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Perfezione.

(dal latino perfectio). L'essere perfetto, qualità di ciò che è perfetto, in senso pratico, ideale, morale. • Dir. - P. del negozio giuridico: condizione in cui ricorrono in concreto tutti gli elementi e le condizioni richieste dalla legge per l'esistenza giuridica del medesimo. • Filos. - Stato di pienezza dell'essere, in quanto possiede tutto quanto compete alla sua essenza. Parmenide definiva perfetto l'essere perché non soggetto a mutazione e a generazione; Aristotele, e in seguito la Scolastica, sostenne che la p. è lo stato dell'ente che ha raggiunto il proprio fine. Nella filosofia moderna il concetto di p. si traduce nella capacità di essere qualitativamente distinta: le p. si identificano, per tutta la filosofia razionalistica da Cartesio a Wolff attraverso Leibniz, con i reali predicati dell'essere. Questa concezione fu confutata da Kant mediante la negazione che l'esistenza sia un predicato essenziale e quindi una p. (Critica della Ragion Pura, 1781). Nel pensiero contemporaneo il concetto tradizionale di p. è superato. • Rel. - La p. cristiana si identifica con la pratica e lo stato spirituale fondato sulla grazia santificante e indirizzato a soddisfare le esigenze del Battesimo. L'essenza della p. cristiana "consiste nell'amore di Dio e del prossimo" (Lettera di san Paolo ai Romani 13, 10). Alla p. cristiana "sono chiamati tutti i fedeli di qualsiasi stato" (Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 1964), che devono ricercare l'assoluta pienezza del bene, sia come imitazione di Dio, sia come piena conformità al suo volere.