Titolo con il quale furono pubblicati postumi (1670) gli appunti di B. Pascal.
Tali annotazioni, di natura, argomento ed estensione diverse, avrebbero dovuto
costituire, nell'intenzione dello scrittore, quell'
Apologia del
Cristianesimo che la morte gli impedì di portare a termine. La
raccolta, opera del gruppo di amici di Port-Royal, consiste in una selezione
arbitraria (oltre 900 frammenti) delle numerose osservazioni che Pascal andava
stendendo, per fissare sulla carta le proprie meditazioni. Le annotazioni, non
ordinate dai curatori della raccolta, mostrano il loro originario carattere di
frammentarietà e di spontaneità e rappresentano la testimonianza
di una religiosità profondamente vissuta. La prima edizione fu seguita da
altre, che rimanevano comunque edizioni parziali. Solo nel 1844 fu pubblicata
l'edizione integrale condotta sull'autografo, per opera di P. Faugère; ad
essa fecero seguito altre edizioni (Brunschvicg, 1897; Tourneur, 1938; Lafuma,
1951), nelle quali si tentò di restituire un testo più vicino alle
originali intenzioni dell'autore. L'opera doveva, con tutta probabilità,
svilupparsi in due parti: nella prima, l'autore avrebbe illustrato la miseria
dell'uomo, privato della presenza di Dio; nella seconda, la felicità
dell'uomo accanto a Dio. Pascal, che si rivolge al "libertino", al miscredente
che si è lasciato sviare dalla giusta via dai piaceri della vita, offre
come argomentazione principale e definitiva per convincere alla fede la
"scommessa", cioè la scelta consapevole, nella quale l'uomo sa stabilire
quanto perde (i piaceri mondani) e quanto ottiene (la vita eterna).