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Pavano.

Forma settentrionale per padovano. • Lett. - Letteratura p.: antica letteratura dialettale padovana. Le prime testimonianze pervenuteci risalgono al XIV sec.; si tratta di due sonetti che i poeti Marsilio da Carrara e Francesco di Vannozzo scambiarono tra loro e di altre opere di chiara impostazione popolare e anonime (anche se sembra che alcune siano da attribuire a celebri letterati). In generale, la produzione letteraria p. è costituita da scritti che hanno per argomento la vita dei contadini e le loro miserevoli condizioni; lo stile è estremamente realistico. Il genere dominante è quello della poesia drammatica, sebbene siano abbastanza diffusi anche la satira e la lirica, e la sua forma propria è quella del mariazo, che descrive scene di genere, dispute familiari o litigi tra innamorati. Di notevole livello artistico sono i mariazi del Ruzzante, che può considerarsi il capostipite del teatro dialettale padovano; tutta la produzione cinquecentesca si rifà ai suoi versi. I maggiori rappresentanti della letteratura p. del Cinquecento furono Giovanni Battista Maganza, detto il Magagno, Agostino Rava, detto Menon, e Bartolomeo Rustichello da Zento, detto Begotto. Si conoscono inoltre opere scritte interamente o parzialmente in dialetto p. da autori di altre province: tra questi i più famosi sono il commediografo Andrea Calmo, di Venezia, e il poeta-novellista Gian Francesco Straparola, di origine lombarda. Anche nel Seicento la poesia p. ebbe notevole fortuna (Dialogo di Cecco di Ronchitti di Bruzene in perpuosito de la stella nuova).