Termine con cui si indicano una pianta erbacea (
Solanum tuberosum)
dicotiledone, originaria del Perú e di altre zone dell'America
Meridionale, e i suoi tuberi, utilizzati come alimento. ║ Fig. -
Spirito di p.: tipico di chi dice delle spiritosaggini stupide. ║
Fig. -
Essere come un sacco di p.: di persona amorfa, poco brillante.
║ Fig. -
Naso a p.: naso corto, con la punta arrotondata. ║
Fig. -
Scaricare la p. bollente: passare ad altri un problema di
difficile soluzione. • Encicl. - La
p., introdotta in Europa dagli
Inglesi e dagli Spagnoli nel corso del XVI sec., è oggi coltivata nelle
zone temperate dell'America Settentrionale e nell'Eurasia. Ha fusto
quadrangolare, alto circa 1 m, lunghe ramificazioni sotterranee (
stoloni)
alle cui estremità si trovano i
tuberi, ricchi di amido e di
vitamina C, foglie composte, fiori ermafroditi bianchi o violacei, riuniti in
infiorescenze a corimbo. I tuberi sono rivestiti da una sottile pellicola
sugherosa che impedisce l'essiccamento e la penetrazione dei funghi; le foglie
contengono la solanina, un gluco-alcaloide molto velenoso. La coltivazione della
p. è possibile su ogni tipo di terreno. Fra le varietà
commestibili, contenenti amido e alcune sostanze proteiche, ricordiamo: le
p. Blanchard, Avanguardia, Fiocco di neve, Principessa reale, Ciottolo
bianco, Violetta tonda. Le
p. da fecola, grasse e ricche di amido, sono
invece prive di ogni sostanza proteica. È possibile distinguere le
diverse varietà di
p. anche in base al colore:
p. bianche
(Idaho, Biancastra comune, Gentile, ecc.);
gialle (del Canada, nostrane,
di Norvegia, di Slesia, ecc.);
rosee (Maraviglia d'America, Vitelotte,
rossa di Villers, ecc.);
violacee (Quarantina violetta, Gigante azzurra,
di montagna, ecc.). Possono avere forma tondeggiante, oblunga o appiattita. Si
hanno ancora: le
p. essiccate (mediante cottura), i
semolini di
p., che si ottengono disseccando la
p. a temperatura elevata.
L'azione di alcuni virus e parassiti può causare la peronospora della
p., la putrefazione del tubero (cancrena umida o secca), la formazione di
macchie scure nella polpa, la scabbia, la filatura dei germogli o
l'accartocciamento. I provvedimenti atti ad impedire tali gravi alterazioni
consistono nella conservazione del prodotto a temperatura costante attorno ai
100° e comunque non inferiore ai 30°. La
p., la cui buccia
è rappresentata da uno strato suberoso, contiene: acqua (75%),
carboidrati (21%), sostanze azotate (2%), cellulosa (1%), sostanze minerali
(1%), sostanze grasse (0,15%). La
fecola di p., ottenuta dal tubero
mediante estrazione, eseguita con speciali macchinari (bilance idrostratiche,
macchine raspatrici, ecc.), viene impiegata nell'industria alimentare (spesso
mescolata con la farina), nella sofisticazione della tapioca, nella
fabbricazione della cioccolata e del glucosio, nella filatura, nell'industria
per la preparazione della destrina. ║
P. dolce o
americana:
V. BATATA.