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Pavimento.

Struttura costituente una superficie liscia e resistente, atta a sopportare il passaggio di persone o veicoli. Il termine si riferisce in genere alle coperture usate negli ambienti interni agli edifici, mentre per le coperture esterne si preferisce il termine pavimentazione (V.). • Anat. - Nome dato a parti di formazioni anatomiche, delle quali costituiscono la parte inferiore: p. della bocca, p. pelvico, ecc. • Geol. - P. residuale: deposito di ghiaie che si trova, nei canali fluviali attivi, sopra la superficie di erosione basale. • Arch. - I p., a seconda della loro natura, si possono classificare in p. a elementi, in teli e monolitici. I p. a elementi comprendono quelli in piastrelle, mattonelle, marmette di graniglia o di ceramica smaltata, gres, marmo o altra pietra naturale. Si possono comprendere in questa categoria anche i parquets e i tavolati in legno. I p. in teli sono quelli in linoleum, gomma o altro materiale plastico; essi richiedono un sottostrato di 2 o 3 cm di malta di cemento rasato con mastice d'asfalto, sul quale, mediante colle resinose, viene fissato il telo. I p. monolitici, usati soprattutto per cortili, magazzini e ambienti esterni in generale, sono ottenuti con gettate di malta cementizia. • Encicl. - Nei palazzi dell'antico Egitto si trovavano p. di stucco dipinto con piante e animali, mentre nelle tombe e nei templi i p. erano realizzati con lastre di pietra. Sempre di stucco dipinto, oppure di lastre di gesso o lastre poligonali con interstizi di stucco bianco o rosso, erano i p. di sacelli e mègara dell'architettura minoico-micenea. Nelle case greche erano usati p. di ciottoli disposti a formare disegni geometrici o di piccoli sassolini a disegno anche figurato, simili a un mosaico; tuttavia il p. più diffuso era formato da un vero e proprio mosaico di piccole tessere squadrate di marmo bianco e nero o policrome, disposte in semplici disegni geometrici che in età ellenistica si fecero più complessi. I templi greci e i palazzi più importanti avevano invece p. realizzati con lastre squadrate di pietra o di marmo. I Romani, oltre al mosaico, usarono svariati tipi di p.: di cocciopesto (opus signinum), talvolta arricchito di pezzetti di marmo colorato; di mattoncini per taglio a spina (opus spicatum); di marmi policromi a disegni geometrici (opus sectile); infine, un p. cementizio detto graecanicum. Nell'Alto Medioevo si continuò a usare la tecnica del mosaico con motivi decorativi o raffigurazioni bibliche. Dopo una parentesi di decadenza tra il VI e il IX sec., tale tecnica tornò a risultati elevati nel periodo romanico quando, accanto a decorazioni tipicamente romaniche, fecero la loro ricomparsa elementi dell'iconografia paleocristiana. Molto numerosi sono i p. con raffigurazioni profane: cicli epici (ad esempio nel duomo di Brindisi), o di ispirazione classica (ad esempio l'episodio di Teseo e il Minotauro in San Michele a Pavia). In epoca bizantina i p. musivi dei palazzi imperiali furono particolarmente sontuosi. Sempre al gusto bizantino rimandano i p. dell'XI sec. delle regioni dell'Alto Adriatico (abbazia di Pomposa; basilica di San Marco a Venezia; chiesa di San Donato a Murano), che alternano mosaico e opus sectile. Mentre in Italia il p. a mosaico ricevette grande impulso dai Cosmati, all'estero il mosaico fu presto sostituito dalla pietra e dalla terracotta. Nell'Inghilterra del XIII sec. si usavano piastrelle di terracotta con un graffito colorato d'ocra; in Spagna si usava un cemento chiamato astracum, poi sostituito da un ammattonato unito con azulejos e detto almorrefa; in Francia, invece, si adottò il marmo con intarsi di mosaico o di metallo (XII sec.). Tra il XIII e il XIV sec. in Spagna e nell'Europa settentrionale si diffuse l'utilizzo di piastrelle di argilla incrostate e invetriate (carreaux plombés). Successivamente (XV sec.) si cominciarono a usare, sia in Spagna sia in Italia, le mattonelle di maiolica, mentre alla fine del XVI sec. fecero la comparsa i marmi policromi: così in Veneto si diffusero il p. alla veneziana, costituito da frammenti di marmo di diversi colori gettati a caso in uno strato di cemento, e il p. palladiano, simile al precedente ma con frammenti più grossi e cemento colorato di rosso. Di origine veneziana è anche il cosiddetto battuto, costituito da un getto di calcestruzzo di spessore adeguato. L'edilizia moderna ha perfezionato, a seconda delle diverse destinazioni, i p. già esistenti e ha introdotto nuovi materiali (linoleum, gomma, ecc.).