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Pertarito.

(o Pertarido; o Bertarido). Re dei Longobardi. Successe sul trono al padre Ariberto nel 661, quando già il Regno era indebolito dalle lotte interne tra il potere sovrano, accentratore e cattolico, e i duchi ariani che aspiravano all'indipendenza. Spodestato da Grimoaldo I, duca di Benevento, pochi mesi dopo la sua incoronazione, P. dovette fuggire, trovando rifugio dapprima presso gli Avari e quindi presso i Franchi. Solo nel 671, alla morte dell'ariano Grimoaldo, egli riuscì a riconquistare il potere, associando al trono nel 678 il figlio Cuniberto. In opposizione alla politica guerrafondaia del duca, P. tentò di mantenere rapporti diplomatici e pacifici sia con i Greci sia con i Romani, cattolici, cercando di evitare gli eccessi conflittuali: diede così inizio a quel processo di pacificazione della regione che collaborerà a fare, nel giro di pochi decenni, del Regno longobardo uno Stato fiorente e relativamente sicuro. Di contro, è proprio durante il suo Governo che la gerarchia ecclesiastica cattolica poté inserirsi saldamente nelle strutture portanti del Regno, tanto da divenirne uno degli elementi egemoni. Egli, infatti, fervente cattolico, favorì la diffusione del Cattolicesimo, osteggiando le minoranze ariane ed ebree, e contribuì alla fondazione di chiese e monasteri. Fu sepolto a Pavia nella basilica del Salvatore (m. 688).