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Perfosfato.

Denominazione commerciale di una classe di fertilizzanti fosfatici, largamente impiegati in agricoltura. Consistono di una miscela composta in prevalenza da fosfato monocalcico e solfato di calcio, ottenuta trattando fosforite con acido solforico (p. minerali) o mediante lavorazione di ossa animali (p. d'ossa, particolarmente adatti a terreni aridi poveri di sostanze organiche, grazie alla disponibilità di azoto al 2-4%). I p. contengono dal 20 al 35% di fosfato monocalcico, dal 40 al 50% di solfato di calcio, dall'8 al 16% d'acqua, dal 2 al 3% di acido fosforico, dallo 0,5 all'1% di fosfato calcico. Quest'ultimo, non essendo solubile, ha valore agronomico pressoché nullo; invece, fosfato monocalcico e acido fosforico (idrosolubili) e solfato bicalcico (solubile in citrato ammonico) hanno grande importanza perché facilmente disponibili per l'assorbimento da parte delle piante. Il grado di solubilità in acqua e citrato ammonico di un composto indica infatti anche la quantità di fosforo che tale composto immetterà nel terreno agrario in forma utilizzabile dalle colture e dalle piante. Il "titolo" di un p. (o superfosfato), che ne indica anche l'efficacia e il valore commerciale, corrisponde alla percentuale in esso contenuta di anidride fosforica (P2 O5) solubile in acqua e citrato ammonico; essa varia tra il 14 e il 22%. È stata inoltre perfezionata una metodica che permette di ottenere p. (detti doppi o tripli) superconcentrati, ad alto titolo di anidride fosforica e quasi privi di solfato di calcio, un inerte che incide molto sulle spese di lavorazione e di trasporto. La loro preparazione consiste nel trattamento di fosforiti con soluzioni di acido fosforico, in modo da ottenere un titolo di anidride fosforica solubile in acqua e citrato di ammonio al 35-40%. La reazione delle fosforiti minerali, essiccate e macinate con acido solforico, avviene in compartimenti chiusi secondo un rapporto di un quintale circa per ogni quintale e mezzo di fosforite. La temperatura, essendo la reazione di tipo esotermico, si porta a 120-130°C, determinando un'evaporazione parziale dell'acqua presente. A reazione ultimata, il composto viene lasciato raffreddare in una camera di maturazione, a tenuta stagna per evitare la fuoriuscita di gas tossici. Il prodotto passa poi agli essiccatoi, e infine ai frantoi per l'omogeneizzazione. I composti fertilizzanti p. vengono commercializzati sotto forma di polveri o di granulari, che rendono più semplice lo spargimento. Quanto al loro impiego, i p. sono concimi ad assorbimento lento e devono pertanto essere sparsi prima della semina, quando si eseguono i lavori di preparazione del suolo (aratura, erpicatura).