Med. - Malattia contagiosa epidemica a decorso rapido e spesso mortale, che si
manifesta con alterazioni cutanee e linfatiche che portano alla formazione di
caratteristici bubboni. Si tratta di un'affezione tipica dei roditori e soltanto
occasionalmente l'uomo può esserne colpito. Con lo stesso nome vengono
identificate altre affezioni, altamente contagiose, tipiche di alcune specie
animali. ║ Fig. - Detto di cosa o persona ritenuta estremamente cattiva,
dannosa o fastidiosa per la società o per gli altri. • Patol. -
Genericamente è definibile come una febbre altamente infettiva causata
dal bacillo
Yersinia pestis (dal nome di A. Yersin, uno dei suoi
scopritori), che si trasmette all'uomo attraverso le pulci di roditori ammalati
e per contatto diretto e indiretto con i malati. Solitamente l'infezione rimane
limitata alla coppia ratto-pulce e soltanto un accesso epizootico all'interno
della comunità dei roditori, con relativo aumento del numero di individui
deceduti, porta la pulce a pungere l'uomo. L'incubazione della malattia dura
solitamente dai tre ai sei giorni; la sintomatologia, che compare bruscamente,
è caratterizzata da brividi, febbre, mal di testa, diarrea, intolleranza
alla luce, vomito e delirio. Esistono tre tipologie cliniche che colpiscono
l'uomo, tutte a elevato rischio di mortalità: la
p. bubbonica, la
p. polmonare e la
p. setticemica. ║
P. bubbonica:
produce ingrossamento e tumefazione delle linfoghiandole, specie all'altezza
dell'inguine e delle braccia. I bubboni (da cui il nome della malattia) possono
arrivare alle dimensioni di un uovo; dolenti, si presentano con pelle
sovrastante arrossata, calda, con segni di infiammazione emorragica e
suppurazione. Il quadro clinico è completamente delineato in un periodo
che può variare dai tre-quattro giorni a unādue settimane, a seconda
della gravità dei casi. ║
P. polmonare: ha una
sintomatologia del tutto simile a quella di una polmonite o broncopolmonite
gravissima, che evolve rapidamente in edema. ║
P. setticemica:
è forse la forma più grave, oltre che la più rara, di
affezione pestosa. Si presenta con sepsi, emorragie cutanee (
p. nera),
prostrazione generale e danni cerebrali. Il decorso è velocissimo e la
morte interviene nel giro di 24-36 ore. Per la cura, nei casi in cui è
possibile applicarla, sono indicate streptomicina, tetraciclina e sulfamidici,
mentre la penicillina non risulta in alcun caso efficace. A livello
profilattico, per impedire la diffusione della malattia si rendono necessarie
misure tese da una parte alla eliminazione dei roditori infetti e degli agenti
patogeni (le pulci), dall'altra all'isolamento del malato e alla vaccinazione
degli individui sani. • Veter. -
P. apicola: grave forma di
malattia infettiva che colpisce le larve delle api e che presenta un grado di
maggiore o minore virulenza a seconda della tipologia (
p. americana o
maligna;
p. europea o
benigna). ║
P. aviaria:
malattia infettiva e altamente contagiosa, di origine virale. Ha diffusione
epizootica ed è contraddistinta clinicamente da febbre elevata, disturbi
intestinali, respiratori e nervosi. Colpisce in prevalenza polli, tacchini e
fagiani, in misura minore anatre e oche, mentre i piccioni ne risultano immuni.
║
P. bovina: malattia infettiva e contagiosa di origine virale che
colpisce indistintamente tutti i ruminanti. Tipica di alcune zone dell'Asia e
dell'Africa, ha decorso quasi sempre letale ed è caratterizzata da un
grave stato tifoso e da lesioni difteriche e crupali a carico delle mucose, in
particolare dell'apparato digerente. ║
P. equina: malattia
infettiva che colpisce cavalli, zebre, muli, asini ed è tipica delle
regioni africane. È caratterizzata da tumefazioni edematose sottocutanee
e da emorragie interne. ║
P. suina: malattia infettiva di origine
virale, nel decorso della quale si stabiliscono processi infiammatori e
necrotici a carico di vari organi, dovuti a germi di seconda sortita (in genere,
il
Bacillus suipestifer e il
Bacillus suisepticus). •
Encicl. - Se già Tucidide e Lucrezio danno testimonianza della grave
epidemia che colpì Atene intorno al 430 a.C., il primo caso accertato di
p. fu quello che si verificò a Costantinopoli nel 542. Circa un
millennio più tardi la
p. nera, dopo essersi diffusa in tutto il
continente asiatico, suo luogo di origine, giunse anche in Europa, arrivando a
colpirne anche le regioni più periferiche (1349,
p. di Londra). La
p. nera fece più di 25 milioni di vittime nella sola Europa, circa
un quarto della popolazione di allora. Altri casi di particolare virulenza
furono registrati nei secoli seguenti: a Venezia (1478), di nuovo a Londra
(1665), a Marsiglia (1720), in Russia, sulle rive del Volga (1878) e a Canton e
Hong Kong (1894). Nel XX sec. si sono ripetuti casi di epidemie di
p. in
Australia, Polinesia e soprattutto in India; si tratta tuttavia di casi che
tendono ad essere sempre più circoscritti a regioni di particolare
depressione economica e con precarie condizioni igieniche.