Nell'antica Grecia, canto grave e solenne, di tradizione micenea, eseguito da un
coro maschile e accompagnato dal suono della lira (e forse anche del flauto),
che in origine veniva elevato in onore di Apollo, il dio guaritore. Il termine
deriva da
Paián, epiteto di Apollo che significa il risanatore;
come tale il dio della musica e della medicina viene spesso ricordato anche da
Omero. Secondo altri studiosi il termine
p. deriverebbe dal ritornello
ié, ié, paián che ricorreva sempre nei canti in
onore di Apollo soccorritore. Successivamente si composero
p. anche in
onore di altri dei olimpici e infine, perduto l'originario carattere religioso,
per rendere omaggio a uomini illustri. Già in Omero, il termine era
passato a indicare un canto di guerra e di vittoria; questa diventò
l'accezione più comune. Il
p. si articolava generalmente in tre
parti: un'invocazione al dio, un elemento mitico e una preghiera di conclusione.
I metri poetici usati erano vari: il ritmo più antico fu il metro
peonico; in un secondo momento si utilizzarono anche il giambo, lo ionico minore
e l'anapesto. L'intonazione del canto, come tutte le manifestazioni in onore di
Apollo, era sempre moderata, senza eccessi di alcun genere. ║ Per estens.
- Discorso che esalta enfaticamente un'impresa o una persona. • Metr. -
Sinonimo di
peone, una delle misure della metrica greca.