Tiranno di Corinto. Figlio di Cipselo, gli successe nella tirannide,
probabilmente dal 627 al 585 a.C. Durante il suo governo Corinto raggiunse il
massimo della potenza;
P. perseguì infatti una politica di
espansione coloniale, fondando Potidea, Apollonia ed Epidamno e riportando
Corcira nella sfera di influenza corinzia. Notevole fu anche l'impulso economico
che diede alla città, grazie agli stretti legami commerciali con Atene,
Mileto, Lesbo e l'Egitto e all'introduzione di un sistema monetario simile a
quelli di Eubea e di Egina. Egli sostenne inoltre i liberi artigiani mediante
provvedimenti che inibivano l'importazione di schiavi. A lui si deve il primo
progetto del taglio dell'istmo di Corinto.
P. fu inoltre prescelto per
condurre gli arbitrati nei contrasti che opposero Atene a Mitilene e Mileto alla
Lidia. Per la sua leggendaria cultura, fu incluso tra i Sette Sapienti, sebbene
avesse fama di tiranno crudele. La sola immagine che rimane di
P.,
ricostruita sulla base di un originale del IV sec. a.C. e identificabile
perché nell'iscrizione che l'accompagna compare il suo nome, è
un'erma ritrovata a Tivoli (VII-VI sec. a.C.).