Rivestimento esterno del corpo dell'uomo e degli animali (V. CUTE). ║ Per
estens. - Corteccia degli alberi. ║ Per estens. - Buccia della frutta.
║ Per estens. -
P. dell'uovo: la membrana testacea dell'uovo.
║ Per estens. - Superficie esterna di qualcosa. ║ Fig. -
Avere la
p. dura: essere resistente alla fatica; non cedere di fronte alle
avversità. ║ Fig. -
Essere p. e ossa: essere estremamente
magri. ║ Fig. -
Non stare nella p.: provare entusiasmo e
grandissima contentezza. ║ Fig. -
Ridere a crepa p.: ridere oltre
misura. ║ Fig. -
Avere i nervi a fior di p.: essere in condizioni
di estrema tensione nervosa. ║ Fig. - In molte espressioni figurate
p. significa vita, esistenza:
lasciarci o
rimetterci la p.:
morire;
salvare la p.: scampare, sopravvivere a un pericolo mortale;
riportare a casa la p.: tornare vivo dopo aver affrontato un grave
rischio; tra le espressioni analoghe ricorrono inoltre:
ne va della p.;
se ti preme la p.;
rischiare, giocarsi la p.;
vendere cara la
p.;
essere amici per la p. • Costr. -
P. piana, liscia,
arrotondata, ecc.: tipi diversi di superfici di pietre da costruzione,
ottenuti con specifici strumenti di lavorazione. • Arald. - Lo stesso
significato di
pelliccia. • Abbigl. -
P. di (del) diavolo:
tessuto resistente e ruvido, di aspetto simile alla
p. scamosciata.
║
P. di seta: tessuto di seta greggia, liscio e morbido al tatto.
• Med. -
Malattie della p.: malattie cutanee, chiamate anche
dermatosi (V.). ║
P. romboidale della nuca: dermatosi
dell'età presenile e senile, che comporta solcature oblique che si
incrociano tra loro e delimitano aree cutanee a forma di rombo o di losanga, di
colorito bruno, di consistenza molle e a volte cosparse di punti neri con
l'aspetto dei comedoni in corrispondenza degli orifizi pilosebacei o di piccoli
rilievi miliariformi, pseudovescicolari di colore giallo scuro. • Ind.
conc. -
Industria delle p.: comprende le diverse fasi della lavorazione
della
p., allo scopo di garantirne la conservazione e il mantenimento di
tutte le caratteristiche fisiche, in modo da poterla successivamente utilizzare
per la fabbricazione di oggetti, di indumenti, di accessori per l'abbigliamento.
Le
p. forniteci dalle varie specie animali si dividono in due grandi
categorie:
da cuoio e
da pelliccia. Le prime derivano da animali
di grossa e media taglia (buoi, vitelli, cavalli, capre, foche, coccodrilli,
serpenti, ecc.), le seconde da animali in genere di piccole dimensioni, dotati
di pelo fine e abbondante. La scelta di un certo tipo di
p. è
condizionata dalla sua destinazione, tenendo conto del fatto che le
proprietà variano notevolmente da un genere all'altro, e
contemporaneamente del fatto che la natura e la quantità di uno stesso
tipo possono essere molto diverse in relazione alla provenienza, alle dimensioni
e all'età dell'animale. Degli strati cutanei quello di maggiore interesse
per l'industria è il
derma o
corio, dal quale si ricava il
cuoio. L'epidermide, che diventerà la superficie esterna del cuoio, viene
indicata come
fiore o
strato ialino, mentre la parte interna
è detta
crosta o
carne ed è la sostanza della
p. e del cuoio. Lo spessore della crosta è differente a seconda
dei diversi animali e varia anche nello stesso animale, in base alla zona del
corpo da cui è presa. In genere, la parte più spessa è la
zona centrale, schiena o groppone, di spessore uniforme rispetto alle parti
laterali, e quindi ritenuta la più pregiata. La
p., appena tolta
dall'animale, detta
p. fresca, subisce processi finalizzati alla sua
conservazione; poiché è molto umida, viene salata, a secco o in
salamoia, allo scopo di eliminarne l'acqua. Il processo di essiccazione ha la
medesima finalità; tuttavia, porta ad ottenere
p. di valore minore
e in cui più difficile risulta il rinverdimento. Le
p. vengono
essiccate all'aria e in modo da non ricevere direttamente i raggi solari, per
impedire che la superficie esterna indurisca prima di quella intermedia. Le
p. ottenute mediante i vari processi di concia possono, a volte,
presentare difetti o imperfezioni, dovuti a fattori diversi: azioni meccaniche,
che provocano lacerazioni del fiore; parassiti, come mosche, funghi, batteri;
infezioni provocate da stallatico, ecc. ║
Finta p.: prodotto simile
alla
p., ricavato rivestendo con polimeri un tessuto fibroso, in modo da
realizzare laminati flessibili con le stesse caratteristiche delle
p.
autentiche. • Dir. - La legge riguardante l'industria delle
p.
tiene conto dell'esistenza, oggi, di numerosi prodotti sintetici che somigliano
alle
p., derivate dalla concia di animali, e dichiara che i nomi di
p. e di cuoio sono riservati esclusivamente "ai prodotti ottenuti dalla
lavorazione di spoglie di animali sottoposte a trattamenti di concia o
impregnate in modo tale da conservare inalterata la struttura naturale delle
fibre" (L. 16-12-1966, n. 1.112). • Comm. - Commercialmente le
p.
vengono distinte in
p. piccole e
p. grandi;
p. leggere e
p. pesanti (o grosse), in rapporto alle loro dimensioni e al loro
spessore. In relazione al loro stato di conservazione si chiamano:
p.
fresche (o
verdi), direttamente provenienti dai macelli;
p. salate
verdi,
p. fresche sulle quali è stato internamente cosparso
del sale. Le
p. secche si ottengono facendo essiccare le
p.
fresche ben tese, con il pelo rivolto verso il basso. Questo tipo di
p.
viene ripartito in
p. a forma larga e
p. a forma stretta. In
rapporto alla lunghezza del pelo sulle
p. essiccate si hanno
p. con
pelo d'inverno (le più pregiate),
p. con mezzo pelo,
p. con
quarto di pelo,
p. senza pelo.
P. bruciate sono quelle
deteriorate nella parte priva di peli;
p. macchiate quelle che non sono
state pulite perfettamente prima dell'essiccamento;
p. affumicate quelle
essiccate artificialmente per mezzo del fuoco (
p. russe).
P. al
piclaggio vengono denominate le
p. di montone provenienti
dall'Australia, dalla Nuova Zelanda e dagli Stati Uniti, ottenute trattando le
p. fresche con acido cloridrico o solforico insieme a cloruro di sodio e
poi ponendole in salamoia. In commercio si trovano anche:
p. salate
secche (salate ed essiccate);
p. arsenicate, essiccate dopo
l'immersione in una soluzione arsenicale, provenienti dall'India e piuttosto
pericolose da maneggiare;
p. patinate, prima seccate e poi spalmate
internamente con una speciale miscela;
p. semigrezze, rozze all'interno e
semilavorate in vario modo all'esterno, tipiche dell'Africa. ■ Sport -
P. di foca: nello scialpinismo, strisce, un tempo realizzate con la
p. conciata delle foche e attualmente costituite da tessuto sintetico,
che vengono applicate su tutta la lunghezza della suola degli sci e servono a
impedire, durante le salite, lo slittamento all'indietro, mediante l'azione
contrastante del pelo.