Regione (15.490 kmq; 598.156 ab.) della Grecia meridionale, comprendente i
nomoi di Arcadia, Argolide, Corinzia, Laconia, Messenia. È una
penisola unita alla terraferma attraverso l'istmo di Corinto, tagliato nel 1803
nel canale omonimo, bagnata dal Mar Ionio a Ovest, dal Mar Egeo a Est, dal
Mediterraneo orientale a Sud. • Geogr. - Le coste, estremamente
frastagliate, formano a Nord il Golfo di Patrasso e di Corinto, a Nord-Est il
Golfo Saronico e di Nauplia, a Sud i Golfi di Messenia e di Laconia.
Prevalentemente montuoso, il
P. è costituito da una serie di
altipiani calcarei e da piccole pianure alluvionali costiere. Principali catene
montuose sono quelle del Taigeto (2.404 m) al centro, del Parnone a Est (1.935
m), del Pindo a Sud. Le aree pianeggianti più estese si trovano a Ovest,
nella regione dell'Elide, e a Est, nell'Argolide. Povero di acque, i maggiori
fiumi sono il Peneo, l'Alfeo, l'Eurota, il Pamiso. Il clima è
mediterraneo, caratterizzato da scarsità di piogge, soprattutto a Est, e
da una maggiore escursione termica verso l'interno. • Econ. - L'economia
è prevalentemente agricola, basata sulla coltivazione di vite, ulivo,
cereali, tabacco, cotone; l'allevamento, praticato mediante transumanza,
riguarda per lo più ovini e caprini. Scarso il commercio, a causa delle
difficoltà di comunicazione interna e della mancanza di importanti porti.
L'industria, limitata alla zona di Patrasso, copre il fabbisogno interno. Centro
principale è Patrasso; altre città sono Corinto, Tripoli,
Kalamata, Pirgo, Nauplia. • St. - Il nome
P. (isola di Pelope)
deriva dal mitico eroe Pelope, figlio di Tantalo, che sarebbe stato il primo
signore di quella regione, anticamente pensata come una grande isola, a causa
della sua conformazione. Tracce della civiltà neolitica (III millennio
a.C.), introdotta da genti del Nord, sono state rinvenute nel Nord-Est del
P. A partire dal 2000 a.C. si registrò nella regione la presenza
di stirpi indoeuropee. Fra il X e il IX sec. a.C. altre genti indoeuropee, i
Dori, penetrarono nel
P., occupando quella regione che conserverà
il nome di Acaia. Da essi avrebbero avuto origine le civiltà micenea e
minoica. Fra le genti doriche, quelle stanziate in Laconia, la cui capitale era
Sparta, riuscirono a imporre la loro egemonia sulle regioni circostanti: fra
l'VIII e il VI sec. a.C. si susseguirono numerose guerre, che portarono
all'assoggettamento prima della Messenia, poi dell'Arcadia e dell'Argolide. Nel
VI sec. a.C. tutto il
P., tranne Argo e la zona più
settentrionale, era riunito in una lega, sotto l'egida di Sparta. Dopo le guerre
persiane, a causa del crescere della potenza e del prestigio di Atene, che a sua
volta aveva costituito la lega delio-attica, e del conseguente antagonismo
politico ed economico fra i due blocchi, scoppiò la guerra del
P.
(431-404 a.C.). Il conflitto, conclusosi con la vittoria di Sparta, per le
immani perdite umane ed economiche che aveva causato, determinò un forte
indebolimento di tutta la Grecia. Nel corso del IV sec. a.C., dopo un breve
periodo caratterizzato dall'egemonia di Tebe, che riuscì a sottrarre a
Sparta la Messenia e l'Arcadia, il crescere della potenza macedone sotto Filippo
II determinò la fine dell'autonomia delle città greche: il
P. fu riunito nella lega panellenica di Corinto. Dopo la morte di
Alessandro Magno (323 a.C.) ci fu il tentativo di liberarsi dal dominio
macedone, con la costituzione della lega achea, osteggiata da Sparta.
Seguì un periodo di lotte intestine, di cui approfittarono i Romani che,
nel 146 a.C., sciolsero la lega, imponendo la propria egemonia su tutta la
Grecia; il
P. divenne la provincia di Acaia. Nel Medioevo la regione, che
faceva parte dell'Impero bizantino, subì le invasioni dei popoli slavi.
Dopo la caduta di Bisanzio il
P., chiamato Morea, fu occupato da
Veneziani e Franchi che, con la fondazione del Principato di Acaia, vi
instaurarono un regime di tipo feudale. A partire dal XIV sec. la Morea fu
soggetta a periodiche invasioni da parte dei Turchi, che nel 1460 conquistarono
tutta la regione, ad eccezione dei possedimenti veneziani (che resisteranno fino
al 1500). La dominazione turca rappresentò per la Morea, divenuta un
sangiaccato, un periodo di estrema povertà e rovina, fino a quando non
venne riconquistata dai Veneziani, ad opera di Francesco Morosini (1684-88). Il
successivo dominio turco, iniziato nel 1715, si rivelò per la regione
ancora più duro del precedente. Nel 1821, sotto la guida di T.
Kolokotronis, le popolazioni del
P. insorsero contro l'invasore, ma la
ribellione venne soffocata. La dominazione turca ebbe fine con la vittoria sui
Turchi della flotta anglo-russa a Navarino (1827) e la proclamazione
dell'indipendenza della Grecia (1828).