Fin. -
P.
di ammortamento: prospetto che indica, a scadenza annuale, la situazione di
un prestito; in particolare, riassume l'ammontare delle quote di ammortamento,
degli interessi, della parte residua, ecc. A seconda della sua entità, il
prestito può essere rimborsato seguendo diversi sistemi: restituzione
dell'intero capitale e degli interessi maturati alla fine del periodo stabilito;
oppure restituzione, a periodi convenuti, degli interessi maturati in quel
periodo, e del capitale mutuato alla fine; tali modalità sono utilizzate
per debiti relativamente piccoli, mentre per mutui di maggiore entità il
p. di ammortamento prevede la restituzione, al termine di periodi
parziali convenuti, di una certa somma, fissa o variabile secondo una legge
predeterminata, da considerarsi come parziale restituzione del capitale e degli
interessi maturati. Il calcolo del
p. di ammortamento, in questo secondo
caso, può essere realizzato seguendo numerosi sistemi. ║
P. di
ammortamento francese o
progressivo: la rata di ammortamento è
costante, ed è costituita da un'aliquota considerata come restituzione
parziale del prestito, somma che aumenta nel tempo, e da un'aliquota che
rappresenta gli interessi della parte non ammortizzata, che, invece, diminuisce
nel tempo, fino alla restituzione totale del capitale e degli interessi maturati
al tasso prestabilito. ║
P. di ammortamento americano o
a due
tassi: alla fine di ogni periodo parziale, il debitore restituisce due
aliquote: la prima, corrisposta direttamente al mutuante, è pari
all'interesse annuale maturato dall'intero capitale, a un tasso
t; la
seconda, depositata presso un istituto, è pari a una quota fissa
calcolata in modo che, tenendo conto degli interessi maturati da tali quote a un
tasso
i, al termine del periodo presso tale istituto si trovi depositato
l'intero capitale. ║
P. di ammortamento italiano o
uniforme:
la rata non è costante nel tempo, ed è costituita da un'aliquota,
fissa, considerata come restituzione parziale del capitale, e da un'aliquota,
che diminuisce nel tempo, pari agli interessi della somma non ammortizzata.
║
P. di ammortamento tedesco o
con interessi anticipati:
è uguale al
p. di ammortamento francese, con la differenza che gli
interessi vengono restituiti all'inizio del periodo cui si riferiscono. •
Econ. -
P. economico: programmazione razionale dei mezzi già
disponibili e di quelli previsti nel futuro, in modo da raggiungere gli
obiettivi prefissati nel modo più economico possibile. ║
P.
aziendale: programmazione dettagliata delle operazioni necessarie per
realizzare gli obiettivi prefissati dall'azienda. In base al periodo di tempo
cui si riferiscono, i
p. aziendali si distinguono in
p. a breve
termine (meno di un anno),
p. a medio termine (da uno a tre anni),
p. di lungo periodo (da tre a cinque anni). In base alle finalità
stabilite, si distinguono in
p. mirati, studiati per azioni non
ripetitive, e
p. permanenti_, costituiti per programmare sequenze di
azioni ripetitive, allo scopo di affrontare in modo coerente situazioni simili;
infine, in base alla portata, i
p. si distinguono in
strategici,
finalizzati alla realizzazione degli obiettivi principali dell'azienda,
tattici, per l'ottimizzazione di attività a breve termine, e
operativi, riguardanti la definizione standard delle modalità di
lavoro. • Stat. -
P. o
programma degli esperimenti: studio
preliminare teso a delimitare i dati e le tecniche di rilevazione per ovviare
agli inconvenienti di catalogazioni eccessive o insufficienti, o di raccolte di
dati mal distribuiti in relazione agli scopi prefissi. Si tratta di uno studio
recente, nato dalla necessità di coordinare il metodo di ricerca
sperimentale con quello statistico, dato che in molte ricerche i risultati
vengono elaborati con tecniche statistiche. ║
P. di rilevazione:
impostazione di una rilevazione statistica in cui si stabiliscono, in base al
fenomeno da analizzare, il metodo teorico, la tecnica concreta da seguire, i
limiti imposti all'indagine. • Costr. -
P. di costruzione: disegno
costruttivo dello scafo di una nave rappresentato su tre proiezioni ortogonali.
║
P. di sollecitazione:
p. nel quale si considerano giacenti
le forze che sollecitano un corpo a flessione. ║
P. quotato:
planimetria di una zona di terreno con l'indicazione dei punti caratteristici e
delle corrispondenti quote altimetriche rispetto a un livello di riferimento
prefissato. Una rappresentazione grafica di un
p. quotato può
essere ottenuta unendo tutti i punti aventi la stessa quota, cioè
evidenziando le curve di livello. • Fis. -
P. di polarizzazione:
per un fascio di luce polarizzata rettilineamente, è il
p.
definito dalla direzione di propagazione della luce e dalla normale alla
direzione lungo la quale avvengono le vibrazioni luminose. ║
P.
inclinato: macchina semplice, destinata a facilitare il sollevamento di
pesi, costituita da una superficie piana inclinata sul
p. orizzontale.
Indicando con α l'angolo di inclinazione, la condizione necessaria per
equilibrare un corpo di peso
p posto sul
p. inclinato con una
forza
F parallela al
p. stesso, in assenza di attrito, è
F = p senα; se la forza
F, invece, è orizzontale, la
condizione di equilibrio diventa
F = p tangα. Come si osserva, nel
primo caso la macchina è sempre vantaggiosa; nel secondo caso, invece, la
macchina può essere vantaggiosa, svantaggiosa o indifferente a seconda
dell'inclinazione del
p. • Aer. - Nelle costruzioni aeronautiche,
il termine
p. è usato per indicare determinati elementi
strutturali di un velivolo:
p. alare, p. frontale, p. di simmetria.
║
P. di coda: locuzione indicante l'insieme delle superfici
posteriori che servono per la stabilità e il comando di un aeromobile
(dirigibile, aliante, aeroplano, idrovolante, anche elicotteri); è
costituito da ali di piccole dimensioni, aventi in genere la parte anteriore
fissa e la posteriore mobile per il comando. ║ Con riferimento
all'effettuazione di un volo, si chiama
p. di volo l'insieme di
indicazioni e norme relative all'entità e alla distribuzione a bordo del
carico utile, dei passeggeri, del combustibile. • Astron. -
P. di
collimazione: negli strumenti di osservazioni meridiane, è il
p. contenente la direzione dell'asse di collimazione, passante per il
centro dell'obiettivo e dell'oculare e perpendicolare all'asse di rotazione
dello strumento. ║
P. fondamentale: il
p. contenente il
circolo massimo alla base di riferimento di un determinato sistema di coordinate
sferiche celesti. ║
P. invariabile: in meccanica celeste, il
p. che passa per il baricentro del sistema solare ed è
perpendicolare al momento risultante delle quantità di moto del sistema.
• Mecc. -
P. di paragone: piattaforma rettangolare, di ghisa,
montata su basamento in muratura o zoccolo di legno. È usato per il
tracciamento dei pezzi, prima e durante la lavorazione, e per l'eventuale
controllo a lavorazione ultimata. • Cin. - Distanza del soggetto di
un'immagine dall'obiettivo o dall'osservatore. ║
Primo p.: soggetto
ripreso in modo da essere presentato all'osservatore in risalto rispetto alle
parti restanti dell'inquadratura, per rispondere a esigenze descrittive,
artistiche, estetiche, ecc. ║
P. americano: tipo di inquadratura
tra la figura intera e la mezza figura: comprende, cioè, una figura umana
tagliata all'altezza delle ginocchia. ║
P. medio: inquadratura
comprendente una mezza figura. ║
Primissimo p.: inquadratura
comprendente solo il volto di una persona, o alcuni particolari di esso. ║
P. sequenza: inquadratura formante da sola un'intera sequenza; viene
realizzata con il contemporaneo movimento degli attori e delle cineprese, senza
stacchi. ║
P. scenico: ripiano del palcoscenico su cui si muovono
gli attori. • Mil. -
P. di battaglia: strategia secondo cui si
intende condurre un'operazione bellica. • Ord. scol. -
P. di studi:
programmazione delle operazioni che caratterizzano un processo di insegnamento e
apprendimento. Nella scuola convenzionale, il
p. di studi è
istituzionalizzato per ogni ordine e grado di istruzione; esso indica le materie
di insegnamento (distinte in obbligatorie e facoltative, in comuni e di
indirizzo, e in fondamentali e complementari), le ore di insegnamento per ogni
disciplina e il tipo di prove previste per la verifica dell'apprendimento. La
maggior parte degli ordinamenti scolastici prevede
p. di studio
nazionali, la cui attuazione è affidata ai collegi dei singoli istituti;
non mancano, tuttavia, ordinamenti ad ampio decentramento scolastico, in cui i
p. di studio vengono definiti in sede locale. • Urban. -
P.
regolatore: strumento fondamentale per l'attuazione dei provvedimenti
urbanistici. Investe unità territoriali e amministrative di diversa
estensione; il suo scopo è adeguare l'organismo urbanistico alle
necessità attuali e prevedere l'evoluzione dei bisogni della
collettività in tutti i campi. Il
p. regolatore sintetizza i vari
provvedimenti riguardanti la suddivisione e la destinazione delle aree, lo
sfruttamento delle stesse sotto l'aspetto dell'edilizia, dell'industria e della
stessa attività agricola, la dislocazione e l'ampiezza degli impianti di
pubblica utilità, la sistemazione di strade e piazze, l'organizzazione
dei servizi di pubblico trasporto, le varie previdenze di carattere igienico.
Affinché il
p. sia efficace, deve considerare tutti i fattori
umani, naturali, ambientali, economici presenti e prevedibili per il futuro;
pertanto, la sua stesura è preceduta dallo studio del carattere sociale
della popolazione, dall'analisi dell'ambiente architettonico e, naturalmente,
dal bilancio preventivo economico. In sostanza, il
p. può essere
considerato un progetto i cui fini sono quelli di dare a un quartiere, a una
città, a un territorio più o meno vasto (fino a raggiungere le
proporzioni di una Nazione), una buona e ordinata disposizione e una fisionomia
che tengano conto anche del futuro. Fino a quando la scienza urbanistica non
ebbe raggiunto il suo pieno sviluppo, il
p. consisteva in una semplice
pianta riguardante i problemi della viabilità, o l'igiene sociale,
o l'estetica delle architetture; era, quindi, derivato dallo studio di un solo e
determinato settore e, per lo più, limitato a un quartiere o a più
quartieri di una città. I primi
p. veri e propri apparvero
soltanto al principio del XX sec., quando l'urbanistica si affermò come
una delle discipline più importanti delle scuole di architettura. Oggi la
formulazione e la realizzazione di un
p. avvengono durante tre fasi
distinte: nella prima viene svolto un lavoro di indagine, nella seconda si
procede ai calcoli di previsione, nella terza si arriva alla strutturazione e
alla progettazione. ║
Lavoro di indagine: comprende la
ricerca
storica, destinata allo studio dell'evoluzione urbanistica riguardante la
zona per la quale deve essere progettato il
p.; la
ricerca
geografica, rivolta all'osservazione dei terreni geologici, in rapporto al
loro sfruttamento per la costruzione eventuale di strade o di insediamenti
urbani; l'esame dei corsi d'acqua, in vista di un possibile sfruttamento con
centrali idroelettriche o per la viabilità; lo studio delle condizioni
meteorologiche e climatiche della zona. L'indagine geografica si estende anche
alle varie attività industriali e agricole della zona; molto importante
è, inoltre, la
ricerca sociologica, interessata allo studio
dell'uomo e dell'ambiente in cui esso vive, all'andamento demografico, alle
condizioni offerte dai centri di lavoro, alle modificazioni e trasformazioni
alle quali è soggetta la società. La
ricerca statistica si
occupa di quanto riguarda le statistiche sulla popolazione (esistenza,
dislocazione, movimenti pendolari e migratori, ecc.). Nella fase iniziale,
infine, rivestono grande importanza gli studi relativi alle
comunicazioni
(viabilità, traffico e sue correnti), mettendo essi in evidenza i mezzi
idonei a renderle più fluide, più adeguate al numero di abitanti,
prevedendo anche gli sfoghi futuri in considerazione di un aumento della
popolazione. ║
Calcoli di previsione: ci si basa sulle ricerche
effettuate per fare il calcolo previsionale delle necessità attuali e di
quelle future. Tutto il materiale relativo al
p. è raccolto in
tabelle, diagrammi, planimetrie, formule, ecc., attraverso i quali si può
avere una visione complessiva e contemporanea dei vari elementi. Da tali dati,
per via analitica e grafica si deducono le leggi delle variazioni dei vari
fenomeni che costituiscono la vita di un quartiere o di una città, che
vengono quindi proiettate nel futuro con un grado di approssimazione, in genere
più che soddisfacente. ║
Strutturazione e
progettazione: in Italia esiste un
p. regolatore generale (non
ancora attuato) che riguarda il coordinamento della viabilità (ferrovie,
strade, linee aeree, marittime, lacustri, fluviali), esamina i centri polari
dell'espansione industriale, rurale e di quella turistica, suggerisce linee di
base per lo sviluppo edilizio, per l'igiene, ecc. con le relative norme che
riguardano l'intera Nazione. Il
p. generale prevede la stesura di diversi
tipi di
p., con differenti finalità e riguardanti territori
più o meno vasti. I
p. territoriali di coordinamento, elaborati
dalla regione, hanno lo scopo di fissare le direttive generiche, mettendo in
evidenza i principali problemi e dando un indirizzo alle iniziative di maggior
importanza; il comune il cui territorio sia compreso, tutto o in parte, in un
p. territoriale, deve uniformare a questo il proprio
p.
regolatore. I
p. regolatori comunali si distinguono in
generali e
particolareggiati; i primi si estendono all'intero territorio comunale, e
devono indicare la rete delle principali vie di comunicazione, la divisione in
zone del territorio, le aree destinate ad uso pubblico, le aree da riservare a
impianti di interesse generale. I secondi, invece, si occupano dei vari problemi
inerenti a una determinata area del suolo comunale: la delimitazione delle aree
pubbliche, la volumetria degli edifici, la viabilità e l'ampiezza delle
strade e delle piazze. A differenza degli altri
p., per i quali non
è indispensabile, essi devono essere corredati anche da un
p.
economico-finanziario. Hanno una validità di soli 10 anni, trascorsi i
quali devono essere sostituiti da altri; gli altri tipi di
p., invece,
hanno validità illimitata. Il
p. regolatore generale intercomunale
riguarda due o più comuni, e la sua compilazione è disposta dalla
regione quando sia riconosciuta l'opportunità di coordinare gli
interventi riguardanti l'assetto urbanistico dei comuni stessi. I
programmi
di fabbricazione, dei quali usufruiscono i piccoli comuni che non posseggono
un
p. vero e proprio, hanno lo scopo di regolare e indirizzare
l'edificazione nelle varie zone del proprio territorio. I
p. paesistici,
di norma comunali o regionali, sono destinati alla difesa delle bellezze
naturali di una certa zona. Altro tipo di
p., infine, è il
cosiddetto
p. di ricostruzione che, in genere, fa parte di un
p.
particolareggiato, e riguarda l'assetto e la ricostruzione di abitati distrutti
o danneggiati da guerre o da cataclismi.